Collaboratore domestico 2

MATTINA, ORE 8:00

Come ogni mattina mi accingo, dopo aver approntato Gian Burrasca, a portare a termine varie piccole faccende domestiche prima di uscire di casa.

io (correndo in cucina per lavare le tazze della colazione): …
Gian Burrasca (trotterellandomi dietro): …
io (spostandomi in soggiorno per sprimacciare i cuscini del divano): …

Gian Burrasca (seguendomi silenzioso): …
io (trasferendomi nella sua stanza per piegare il suo pigiama e rifare il lettino): …

Gian Burrasca (scortandomi imperterrito): …

io (recandomi in camera da letto per metterla in ordine): …
Gian Burrasca (continuando a tallonarmi): …
io (girando intorno al letto per tirare le lenzuola): …

Gian Burrasca (fermandosi nel vano della porta con le mani in tasca): …
io (mettendo al loro posto i guanciali): …
Gian Burrasca (apostrofandomi dalla sua postazione): EHI, FEMMINA! Serve aiuto?

io: !!!

Amen!

MERCOLEDÌ 12 SETTEMBRE, ORE 13:00 CA.

È il fatidico giorno del nostro matrimonio.
La cerimonia volge ormai al termine quando Don Mario, il nostro parroco, decide di chiamare noi, i testimoni e Gian Burrasca intorno all’altare per parlare a tutti i presenti e invitarli ad accompagnarci e sostenerci nel nostro cammino di coppia.
Per introdurre l’argomento si rivolge scherzosamente a Gian Burrasca.

don (tenendo un emozionatissimo Gian Burrasca in braccio): senti ma… tu, quando fai le scale, ti fai aiutare, vero?
Gian Burrasca (osservandolo serio serio e annuendo pensieroso): …
io: …
Lui: …
congrega: …
don (sorridendo al piccolo): …e chi è che ti aiuta a salirle?
Gian Burrasca (guardando solennemente in alto, e puntando il ditino verso il crocifisso appeso al soffitto): …
io: !!!
Lui: !!!
congrega: !!!
don (fissandolo tra il basito e il commosso): …Amen…

My name is… 3

POMERIGGIO, ORE 15:30

Io, Lui, Gian Burrasca e Pippi siamo in macchina, destinazione supermercato.
I due bimbi sono dietro che parlottano. O meglio: Gian Burrasca chiacchiera senza sosta, Pippi lo ascolta pazientemente…

Gian Burrasca (additando un’insegna): cos’è quello?
Pippi: un fruttivendolo…
Lui: …
io: …
Gian Burrasca: e perché si chiama così?
Pippi: perché vende la frutta…
Lui: …
io: …
Gian Burrasca (indicando un altro negozio): e quello cone si chiama?
Pippi: tabacchino…
Lui: …
io: …
Gian Burrasca: e perché si chiama così?
Pippi: perché vende il tabacco e le sigarette…
Lui: …
io: …
Gian Burrasca (puntando un’altra vetrina): e quello?
Pippi (manifestando i primi segni di fastidio): panificio…
Lui: …
io: …
Gian Burrasca: e perché si chiama così?
Pippi (sospirando): perché vende il pane…
Lui: …
io: …
Gian Burrasca (vedendo l’ennesimo negozio): e quello lì?
Pippi (sbuffando): macelleria…
Lui: …
io: …
Gian Burrasca: e perché si chiama così?
Pippi (sperando di stroncare la sua curiosità): …e perché tu ti chiami Gian Burrasca?!?
Lui: …
io: …
Gian Burrasca (senza neppure pensarci su): perché la mia mamma mi ha chiamato così!
Pippi: !!!
Lui: fregata Pippi…
io: …

Macchina del tempo

MATTINA, ORE 8:00

Io, Lui e Gian Burrasca siamo in procinto di uscire di casa. Mentre gli sto infilando la giacca, il piccolo si ferma a guardare una foto che ritrae Lui e me al settimo mese di gravidanza in barca.

Gian Burrasca (additando la fotografia): quelli sono mamma e papà?
io (tirando su la cerniera del suo piumino): sì tesoro! E ci sei anche tu.
Gian Burrasca (osservando incuriosito l’immagine): dov’è Gian Burrasca?
io (allacciandogli la sciarpa): nella pancia della mamma.
Gian Burrasca (sgranando gli occhi): nella pancia della mamma???
io (mettendogli il cappellino): sì tesoro…
Gian Burrasca (pensieroso): …aaaaaaah!
io (sospingendolo delicatamente verso la porta): …

SERA, ORE 19:00

Siamo a tavola intenti a cenare e chiacchierare della giornata.

Gian Burrasca (tornando a guardare la fotografia): mamma?
io: dimmi tesoro…
Gian Burrasca (guardandomi leggermente preoccupato): …ma ti hanno tagliato la pancia?
io (avendo notato la direzione del suo sguardo): no amore…
Gian Burrasca (più rilassato): aaaaaaah!
io: …
Gian Burrasca (ancora non del tutto convinto): e come sono uscito?
io (lanciando un’occhiata a Lui nella vana speranza che venga in mio aiuto): beh… ehm…
Gian Burrasca (scrutandomi in attesa): …
io (sentendomi un gatto su uno specchio): …sì… insomma… sei uscito senza bisogno di tagliare!!!
Gian Burrasca (accontentandosi apparentemente di quella stentata risposta): aaaaaaah!
io (sperando di non dover iniziare a dissertare di api e fiori): …
Gian Burrasca (osservandomi serio serio): …mamma?
io (temendo il peggio): sì tesoro?
Gian Burrasca (regalandomi il più tenero dei sorrisi): …tu stasera entri nel mio pancino?
io (basita): no amore… non posso…
Gian Burrasca (mostrandomi il musetto): e perché?
io: perché non si può, amore! Intanto perché i maschietti come te non possono avere bimbi nella pancia… e poi perché io dovrei tornare indietro nel tempo, e non si può!
Gian Burrasca (abbassando lo sguardo): ah…
io (incuriosita): perché vuoi che entri nel tuo pancino?
Gian Burrasca (fissandomi intensamante): perché così domani esci dal mio pancino e sei piccola come me!
io: …