Scary G. B.

MATTINA, ORE 13:00

È ora di pranzo: dopo aver mangiato un bel piattone di pasta al pomodoro, Gian Burrasca si appresta ad assaporare delle grosse fragole.

Gian Burrasca (guardando i frutti con voluttà): …

io (mangiando uno yogurt): …
Gian Burrasca (rigirandosi tra le dita una delle fragole): …
io (rendendomi conto che lo yogurt è scaduto da 15 giorni): :s

Gian Burrasca (addentando con gusto quella delizia rossa): …
io (grattando col cucchiaino il fondo del vasetto… tanto, ormai…): …
Gian Burrasca (osservando con interesse il succo della fragola che cola copioso sulle sue mani): !
io (andando a recuperare un tovagliolo per evitare che il nettare passi dalla mano alla maglietta): …

Gian Burrasca (sorridendomi con aria soddisfatta): …mamma?

io: sì tesoro?

Gian Burrasca (indicando il liquido): questo è il sangue della fragola!
io (guardandolo piuttosto inorridita): ehm… non è sangue amore… è solo succo!

Gian Burrasca (tornando a studiare il fluido scarlatto): …
io (cercando di asciugare il tavolo): …
Gian Burrasca (rimettendosi il piccolo frutto in bocca): …mamma?
io: sì tesoro?

Gian Burrasca (passando lo sguardo da me alla fragola): io succhio il sangue della fragola!
io: !!!

Succo!

È sabato.
Io e Lui decidiamo di portare Gian Burrasca e Pippi a godersi un po’ di neve.
Dopo aver spinto Furgoncino su e giù per monti e valli accompagnati da una vocina che continuava a gridare “GUADDA! NEVE! BELLA NEVE!!!”, finalmente ci fermiamo nei pressi di un piccolo comprensorio di piste da sci.
Giornata meravigliosa, sole splendente, alberi carichi di una neve leggera e impalpabile che scivolava dai rami spolverandoci di bianco, un manto candido e soffice ancora immacolato e pronto a farsi segnare e disegnare, un silenzio ed una pace che solo le montagne sanno regalare.
Come era prevedibile, Gian Burrasca si tuffa nel bianco affascinato da tutto quel morbido bagliore di cristalli. Dopo aver arrancato per un po’, individua una serie di slittini dalle tipologie più disparate (dal bob allo snow scooter, dalla slitta  tradizionale allo pseudo pneumatico…) e decide di provarli tutti, facendosi trascinare qua e là da una pazientissima Pippi. Adocchia infine un gruppo di casette di plastica che, ovviamente, stabilisce di esplorare e conquistare al grido “CASEEETTAAA!!!”

Risultato: dopo un’oretta circa Gian Burrasca è fradicio e infreddolito.
Decidiamo quindi di rifugiarci in un après-ski per bere qualcosa e riscaldarci un po’.

POMERIGGIO, ORE 18:00

barista: buonasera… cosa posso portarvi?
Lui: 2 bombardini, una cioccolata normale ed una piccola…
barista: perfetto!
Gian Burrasca: …succo!
io: tesoro…adesso arriva la cioccolata… buona, calda… ok?
Gian Burrasca: …succo!
io: …

Dopo un po’ torna il barista con le nostre ordinazioni…

barista (passandoci le varie tazze): ecco a voi… 2 bombardini, una cioccolata grande ed una piccola!
Gian Burrasca (allungandosi verso il vassoio): …succo!
io (facendolo tornare al suo posto): cucciolo… guarda… la cioccolata, come quella di Pippi!
Gian Burrasca (indicando il bombardino di Lui): succo!!!
io: no tesoro, quello non è succo!
Gian Burrasca (guardando ostinatamente il bombardino di Lui): suuuccooo!!!
io: no amore, quella è una cosa per adulti…
Gian Burrasca (imperterrito): SUUUCCOOO!
Lui: ma no, cucciolo, è cattiva, davvero, è una cosa per grandi…
Gian Burrasca (irremovibile): S U C C O!
io: NO! Tu hai la cioccolata! Quello non è per te!
Gian Burrasca: …

Finalmente il barista ci aiuta ad uscire da quell’empasse portandoci un piattino di dolcetti fatti in casa che sembrano distrarre Gian Burrasca dal sua ossessione.
Io mi perdo per un attimo a dissertare con Lui circa i gusti musicali dei popoli germanofoni, dal momento che il locale risuona delle note di vecchi successi italiani anni ’80 reinterpretati in lingua tedesca.
Quando mi giro per osservare nuovamente Gian Burrasca lo vedo completamente disteso sul tavolo sul punto di ghermire il bombardino. Resosi conto di essere stato colto in flagrante, sfodera uno dei suoi sorrisi più innocenti…

Gian Burrasca: …succo?
barista: precoce il piccolo, eh?
io: …

P.S.: Pippi sta per Pippi Calzelunghe… visto che qui non usiamo i nostri veri nomi…