Amen!

MERCOLEDÌ 12 SETTEMBRE, ORE 13:00 CA.

È il fatidico giorno del nostro matrimonio.
La cerimonia volge ormai al termine quando Don Mario, il nostro parroco, decide di chiamare noi, i testimoni e Gian Burrasca intorno all’altare per parlare a tutti i presenti e invitarli ad accompagnarci e sostenerci nel nostro cammino di coppia.
Per introdurre l’argomento si rivolge scherzosamente a Gian Burrasca.

don (tenendo un emozionatissimo Gian Burrasca in braccio): senti ma… tu, quando fai le scale, ti fai aiutare, vero?
Gian Burrasca (osservandolo serio serio e annuendo pensieroso): …
io: …
Lui: …
congrega: …
don (sorridendo al piccolo): …e chi è che ti aiuta a salirle?
Gian Burrasca (guardando solennemente in alto, e puntando il ditino verso il crocifisso appeso al soffitto): …
io: !!!
Lui: !!!
congrega: !!!
don (fissandolo tra il basito e il commosso): …Amen…

Lesson number 1

SERA, ORE 19:30

È ora di cena e siamo tutti seduti intorno al tavolo da pranzo davanti a un buon piatto di riso col ragù. E il riso, si sa, si mangia con la forchetta…

Gian Burrasca (cercando inutilmente di infilzare i chicchi di riso con la forchetta): …
Lui (osservandolo con aria scettica): …

io (rovistando nella mia insalata alla ricerca dei pomodori): …
Gian Burrasca (portandosi alla bocca la posata intenta a perdere buona parte del suo gustoso carico): …
Lui (mostrandogli il metodo giusto per raccogliere i piccoli grani): …
io (mescolando l’erba con fiocchi di formaggio nel tentativo di darle un minimo di sapore): …
Gian Burrasca (esaminando con fare critico la piccola forchetta tra le sua mani): …
Lui (scuotendo la testa): …

io (scavando tra le foglioline per estrarre dei filamenti di carote): …SIGH!…
Gian Burrasca (mettendomi la posata sotto il naso): …mamma?
Lui (guardandolo con curiosità): ?

io (felice di poter abbandonare il mio “lauto pasto”): dimmi tesoro…

Gian Burrasca (appoggiando l’oggetto sulla mia tovaglietta e continuando a studiarlo con aria leggermente disgustata): mi dai un cucchiaio?

Lui: un cucchiaio? Per fare?
io (eclissandomi in cucina pur di allontanarmi dalla triste verzura): subito tesoro!

Gian Burrasca (rivolgendosi al padre): per mangiare!

Lui: e la forchetta?
io (tornando con una nuova posata): …

Gian Burrasca (indottrinando suo papà con fare da cattedratico): con la forchetta si punta la ciccia!!!
Lui: !!!
io: …

Affari immobiliari

POMERIGGIO, ORE 16:30

Io e Lui abbiamo deciso di cambiare ufficio. Essendo Lui impegnato per tutto il giorno, sta a me il compito di girare per agenzie immobiliari alla ricerca di uno spazio che faccia al caso nostro.
Com me, ovviamente, c’è Gian Burrasca.

io: cucciolo… oggi andiamo a vedere un possibile nuovo ufficio per mamma e papà!
Gian Burrasca (all’apice della felicità): SÌÌÌÌÌÌÌÌÌ!!! Così posso venire a lavorare anche ioooo!!!
io: …
Gian Burrasca: e dov’è?
io: beh… quello che andiamo a vedere oggi è qui vicino. Ma non so se sarà quello. Perché noi stiamo cercando un posto davvero speciale…
Gian Burrasca (sempre più entusiasta): SÌÌÌÌÌÌÌÌÌ!!! SPECIAAALEEE!!!
io: …ehm… sì cucciolo…
Gian Burrasca (guardando il cielo con occhi sognanti): e deve esserci una stanza per me…
io: …
Gian Burrasca: …tutta arancione…
io: !
Gian Burrasca: …per i giochi…
io: …
Gian Burrasca: …e per i libri…
io: !
Gian Burrasca: …e per disegnare!
io: !!!
Gian Burrasca (guardandomi intensamente): vero mamma?
io: beh… vediamo che si può fare…

Arrivati sul luogo dell’appuntamento, dopo i convenevoli di rito con l’agente immobiliare, iniziamo finalmente la visita dell’ufficio.

Gian Burrasca (trotterellando silenzioso accanto a noi): …
agente (mostrandomi la stanza più grande, con finestre su due lati e una grande vetrata per separarlo dal resto dell’ambiente): e questo è l’ufficio padronale…
io (immaginando già Lui dietro la sua scrivania): bello…
Gian Burrasca (percorrendone il perimetro con aria estasiata): :)
agente (rivolgendosi a a lui): allora… ti piace?
io: …
Gian Burrasca (annuendo all’uomo e rivolgendosi poi a me): mamma… questo è IL MIO ufficio!!!
agente: idee chiare, eh! Lui sì che è un futuro leader!!!
io: !!!

Raccomandazioni 2

SERA, ORE 20:00

Mentre Lui e Gian Burrasca sono acciambellati sul divano intenti a giocare con l’i-Pad, io mi accingo a pulire il tavolo da pranzo.

Gian Burrasca (concentratissimo nel gioco): …
io (calpestando un piccolo bullone in legno): …ahi!
Lui: …
Gian Burrasca (lanciandomi un’occhiata): …
io (guardandolo in tralice): …
Lui: …
Gian Burrasca (tornando alle sue occupazioni): …
io (inciampando in una macchinina): uff…
Lui: …
Gian Burrasca (osservandomi contrariato): …
io (restituendogli analoga occhiata): !
Lui: …
Gian Burrasca (proseguendo nelle sue faccende): …
io (urtando contro un furgoncino con rimorchio e mandando all’aria sia il carico che i passeggeri): ma che caaa…
Lui (scrutandomi con curiosità): ?
Gian Burrasca (voltandosi verso di me, visibilmente seccato): insomma mamma… stai un po’ più attenta!!!
io: !!!
Lui: …

My name is… 3

POMERIGGIO, ORE 15:30

Io, Lui, Gian Burrasca e Pippi siamo in macchina, destinazione supermercato.
I due bimbi sono dietro che parlottano. O meglio: Gian Burrasca chiacchiera senza sosta, Pippi lo ascolta pazientemente…

Gian Burrasca (additando un’insegna): cos’è quello?
Pippi: un fruttivendolo…
Lui: …
io: …
Gian Burrasca: e perché si chiama così?
Pippi: perché vende la frutta…
Lui: …
io: …
Gian Burrasca (indicando un altro negozio): e quello cone si chiama?
Pippi: tabacchino…
Lui: …
io: …
Gian Burrasca: e perché si chiama così?
Pippi: perché vende il tabacco e le sigarette…
Lui: …
io: …
Gian Burrasca (puntando un’altra vetrina): e quello?
Pippi (manifestando i primi segni di fastidio): panificio…
Lui: …
io: …
Gian Burrasca: e perché si chiama così?
Pippi (sospirando): perché vende il pane…
Lui: …
io: …
Gian Burrasca (vedendo l’ennesimo negozio): e quello lì?
Pippi (sbuffando): macelleria…
Lui: …
io: …
Gian Burrasca: e perché si chiama così?
Pippi (sperando di stroncare la sua curiosità): …e perché tu ti chiami Gian Burrasca?!?
Lui: …
io: …
Gian Burrasca (senza neppure pensarci su): perché la mia mamma mi ha chiamato così!
Pippi: !!!
Lui: fregata Pippi…
io: …

Out of order

Premessa: qualche giorno fa io, Lui e Gian Burrasca siamo usciti per fare shopping. Nulla di trascendentale: calzetti da casa in lana per me e per Lui, ghettine per il piccolo. Tornati a casa, però, Lui ha scoperto che uno dei suoi nuovi acquisti presentava dei vistosi buchi distribuiti qua e là e, non avendo voglia di tornare al negozio, ha lasciato a me l’incarico di andare a sostituirli.
Il pomeriggio del giorno successivo io e Gian Burrasca siamo andati a cambiare i calzetti difettati…

NOTTE, ORE 3:00

io: zzzzzzzzzzzzzzzzz
Gian Burrasca: BUHUAAA!!! MAMMAAA!!!
io: zzzzzzzzz… zzzzzz… zzz…
Gian Burrasca: BUHUUUAAAAAAAAA!!! MAAAAMMAAAAAAAAA!!!
io (svegliandomi bruscamente): zzz… z… ma che?
Gian Burrasca: AAAAAAAAAAAAH!!!
io (precipitandomi nella sua stanza): tesoro… che succede???
Gian Burrasca (in piedi nel lettino, disperato): MAAAMMAAA!!! Il mio naso…
io (osservandolo con occhi ancora semichiusi): cos’ha il tuo naso amore?
Gian Burrasca (tentando inutilmente di tirare su col naso chiuso dal raffreddore): …è rotto!
io (recuperando un fazzoletto): no tesoro… non è rotto… è solo tappato…
Gian Burrasca (non convinto): no! È rotto! Non funziona!
io (cercando di soffiarglielo): sì che funziona… devi solo avere un po’ di pazienza e aspettare che passi il raffreddore…
Gian Burrasca (rimettendosi giù, ancora dubbioso): aaaaaaaaah!
io (coprendolo e accarezzandogli la testina): dormi adesso… e non preoccuparti!
Gian Burrasca (rasserenandosi): va bene mamma…
io (avviandomi verso la mia stanza): buonanotte cucciolo…
Gian Burrasca (con gli occhi già chiusi): mamma?
io (fermandomi con la mano sulla maniglia): sì tesoro?
Gian Burrasca (aprendo un occhio per guardarmi): domani però andiamo a cambiarlo, va bene?
io: …

Macchina del tempo

MATTINA, ORE 8:00

Io, Lui e Gian Burrasca siamo in procinto di uscire di casa. Mentre gli sto infilando la giacca, il piccolo si ferma a guardare una foto che ritrae Lui e me al settimo mese di gravidanza in barca.

Gian Burrasca (additando la fotografia): quelli sono mamma e papà?
io (tirando su la cerniera del suo piumino): sì tesoro! E ci sei anche tu.
Gian Burrasca (osservando incuriosito l’immagine): dov’è Gian Burrasca?
io (allacciandogli la sciarpa): nella pancia della mamma.
Gian Burrasca (sgranando gli occhi): nella pancia della mamma???
io (mettendogli il cappellino): sì tesoro…
Gian Burrasca (pensieroso): …aaaaaaah!
io (sospingendolo delicatamente verso la porta): …

SERA, ORE 19:00

Siamo a tavola intenti a cenare e chiacchierare della giornata.

Gian Burrasca (tornando a guardare la fotografia): mamma?
io: dimmi tesoro…
Gian Burrasca (guardandomi leggermente preoccupato): …ma ti hanno tagliato la pancia?
io (avendo notato la direzione del suo sguardo): no amore…
Gian Burrasca (più rilassato): aaaaaaah!
io: …
Gian Burrasca (ancora non del tutto convinto): e come sono uscito?
io (lanciando un’occhiata a Lui nella vana speranza che venga in mio aiuto): beh… ehm…
Gian Burrasca (scrutandomi in attesa): …
io (sentendomi un gatto su uno specchio): …sì… insomma… sei uscito senza bisogno di tagliare!!!
Gian Burrasca (accontentandosi apparentemente di quella stentata risposta): aaaaaaah!
io (sperando di non dover iniziare a dissertare di api e fiori): …
Gian Burrasca (osservandomi serio serio): …mamma?
io (temendo il peggio): sì tesoro?
Gian Burrasca (regalandomi il più tenero dei sorrisi): …tu stasera entri nel mio pancino?
io (basita): no amore… non posso…
Gian Burrasca (mostrandomi il musetto): e perché?
io: perché non si può, amore! Intanto perché i maschietti come te non possono avere bimbi nella pancia… e poi perché io dovrei tornare indietro nel tempo, e non si può!
Gian Burrasca (abbassando lo sguardo): ah…
io (incuriosita): perché vuoi che entri nel tuo pancino?
Gian Burrasca (fissandomi intensamante): perché così domani esci dal mio pancino e sei piccola come me!
io: …

Cuore di mamma 2

MATTINA, ORE 8:30

Dopo aver lasciato Gian Burrasca all’asilo, io e Lui partiamo in macchina alla volta dell’ufficio. Ad un certo punto squilla il suo telefono: è un amico che deve parlargli di alcune questioni di lavoro. Terminata la parte seria della conversazione, iniziano le chiacchiere più ludiche.

amico: senti ma… sono vere tutte quelle cose che scrivete su vostro figlio?
Lui: certo… perché?
amico: beh… soprattutto la parte relativa alla tecnologia è… esilarante!
Lui: eheheh… sì… lo so!
amico: certo che…
Lui: …
amico: …se continua così…
Lui: ?
amico: da grande o diventerà un filosofo, perché non ne vorrà più sapere di computer e roba simile…
Lui: …
amico: …o diventerà un hacker!
Lui: AHAHAH… filosofo o hacker… bella questa!
amico: AHAHAH… sì! Proprio filosofo o hacker! AHAHAH!!!

Dopo i saluti di rito, Lui chiude la telefonata.

io (guardando avanti pensierosa): …
Lui (osservandomi di sottecchi): ?
io: …filosofo o hacker…
Lui: ?
io (guardando verso l’infinito con aria sognante): …ma perché non il futuro Steve Jobs?
Lui: !!!

Problemi di comunicazione

SERA, ORE 18:00

Dopo aver recuperato uno stanchissimo Gian Burrasca dal suo corso di musica e averlo praticamente trascinato mezzo addormentato attraverso la città, approdiamo finalmente a casa. Lo lavo, gli infilo il pigiamino, lo metto a letto. Poi mando un massaggio a Lui: “Quando torni fai piano, perché G.B. dorme”.



ORE 18:10



Gian Burrasca (spalancando la porta della sua stanza): mamma… apro un po’ la porta così sento quando arriva papà!

io: …

Visto che oramai è sveglio come un grillo, lo faccio alzare, gli infilo calzetti e felpa sul pigiama, e lo guido verso il soggiorno in cerca di qualche gioco da fare insieme.

ORE 19:00



Lui (rientrando dall’ufficio): Ciao amore!

io: ciao tesoro!
Gian Burrasca (correndogli incontro): ciao papà
!
Lui (staccandoselo dal collo): ma… non avevi detto che dormiva?

io: sì… era stanchissimo, ma appena l’ho messo a letto si è svegliato…
Gian Burrasca (continuando a saltellargli intorno): vieni a giocare papà?

Lui: mi cambio e arrivo!

io: guarda che gli ho lasciato addosso il pigiamino…
Gian Burrasca (trotterellandogli dietro): sì… ho ancora il pigiama!
Lui: ah… va bene!



ORE 19:30



Lui (intento a versare crostini di pane nella minestra di verdure del piccolo): …e mi raccomando… non si mangiano solo le palline! Si mangia la minestra con le palline!

io (cercando di forzarmi a mangiare le radici che ho nel piatto): …
Gian Burrasca (iniziando a pasticciare col cucchiaio): ma non mi piace la minestra!
Lui (provando a dargliene un boccone): ma se è buonissima!
io (asciugando delle gocce della stessa finite sulla tovaglietta): tesoro… fai attenzione! Hai addosso il pigiamino pulito!

Gian Burrasca (scegliendo con cura i crostini e scansando la verzura): va bene…



ORE 20:00



Lui (accovacciato sul tappeto con l’i-Pad davanti): allora… da cosa vuoi vestirti a carnevale?

Gian Burrasca (dopo averci riflettuto un attimo): …da Ben 10!

io (osservandolo): tesoro… ti ho già detto che il costume da Ben 10 è una specie di pigiama verde e bianco… come quello che hai addosso…
Lui (esplorando la rete): dai che ne cerchiamo un altro…

Gian Burrasca (esplodendo dall’entusiasmo): allora da ZOMBIII!!!

io: …

ORE 20:30

Lui (guardando l’orologio): cucciolino… è ora di prepararsi per la nanna!

Gian Burrasca (piantando il muso): ma io non ho sonno!

io (intenta a sistemare i piatti in lavastoviglie): ma se prima non ti reggevi neppure in piedi!

Lui (accondiscendente): dai andiamo a prepararci e poi puoi stare un altro pochino in piedi…

Gian Burrasca (ostinato): NO! Ancora un pochino!
io (provando a convincerlo): dai cucciolo… sarai velocissimo… devi solo lavare i denti, perché il pigiamino ce l’hai già addosso!
Lui (che si è già arreso): …

Gian Burrasca (irremovibile): NO!
io: …

ORE 21:00



Lui (alzandosi dal pavimento): su adesso, che è già tardi!
Gian Burrasca (trascinandosi verso il bagno): va bene…
io (assorta nella pulizia della cucina): ricordati che devi solo lavargli i denti… il pigiama ce l’ha già…

ORE 21:05

Lui (facendo capolino nel soggiorno con Gian Burrasca in mutande che gli trotterella dietro): scusa… dove hai detto che è il pigiama?

io: …

Wikibaby

POMERIGGIO, ORE 18:30

Gian Burrasca è steso sul tappeto intento a “leggere” il suo libro preferito sui pirati.
Io sono mollemente adagiata sul divano a leggere le mie e-mail.

Gian Burrasca (avvicinandosi silenziosamente a me): …
io (continuando nella mia lettura): …
Gian Burrasca (piazzandosi dietro la mia spalla in modalità “avvoltoio”): …
io (fingendo di ignorarlo): …
Gian Burrasca (spalmandosi sulla spalliera del divano e iniziando a respirarmi nell’orecchio): …
io (girandomi verso di lui, naso a naso, occhi negli occhi): ?
Gian Burrasca (sorridendomi contento di essere riuscito nel suo intento di attirare la mia attenzione): mamma… posso Aipad?
io (spostandomi leggermente in modo da farlo sedere in una posizione più civile): va bene…
Gian Burrasca (scivolando tipo serpente dalla spalliera alla seduta e avvinghiandosi a me): :)))
io (chiudendo la mail): tieni cucciolo…
Gian Burrasca (tornando sull’icona Mail): …
io (scrostandomelo di dosso e alzandomi per andare a fare un caffè): no tesoro… lascia stare le mail… quelle sono cose che non ti competono!
Gian Burrasca (chiudendo Mail e spostandosi sull’icona Safari): …
io (guardandolo con aria intimidatoria): no tesoro! Neppure Internet ti riguarda! Limitati ai giochi! Siamo d’accordo?
Gian Burrasca (chiudendo Safari e spostandosi sulle App di gioco): va bene mamma…

Dopo aver controllato che abbia davvero aperto un gioco, mi traslo in cucina per preparare il caffè. Dopo qualche minuto, un silenzio preoccupante fa nascere in me un sospetto.

io (affacciandomi dalla cucina): tesoro… che combini?
Gian Burrasca (mollando l’i-Pad come fosse incandescente e correndo verso la sua stanza con aria colpevole): …
io (andando verso il divano): ma che…
i-Pad: Wikipedia —> Stai creando “ksjdhk skjdhf slkdjfklsj”
io: !!!