Giocattoli inconsueti

MATTINA, ORE 8:30

Gian Burrasca è già davanti alla porta di casa pronto per andare all’asilo. Io, che ho da poco riscoperto in un angolo dell’armadio una piccola borsa dalla forma inusuale, la prendo e la riempio delle solite carabattole indispensabili alla quotidiana sopravvivenza. Sospingo quindi il piccolo verso l’ascensore.

Gian Burrasca (guardando sorpreso la borsa): …
io (guidandolo all’interno della cabina): …
Gian Burrasca (continuando a scrutare l’oggetto con estremo interesse): !
io (notando il suo sguardo): ?
Gian Burrasca (additando il contenitore con fare accusatorio): …ma è una palla!
io (scortandolo verso il portone): ehm… sì.
Gian Burrasca (fissandolo ipnotizzato): …ma è per giocare?

io (squadrandolo con espressione atterrita): nooo!
Gian Burrasca (abbassando gli occhi con aria delusa): ah…
io (prendendolo per mano e incamminandomi verso la strada): …

Gian Burrasca (mantenendo un atteggiamento contrito): …
io (guardandolo con la coda dell’occhio): …

Gian Burrasca (illuminandosi all’improvviso): …mamma?
io (sorridendogli): dimmi tesoro…
Gian Burrasca (osservandomi speranzoso): …ma posso almeno portarla?

io: !!!

Misunderstanding

POMERIGGIO, ORE 17:30

Dopo aver trascorso un’oretta al parco a osservare Gian Burrasca scatenarsi insieme alla sua combriccola di amichetti, decido di riportarlo a casa. Dopo un primo momento di chiassose rimostranze, si convince a seguirmi solo in virtù del fatto che anche per il suo migliore amico (chiamiamolo, per comodità, Kevin, come il protagonista di un noto film) è arrivato il momento di rientrare. Abitando vicini, i due irrequieti pargoli possono fare insieme un tratto di strada proseguendo con i loro giochi e le loro scorribande.

Kevin (puntando verso un tabacchino): vieni! Andiamo a vedere se ci sono i Gormiti!!!
Gian Burrasca (puntando entusiasta verso il Museo di Scienze Naturali situato esattamente di fronte al tabacchino, nel quale è in corso un’interessante mostra su animali e insetti scavatori che lui ha già visto 3 volte):  SÌ, DAAAIII!!! Andiamo a vedere i vermini!!!

mamma K.: ?

io: …
Kevin (scoppiando in una sonora risata): AHAHAH! I VERMINI!!! Ho detto Gormiti, non vermini!!!
Gian Burrasca (osservandolo interdetto): … ? …
mamma K. (rendendosi conto del fraintendimento): ehm… Kevin… lui è un po’ più piccolo di te… forse non li conosce i Gormiti…

io: …
Kevin (continuandolo a canzonarlo, sempre più sonoramente e di gusto): AHAHAHAHAH!!!
 Vermini… AHAHAHAHAH!!!
Gian Burrasca (guardandolo con aria di risentito rimprovero): BEH?!? Non c’è proprio NIEEENTEEE da ridere!!!

mamma K.: !!!
io: …

Raccomandazioni 2

SERA, ORE 20:00

Mentre Lui e Gian Burrasca sono acciambellati sul divano intenti a giocare con l’i-Pad, io mi accingo a pulire il tavolo da pranzo.

Gian Burrasca (concentratissimo nel gioco): …
io (calpestando un piccolo bullone in legno): …ahi!
Lui: …
Gian Burrasca (lanciandomi un’occhiata): …
io (guardandolo in tralice): …
Lui: …
Gian Burrasca (tornando alle sue occupazioni): …
io (inciampando in una macchinina): uff…
Lui: …
Gian Burrasca (osservandomi contrariato): …
io (restituendogli analoga occhiata): !
Lui: …
Gian Burrasca (proseguendo nelle sue faccende): …
io (urtando contro un furgoncino con rimorchio e mandando all’aria sia il carico che i passeggeri): ma che caaa…
Lui (scrutandomi con curiosità): ?
Gian Burrasca (voltandosi verso di me, visibilmente seccato): insomma mamma… stai un po’ più attenta!!!
io: !!!
Lui: …

Priorità

MATTINA, ORE 10:00

Io sono impegnata nelle canoniche grandi pulizie del week end.
Lui è intento a lavorare al computer.
Gian Burrasca è concentrato a giocare col Didò.
Mentre mi dirigo verso la cucina, mi fermo vicino a lui per abbracciarlo e dargli un bacio.

Gian Burrasca (sfuggendo alla mia presa e guardandomi con aria di rimprovero): ma mamma!!!
io: ?
Gian Burrasca (tornando serio serio alla sua occupazione): sto lavorando!
io: …
Gian Burrasca: non ho tempo adesso!
io: …
Gian Burrasca: te li dio dopo i bacini!
io: !!!

Raccomandazioni 1

SERA, ORE 19:30

Finito di cenare, mentre io sono intenta a rassettare la cucina Lui e Gian Burrasca sono sdraiati sul tappeto del soggiorno immersi nel gioco.

Gian Burrasca (facendo volare macchinine qua e là per la stanza): maaaaammm… vrooooom vrooooom… pe pe… maaaaaaammm maaaaaaammm!!!
Lui (osservandolo con dolcezza): WOOOW!!! Che veloci che sono!!!
Gian Burrasca (usando il padre come pista): vrooooom vrooooom vrooooom!!!
Lui (togliendosi un’automobilina dalla testa): senti… ma… posso giocare anch’io?
Gian Burrasca (interrompendosi bruscamente e guardando suo papà con sospetto): sì… puoi giocare… ma mi raccomando…
Lui: ?
Gian Burrasca (sempre accigliato): …devi fare attenzione, perché le macchinine sono mie!
Lui: …
Gian Burrasca (scuotendogli un ditino davanti al naso): non devi rovinarle!
Lui: !!!
io: !!!

Houdini

POMERIGGIO, ORE 16:00

Per Gian Burrasca è ora del bagno.
Mentre lui si spoglia, io apro l’acqua per farla riscaldare. Appena arriva alla temperatura giusta, prendo il pargolo e lo infilo nella vasca. Mi volto per qualche istante per recuperare le sue barchette e il necessario per le abluzioni. Torno immediatamente da lui per girare la manopola di chiusura dello scarico.
Ma…

Gian Burrasca (con la testa infilata sotto lo scroscio dell’acqua): …
io (guardandomi intorno interdetta): ma… dov’è finito il tappo della vasca?
Lui (con fare ironico): cosa hai perso?
Gian Burrasca (osservando con interesse le gocce che scivolano lungo le pareti): …
io (controllando che non l’abbia “rubato” il piccolo): ma non è possibile!!!
Lui (con aria perplessa): non dirmi che non trovi più il tappo della vasca…
Gian Burrasca (tentando invano di trattenere l’acqua tra le manine): …
io (aggirandomi inquieta per il bagno): no… non lo trovo più!
Lui (dandomi man forte nella ricerca): dove l’hai lasciato l’ultima volta?
Gian Burrasca (beandosi del fiotto caldo sulla schiena): …
io (aprendo nervosamente ogni anta e ogni cassetto del bagno): …ma se non lo sposto mai!!!!
Lui (rovistando scetticamente in ogni luogo possibile… e impossibile): magari l’hai fatto senza rendertene conto…
Gian Burrasca (scrutandoci seminascosto dal bordo della vasca): …
io (girovagando turbata per la casa): l’unico momento in cui lo tolgo è quando pulisco… e lo appoggio sul bordo!
Lui (con atteggiamento accondiscendente): ma magari…
Gian Burrasca: …
io (interrompendolo bruscamente) NO!
Lui: …

Dopo aver cercato invano ovunque per una decina di minuti, mi arrendo, e torno in bagno per tirare fuori Gian Burrasca dalla vasca prima che prenda freddo.

io: tesoro… devo lavarti e farti uscire. Mi dispiace, ma la mamma non trova più… MA NON CI CREDO!!!!
Lui: che c’è?
io: IL TAPPO!!!
Lui: beh?
io: È QUI!!! AL SUO SOLITO POSTO!!!
Lui: …

Lascio Gian Burrasca alle prese con i suoi giochi e inizio a occuparmi d’altro, sempre, ovviamente, con un occhio puntato su di lui.
Quando l’allagamento del bagno rischia di oltrepassare i livelli di umana accettazione, decido di procedere con la fasi di lavaggio-asciugatura-vestizione del piccolo unno.
Giro il rubinetto di apertura dello scarico, recupero da uno degli armadietti la sua spugna, quindi torno verso la vasca.

Gian Burrasca (continuando a sguazzare imperterrito): …
io (guardandomi di nuovo intorno sconcertata): ma…
Lui: cosa c’è adesso?
Gian Burrasca (regalandomi uno dei suoi sguardi furbi): …
io (sempre più sbigottita): ma non è possibile!!!
Lui: ???
Gian Burrasca (sorridendomi con aria birbante): …
io (aguzzando lo sguardo): il tappo… è sparito di nuovo!!!
Lui: !!!
Gian Burrasca (iniziando a sogghignare): …
io (colta da un sospetto): amore… dove hai nascosto il tappo della vasca?
Lui: …
Gian Burrasca (facendoselo magicamente ricomparire tra le mani): :)
io: ma dove…
Lui: ?
Gian Burrasca (infilando l’oggetto in uno dei bocchettoni laterali dell’idromassaggio e mostrando poi le manine di nuovo vuote): :)))
io: !!!
Lui: …

Silenzio

POMERIGGIO, ORE 18:30

Io e Gian Burrasca ci siamo attardati in giro per la città: dal momento che il guardaroba primavera/estate dello scorso anno è quasi del tutto inutilizzabile, abbiamo trascorso il pomeriggio vagando per negozi. In uno dei tanti lui si è intestardito nel volere il bagnoschiuma di Cars, ed io, pur di riuscire a provargli la giacchina che cercavo da tutto il giorno, ho accettato di comperarglielo.
Ci ritiriamo sfiniti e, sulla porta di casa, incontriamo Lui che torna dall’ufficio.
Entriamo e depositiamo i vari bagagli nell’ingresso. Lui va a cambiarsi e si chiude in cucina per preparare la cena -è lui lo chef di casa!-; il pargolo corre in soggiorno a giocare con le sue macchinine; io sparisco in camera da letto per infilarmi qualcosa di più comodo e mettere un po’ d’ordine.
Mentre rassetto, assaporo la serenità casalinga e i rumori della quotidianità domestica: Lui che traffica con pentole e tegami, i nostri uccellini che fischiettano tranquilli, Gian Burrasca che… … !!! ???
Mi rendo improvvisamente conto che un pericoloso silenzio aleggia nalla casa… e il silenzio, con un bambino, è sempre foriero di guai!

Gian Burrasca: …
io
(volando dalla camera al soggiorno): amore… cosa stai combinanNOOOOOO!!!

Gian Burrasca è in piedi al centro della stanza: ha recuperato dalla busta lasciata nell’ingresso il suo bagnoschiuma, l’ha aperto, ed ora, con grande gusto e incontenibile gioia, lo sta spalmando ovunque!!!

Gian Burrasca (guardandomi felice e soddisfatto): io pulisco!
io: SIGH!

Lo prendo in braccio, lo trascino nel bagno, gli lavo le mani, lo cambio, butto i suoi vestiti pieni di sapone nella lavatrice, lo spedisco in soggiorno.
Lui, nel frattempo, ha iniziato a ripulire il disastro. Lo lascio alle sue incombenze culinarie e finisco di lavare via il fluido profumato dal pavimento. E dal tappeto… E dal divano! E dai cuscini!!!
Quando finalmente mi pare di aver cancellato ogni residuo, raggiungo Lui per farmi consolare. Dopo pochi minuti Gian Burrasca arriva sul suo furgoncino.

Gian Burrasca (arrivando sul suo furgoncino): …
io
(guardandolo torva): DISASTRO!
Lui: …
Gian Burrasca (alzandosi e toccandosi il sedere): io sono bagnato!
io (inorridendo): ma come bagnato?!? Ma se hai appena fatto la pipì???
Lui (toccandolo): …ehm…
Gian Burrasca: io no pipì!
io (toccandolo a mia volta e ritrovandomi la mano coperta di docciaschiuma): ma dove…
Lui (esaminando il furgoncino): …ehm…
Gian Burrasca (osservando contento il suo mezzo): io ho pulito!
io: SIGH!!!
Lui: …

Lo riprendo in braccio, lo ritrascino nel bagno, gli rilavo le mani, lo ricambio, ributto i suoi vestiti pieni di sapone nella lavatrice, lo rispedisco in soggiorno. Dopodiché recupero il furgoncino e… gli faccio la doccia.
Torno nuovamente da Lui per farmi riconsolare.

Gian Burrasca (presentandosi con un’automobilina tra le mani): …
io
(guardandolo rassegnata): DISASTRO!!!
Gian Burrasca (mostrandomi la piccola auto): io lavae macchinina!
io: tesoro… non serve lavare la macchinina.
Gian Burrasca (ostinato): io lavae macchinina!!!
io: ma amore… la macchinina è pulita
Gian Burrasca (posando tra le mie mani il giocattolo… appiccicoso di bagnoschiuma): io lavae macchinina!!!
io (colta da un terribile sospetto): no… no… no…

Tallonata da Gian Burrasca che mi trotterella dietro, raggiungo il soggiorno, individuo la cesta delle macchinine e vi infilo dentro le mani: la sensazione è quella di un’insalata di metallo in salsa di sapone.

Gian Burrasca (sorridente): io lavae macchinine!
io: BUHUAAAAA!!!

Taglia!

Da qualche giorno il povero Gian Burrasca è costretto in casa a causa un’otite. E per lui, abituato a trascorrere le ore di asilo impegnato in innumerevoli attività e le restanti a scorrazzare libero per i prati tra scivoli, altalene e buche della sabbia, la clausura forzata è fonte di inevitabile nervosismo.
Per alleviare la sua irrequietezza mi sono pertanto industriata a inventare ogni giorno un nuovo gioco: dalla pittura alla scultura, dalla meccanica (abbiamo costruito navi, aerei e barche con i Lego) all’architettura (abbiamo innalzato inespugnabili castelli, alte torri e solide mura sulle quali si divertiva a “godzillare” con grande soddisfazione), dalla letteratura pop-up alla cucina, abbiamo esplorato insieme tutte le possibilità che i mezzi casalinghi ci offrivano.
Tra queste, l’arte del collage.

POMERIGGIO, ORE 17:00

Dopo averlo convinto a fare il gioco “mettiamo in ordine la stanza” -cosa che mi ha fatta sentire molto Mary Poppins- ed essere riuscita a distrarlo dall’idea di attaccarsi all’i-Pad, propongo a Gian Burrasca di fare un bel collage per la nonna. Accetta entusiasta!
Recupero quindi forbici, colla e cartoncini da usare come base… poi, però, mi rendo conto di essere del tutto sprovvista della materia prima fondamentale: riviste e giornali dai quali ritagliare immagini e disegni. Nella nostra casa, infatti, entrano solo determinati tipi di periodici: di architettura, di design, di fotografia, di viaggi, di subacquea. Nulla, quindi, che possa essere brutalizzato e mutilato da lame taglienti. Senza perdermi d’animo, inizio a rovistare in ogni scaffale della libreria, e dopo 10 minuti di attenta ricerca riesco a racimolare qualche catalogo di abbigliamento ed un vecchio rotocalco femminile.
Gian Burrasca, che ha seguito paziente la mia caccia, mi osserva con aria scettica.

io: tesoro… adesso ritaglio qualche bella figura e poi iniziamo ad attaccarle. Va bene?
Gian Burrasca: no! Io scelgo!
io: va bene, allora. Ci sediamo e sfogliamo insieme tutti i giornali. Tu mi dici cosa ti piace, io ritaglio. Ok?
Gian Burrasca: occhei…

Prendiamo posto al tavolo del soggiorno dove ho già allestito la nostra postazione di lavoro ed iniziamo a scorrere le pagine…

io (indicando la fotografia di una ricca composizione di frutta): questa ti piace?
Gian Burrasca: no… no piace!
io (mostrandogli l’immagine di un barattolo pieno di pennelli e di una tavolozza sporca di colori): e questa?
Gian Burrasca: no… neppue questa!
io (additando un bimbo paffuto seduto di fronte ad una gigantesca torta): guarda questa che bella!
Gian Burrasca: no… no è bella!
io (attirando la sua attenzione su dei disegni stampati sulle magliette di alcuni ragazzi): oh… questi ti piacciono sicuramente! Ci sono Snoopy, Paperino, Topolino…
Gian Burrasca: no… sicuamente!
io (facendogli vedere dei bambini che si divertono con dei cubetti colorati): qui ci sono dei bimbi che giocano…
Gian Burrasca: no inteessa bambini…
io: …

Continuiamo così per un po’. Poi…

Gian Burrasca (alzando gli occhi e guardando con preoccupante concentrazione i foglietti stampati del costosissimo Zettel’z di Ingo Maurer appeso sulla sua testa): …
io: ?
Gian Burrasca (indicandoli, finalmente felice): QUELLI TAGLIAE!!!
io: !!!

Più forte!

POMERIGGIO, ORE 15:00

L’asilo di Gian Burrasca ha chiuso con qualche ora di anticipo: alle 12:30, subito dopo aver pranzato, i turbolenti pargoletti sono stati sguinzagliati tra le amorevoli braccia dei genitori. Hanno pertanto saltato l’abituale riposino pomeridiano.
Fuori splende un sole primaverile (quasi estivo, oserei dire), per cui decido di portare Gian Burrasca al parco giochi a scatenarsi un po’… la segreta speranza è che una mezz’ora di sano movimento lo stanchi tanto da conciliargli il sonno.
Alle 15:00, dopo essere andato sull’altalena, aver giocato nella buca della sabbia, essere tornato sull’altalena, aver corso sul prato, essere risalito sull’altalena, aver volteggiato su una specie di skilift volante sospeso ad un metro da terra -con me attaccata a lui per spingerlo e sostenerlo-, aver perseverato con l’altalena, essersi cimentato con una palestra da arrampicata per bambini, essersi nuovamente issato sull’altalena, aver provato tutti gli scivoli del parco decide, nonostante sia talmente sfinito da avere ormai gli occhi semichiusi dal sonno di… andare sull’altalena!!!

io (esausta ed accaldata): ma cucciolo… non sei stanco?
Gian Burrasca (facendo ormai fatica anche a stare in piedi): NO! Io no sono stanco! Io voglio altalena!
io (anelando ad una panchina… all’ombra): ma tesoro… e le nanne? All’asilo le fai tutti i pomeriggi! Oggi niente?
Gian Burrasca (già intorpidito, ma ostinato): NO! IO NO NANNE! IO ALTALENA!!!
io (tentando disperatamente di farlo sedere nel passeggino): dai amore… facciamo una bella passeggiata e tu dormi un po’?
Gian Burrasca (divincolandosi come un pesce all’amo): NOOOOOOOOOO!!!
io (facendo un ultimo tentativo per farlo desistere): ma…
Gian Burrasca (già appeso alla catena e con un piede sulla seduta): ALTALEEENAAA!!!
io: okok… altalena…
Gian Burrasca (finalmente seduto e soddisfatto): PIÙ FOTTE PIÙ FOTTE!!!
io (ormai rassegnata): più forte…
Gian Burrasca (aggrappato al maniglione di sicurezza): ANCOA PIÙ FOTTE!!!
io (rendendomi conto che è allo stremo delle forze): ma se stai dormendo in piedi!
Gian Burrasca (con la testa che inizia a ciondolare): più fotte…
io (facendo progressivamente rallentare l’altalena): sì tesoro…
Gian Burrasca (con gli occhietti che si chiudono, ma ancora senza desistere): fotte…
io: sì cucciolo…
Gian Burrasca: …
io: ?
Gian Burrasca: …
io: …cucciolo?
Gian Burrasca: zzzzzzzzzzzzzzzzzzz
io: …

Nautica

Gian Burrasca adora da sempre tutto ciò che ha a che fare con il mare e con l’acqua in generale. A 3 mesi ha cominciato il suo primo corso di acquaticità; a 4 è partito con noi per il Mar Rosso, ha fatto il primo bagnetto sulla barriera corallina e ha partecipato a  un full day in barca. A 5 ha fatto i 25 m nella piscina olimpionica profonda 5 m… coi braccioli, è ovvio, ma in perfetta autonomia (con la sottoscritta alle calcagna)! A 11 mesi, in Grecia, ha deciso di fare il suo primo bagno da solo… e ha gattonato sereno verso il mare fino a che l’acqua non gli è arrivata alla bocca. Stesso periodo e stesso luogo, vedendo Lui che lo chiamava dalla piscina, vi si è tranquillamente tuffato. A 22 mesi, in Sicilia, dopo un tour in barca, si è lasciato calare nelle cristalline acque del Mediterraneo… salvo poi schizzare fuori a causa del freddo. A 23, in Puglia, aveva già preso l’abitudine di fare la siesta pomeridiana comodamente adagiato nel suo personale canottino.
A casa, poi, non fa che curiosare tra libri e riviste su fauna marina, subacquea e barche (galleggianti e sommerse). Che nella nostra libreria abbondano, vista la passione per il mare che accomuna me e Lui. Ho anche comperato dei libri pop up proprio su quegli argomenti, in modo che possa guardare, toccare e imparare in modo divertente.
Visto questo suo interesse, il momento del bagnetto è l’ideale per le sue sperimentazioni: abbandonate le paperelle dopo pochi mesi, la vasca da bagno si è progressivamente popolata di pesci e imbarcazioni, che lui fa muovere sicure tra iceberg di palline colorate.

POMERIGGIO, ORE 18:00

io (con la testa infilata nel contenitore dei giochi): tesoro… cosa vuoi oggi? Le palline, i pesci o le barchette?
Gian Burrasca (già immerso fino al collo nell’acqua calda e colorata di blu): mmm… bacchette!
io (passandogliele una alla volta): ok… allora… il motoscafo… la barca a vela… la pilotina… e la grande barca da pesca!
Gian Burrasca (prendendole tutte e iniziando a farle sfrecciare nel liquido): vvvvvvvvvvvv… ssssssch… vrom vrom… maaaaaaaaaaaammm…
io: …
Gian Burrasca (fermandosi e guardando con perplessità la pilotina): …
io: che c’è tesoro?
Gian Burrasca (schiacciando la pilotina sul fondo della vasca e aspettando che si riempia di acqua): …
io: ?
Gian Burrasca (guardando soddisfatto la barchetta cha giace nelle profondità): LELITTO (leggi: relitto)!!!
io: !
Gian Burrasca (prendendo la barca da pesca e lasciando che anche quella si riempia d’acqua e affondi): …
io: ???
Gian Burrasca (manovrando l’oggetto con compiacimento ancora maggiore): vvvvvvvvvvvvvvvvvvv… SOTTOMAINO (leggi: sottomarino)!!!
io: !!!