Letterina di Natale

SERA, ORE 19:30

Subito dopo aver finito di cenare, io e Lui restiamo pigramente seduti al tavolo a chiacchierare. Gian Burrasca è già sul tappeto intento a giocare con le sue macchinine. A un tratto, però, si alza e corre dal padre.

Gian Burrasca (aggrappandosi al braccio di Lui): papà? Mi dai carta e penna?

Lui (recuperando quanto richiesto da un angolo del tavolo): vuoi fare un disegno?

io: …
Gian Burrasca (impossessandosi dell’occorrente e assumendo un’espressione di profonda concentrazione): no… voglio scrivere una lettera a Babbo Natale!

Lui (pensando al fatto che ormai siamo a febbraio): !!!

io (piuttosto divertita): e cosa vuoi scrivere a Babbo Natale?
Gian Burrasca (iniziando ad allineare aste e cerchietti quasi stesse scrivendo in codice binario): Caro Babbo Natale…

Lui: …

io: …
Gian Burrasca (sempre più assorto): …vieni da me…

Lui: …
io: …
Gian Burrasca (proseguendo con grande attenzione): …a portare un regalo…

Lui: ?
io: ?
Gian Burrasca (concludendo entusiasta): …a Kevin!

Lui: !!!
io: !!!

Misunderstanding

POMERIGGIO, ORE 17:30

Dopo aver trascorso un’oretta al parco a osservare Gian Burrasca scatenarsi insieme alla sua combriccola di amichetti, decido di riportarlo a casa. Dopo un primo momento di chiassose rimostranze, si convince a seguirmi solo in virtù del fatto che anche per il suo migliore amico (chiamiamolo, per comodità, Kevin, come il protagonista di un noto film) è arrivato il momento di rientrare. Abitando vicini, i due irrequieti pargoli possono fare insieme un tratto di strada proseguendo con i loro giochi e le loro scorribande.

Kevin (puntando verso un tabacchino): vieni! Andiamo a vedere se ci sono i Gormiti!!!
Gian Burrasca (puntando entusiasta verso il Museo di Scienze Naturali situato esattamente di fronte al tabacchino, nel quale è in corso un’interessante mostra su animali e insetti scavatori che lui ha già visto 3 volte):  SÌ, DAAAIII!!! Andiamo a vedere i vermini!!!

mamma K.: ?

io: …
Kevin (scoppiando in una sonora risata): AHAHAH! I VERMINI!!! Ho detto Gormiti, non vermini!!!
Gian Burrasca (osservandolo interdetto): … ? …
mamma K. (rendendosi conto del fraintendimento): ehm… Kevin… lui è un po’ più piccolo di te… forse non li conosce i Gormiti…

io: …
Kevin (continuandolo a canzonarlo, sempre più sonoramente e di gusto): AHAHAHAHAH!!!
 Vermini… AHAHAHAHAH!!!
Gian Burrasca (guardandolo con aria di risentito rimprovero): BEH?!? Non c’è proprio NIEEENTEEE da ridere!!!

mamma K.: !!!
io: …

Forza dell’abitudine

POMERIGGIO, ORE 17:30

Io e Lui abbiamo portato Pippi e Gian Burrasca al museo per vedere una mostra. Visto che il biglietto d’ingresso comprendeva la visita all’intero museo, abbiamo trascorso il pomeriggio a gironzolare tra le varie sale, tra quadri di arte contemporanea e sculture postmoderne, oggetti di design di ispirazione antroposofica e modelli di architettura risalenti al periodo fascista.
Alla fine io e Lui ci areniamo, come al solito, nel fornitissimo book shop, alla ricerca di qualche libro particolare per noi e per i bimbi. Pippi esplora la l’angolo gadget. Gian Burrasca scopre una piccola area gioco riservata ai più piccini e vi si parcheggia.
Dopo qualche minuto la silenziosa serenità di quel luogo viene scossa da una vocetta vivace e tonante che sembra provenire dal retro degli scaffali espositivi.

io (correndo verso l’origine del frastuono): !!!

vocetta (continuando ad urlare): WROOOM WROOOM!!!
io (adocchiando il pargolo che, spalmato sul tappeto, brandisce un paio di macchinine): …

vocetta: ADESSO FREEENAAA!!! WROOM WROOM!!! ED ECCO CHE SI FERMA AL TRAGUARDOOO!!!
io (apostrofando il piccolo con tono irritato): tesoro… TESORO!!! La smetti di urlare?!?
vocetta (ignorandomi): MAAAAAAAMMM!!! MAAAM!!!
io (cercando inutilmente di richiamare l’attenzione del bimbo): INSOMMA!!! BASTA!!!

vocetta (senza degnarmi neppure di uno sguardo): WROOOOOOOM!!! PEEE PEEE!!!

io (decisamente indispettita dal suo comportamento): GIAN BURRASCA!!! Vieni subito qui!!!

vocetta (facendo sempre orecchie da mercante): GIRAAA!!! SCONTROOO!!! MAAAAAAAAAM!!!

Non sortendo alcun risultato con i rimproveri, decido di andare a recuperare personalmente il bricconcello. Scavalco una sediolina, scanso il tavolo, cerco di spostare gentilmente un bimbetto che, silenzioso e incuriosito, mi sta esaminando da quando sono arrivata.

io (mettendo delicatamente le mani sulle spalle del piccolo spettatore e guardandolo benevola): …
bimbetto (osservandomi perplesso): …
io (rendendomi conto che quello che io sto cercando di allontanare è Gian Burrasca): !!!
bimbetto-Gian Burrasca (fissandomi con aria di compatimento): …
io (spostando lo sguardo da lui al bimbo sul tappeto e notando che sono completamente diversi… anche nell’abbigliamento): …

Gian Burrasca (continuando a scrutarmi con un certo, giustificabilissimo, sdegno): …

io (notando con la coda dell’occhio che, seduta al tavolo, c’è una mamma che mi osserva con espressione allibita): ehm…
Gian Burrasca (distogliendo l’attenzione da me e tornando al suo silenzioso gioco): …

io (accarezzandogli la testina e sorridendo imbarazzata all’altra mamma): sa com’è… la forza dell’abitudine!!!
mamma: !!!
Gian Burrasca: …

Medicina alternativa 2

MATTINA, ORE 7:30

Gian Burrasca questa mattina si è svegliato con la luna storta. Dopo aver sopportato pazientemente i suoi piagnucolamenti per alzarsi -“Ma mamma… è ancora buio!”, per restare seduto sul divano -“Ma mamma… io voglio un cartone!”-, per bere il latte -“Ma mamma… voglio preparare io la cioccolata!”-, per lavarsi -“Ma mamma… io non voglio bagnarmi!”-, per vestirsi -“Ma mamma… io voglio vestirmi come Spiderman!”, sbotto con un aspro rimprovero -“Ma vedi un po’ di piantarla coi capricci!!!”- che lo fa scoppiare in lacrime.

Gian Burrasca (piangendo disperato): BUHUAAA!!!
io (continuando prepararlo per uscire): smettila!!!
Gian Burrasca (singhiozzando): mamma?

io: sì?

Gian Burrasca (con voce lamentosa): non voglio che sei arrabbiata…

io: …
Gian Burrasca (preoccupato dal mio silenzio): …voglio che sei la mia amica…

io: va bene… allora cerca di calmarti!
Gian Burrasca (continuando a frignare): mamma?
io: sì?

Gian Burrasca (con i lacrimoni che ancora continuano a scendere lungo le guance): non ci riesco a calmarmi!!!
io: provaci, e vedrai che ci riuscirai!
Gian Burrasca (sempre frignando): mamma?
io: che c’è?

Gian Burrasca (aggrappandosi alla mia gamba): mi fai le gatte, così poi sono felice?

io: !!!

N.B.: gatte = solletico.

Weekend sensor 2

LUNEDÌ, ORE 7:00

io (entrando in camera di Gian Burrasca e tirando su le tapparelle): …tesoro? È ora di svegliarsi!

Gian Burrasca: BUHUAAA!!!

MARTEDÌ, ORE 7:05

io (entrando e spegnendo le lucine della notte): …cucciolooo? Svegliaaaa!
Gian Burrasca: BUHUAAAAA!!!

MERCOLEDÌ, ORE 7:10

io (entrando e iniziando ad accarezzargli la schiena): …amore? Bisogna alzarsi…

Gian Burrasca: BUHUAAAAAAA!!!

GIOVEDÌ, ORE 7:15
io (entrando e limitandomi ad appoggiarmi al bordo del lettino): …tesoro? Andiamo a bere il latte col cioccolato?

Gian Burrasca: BUHUAAAAAAAAA!!!

VENERDÌ, ORE 7:30
io (entrando): …amore?
Gian Burrasca: BUHUAAAAAAAAAAAA!!!

SABATO, ORE… 5:30
Gian Burrasca (urlando a squarciagola dalla sua cameretta): MAAAMMAAA!!! SONO SVEEEGLIOOO!!!
io: … BUHUAAAAAAAAAAAA!!!

Che la forza sia con te…

MATTINA, ORE 7:30

Gian Burrasca è in fase vestizione per andare all’asilo. Ovviamente, essendo questa un’operazione per lui assai noiosa, è collaborativo come un sacco di patate, e a me tocca sollevarlo di peso per fargli fare qualunque cosa.

Gian Burrasca (osservandomi attentamente mentre lo prendo in braccio per riuscire finalmente a infilargli i pantaloni): …

io (guardandolo torva): …
Gian Burrasca (regalandomi uno dei suoi disarmanti sorrisi): mamma?

io (mettendogli la maglietta): sì tesoro?
Gian Burrasca: …tu sei forte!
io: …grazie tesoro!

Gian Burrasca: mamma?

io: sì?
Gian Burrasca: …anche io sono forte…
io: …
Gian Burrasca: …perché ho le energie della felicità!!!

io: !!!

Tatuaggi

SERA, ORE 20:00

Siamo in piscina. Dopo un’ora trascorsa a schizzarci, fare i tuffi, nuotare, giocare con cerchi e pesciolini colorati, guardare il fondo con un piccolo batiscopio gonfiabile, riesco a tirarlo fuori dall’acqua e trascinarlo in bagno per la doccia. Dopo averlo lavato, lo tengo nel box con me per procedere alle mie abluzioni. Dopo aver sciacquato per bene il suo pesciolino di gomma, decide di pulire anche me.

Gian Burrasca (iniziando a passare su di me la sua spugnetta): …
io (guardandolo con benevolenza): grazie tesoro!
Gian Burrasca (proseguendo nel suo accurato lavoro): prego mamma!

io (passando il balsamo sui capelli): …
Gian Burrasca (continuando a strofinare): …
io (mettendo un po’ di docciaschiuma sulla spugna): …

Gian Burrasca (concentrandosi nel frizionare un particolare punto del mio corpo): …
io (godendo dell’acqua calda sulla schiena): …
Gian Burrasca (insistendo imperterrito a sfregare nello stesso posto): ?
io (cercando di capire cosa stia facendo): ?

Gian Burrasca (concentratissimo nella sua operazione): mamma?

io: sì tesoro?
Gian Burrasca (additando irritato il punto incriminato): perché quello non si pulisce?

io (rendendomi finalmente conto di cosa lui stia cercando di tirare via): perché quello è un tatuaggio!
Gian Burrasca (osservandolo con sospetto): è un pesce!
io (seguendone il disegno con un dito): è uno squalo!
Gian Burrasca (continuando a guardarlo): …

io (riprendendo a lavarmi): …

Gian Burrasca (ancora non del tutto convinto): e perché non si pulisce?

io: perché fa parte della mamma!
Gian Burrasca (passandoci il ditino sopra e controllando di non esserselo sporcato di colore): …
io: …
Gian Burrasca (fissando i nei sulla mia pelle): cone i puntini?

io: sì tesoro… coNe i puntini.
Gian Burrasca (finalmente soddisfatto): allora anche io ne voglio uno!

io: beh… ehm… sì… magari quando sei più grande però…

Gian Burrasca (ostinato): NO! ADESSO!!!
io: sei troppo piccino… non li fanno ai bimbi…

Gian Burrasca (con aria offesa): io non sono piccolo! IO SONO GRANDE!!!

io (cercando di troncare una discussione che si preannuncia interminabile): ok… allora magari domani andiamo a comperare quelli per i bambini grandi come te…
Gian Burrasca (contentissimo): va bene mamma!

io: e che tatuaggio vorresti farti?
Gian Burrasca (disegnandolo nell’aria): una nave di pirati…
io: …
Gian Burrasca: …con tutti i pirati…
io: …
Gian Burrasca: …e con la bandiera col teschietto…

io: …
Gian Burrasca: …e con l’isola del tesoro…

io: …

Gian Burrasca: …e con gli squali…
io: !
Gian Burrasca: …ma tanti squali… non solo uno!!!

io: !!!

Una mamma a pois

SERA, ORE 19:30

Io, Lui e Gian Burrasca siamo in piscina. Dopo aver sguazzato per un po’ con il papà, il piccolo si avvicina a me e a un bimbo che non vuole entrare in acqua.

Gian Burrasca (osservando attentamente il bambino al suo fianco): …
bimbo (guardando Gian Burrasca con malcelato timore): ?
io: ?
Gian Burrasca (puntandogli contro un dito e rivolgendosi poi a me): …ma è pieno di puntini!!!
bimbo: !!!
io (spostando la manina accusatrice): ehm… quei puntini si chiamano “nei” tesoro, e ce li hai anche tu!
Gian Burrasca (studiandosi la pelle): …
bimbo (decidendo che Gian Burrasca non è pericoloso): …

io (indicando me stessa): vedi? Anche la mamma li ha!
Gian Burrasca (fissando alternativamente me, se stesso e l’altro bambino): …
bimbo (prendendo a ignorarlo): …

io: tu ne hai pochi perché sei piccino… lui un po’ di più perché è più grande… e la mamma, che è più grande di tutti, ne ha più di tutti!

Gian Burrasca (soppesando le mie parole): …

bimbo: …

io: ?
Gian Burrasca (sorridendomi soddisfatto): allora tu ne hai di più perché sei vecchia!!!
bimbo: :)
io: !!!

Delicatessen

MATTINA, ORE 8:30

Sto accompagnando Gian Burrasca all’asilo. Siamo a piedi e il freddo intenso e pungente fa rabbrividire entrambi nonostante la stratificazione di vestiti nei quali siamo avvolti. Gian Burrasca, come sempre, ha cappello e sciarpa, ma non i guanti, che si ostina a togliersi poco dopo averli infilati.

Gian Burrasca (bloccandosi e iniziando a esplorare i suoi pantaloni): …
io (osservandolo incuriosita): cosa fai tesoro?
Gian Burrasca (trovando finalmente la tasca e infilandoci la manina): ho freddo!
io: ti avevo detto di metterti i guanti! Tieni la mano nella tasca, così starai più caldo…

Gian Burrasca (sorridendomi e riprendendo a camminare): va bene mamma. E l’altra me la tieni tu, così me la scaldi! Va bene mamma?

io: certo tesoro!
Gian Burrasca (riflettendo tra sé e sé): …
io: ?

Gian Burrasca: mamma?
io: sì tesoro?
Gian Burrasca: però domani me li metti i guanti…

io: va bene tesoro…
Gian Burrasca: …perché io ho freddo…

io: …
Gian Burrasca: …perché sono delicato!!!
io: !!!

Ponicipli e Cangimbi

MATTINA, ORE 7:30

Io e Gian Burrasca siamo in bagno intenti nella sua vestizione. Gli metto mutandine -“quelle coi teschietti!”-, maglietta, ghettine, pantaloni, quindi un’altra maglietta a maniche lunghe con disegni di buffi mostriciattoli.

Gian Burrasca (osservando la maglietta): …
io (seguendo il suo sguardo): che c’è tesoro?
Gian Burrasca (additando le stampe sulla stoffa): …ma questi sono i mostri Ponicipli!!!
io (esterrefatta): i che???
Gian Burrasca (contemplandosi la pancia): i Ponicipli!!!

io (incuriosita): ehm… e cosa sono?
Gian Burrasca (sorridendomi soddisfatto): sono dei mostri!!!

io (aiutandolo a indossare la felpa): aaah! …E che fanno?

Gian Burrasca (senza distogliere lo sguardo dai disegni): i Ponicipli saltano cone una rana…
io: …

Gian Burrasca (gesticolando entusiasta): …e bevono acqua…

io: !
Gian Burrasca (proseguendo con la sua descrizione): …e mangiano i bruchi e i Cangimbi…

io: !?!
Gian Burrasca (terminando la sua dissertazione, degna di Piero Angela): …e sono arancioni!!!
io: !!!