Pinocchio

MATTINA, ORE 7:30

Dopo aver approntato Gian Burrasca, lo spedisco in soggiorno per finire di prepararmi prima di uscire di casa.

Gian Burrasca (trotterellandomi dietro): mamma?

io (rispondendogli con la testa affondata nell’armadio): dimmi tesoro…
Gian Burrasca (piantandosi dietro di me): …posso cartoni?

io (evitando a stento di inciampare su di lui): no tesoro…

Gian Burrasca (senza demordere): …ma mamma…

io (cercando di tagliare corto e di non perdermi in prolisse discussioni): …non ci sono cartoni a quest’ora…

Gian Burrasca (guardandomi pensieroso): …
io (proseguendo nei miei preparativi): …
Gian Burrasca (fissandomi con aria di rimprovero): mamma?

io (saltellando mentre mi infilo i pantaloni): sì amore?
Gian Burrasca (scuotendomi davanti un ditino accusatore): …non devi dire bugie…

io: ???

Gian Burrasca (continuando con la sua ramanzina): …o ti cresce il naso lungo lungo cone quello di Pinocchio!!!

io: !!!

Delicatessen

MATTINA, ORE 8:30

Sto accompagnando Gian Burrasca all’asilo. Siamo a piedi e il freddo intenso e pungente fa rabbrividire entrambi nonostante la stratificazione di vestiti nei quali siamo avvolti. Gian Burrasca, come sempre, ha cappello e sciarpa, ma non i guanti, che si ostina a togliersi poco dopo averli infilati.

Gian Burrasca (bloccandosi e iniziando a esplorare i suoi pantaloni): …
io (osservandolo incuriosita): cosa fai tesoro?
Gian Burrasca (trovando finalmente la tasca e infilandoci la manina): ho freddo!
io: ti avevo detto di metterti i guanti! Tieni la mano nella tasca, così starai più caldo…

Gian Burrasca (sorridendomi e riprendendo a camminare): va bene mamma. E l’altra me la tieni tu, così me la scaldi! Va bene mamma?

io: certo tesoro!
Gian Burrasca (riflettendo tra sé e sé): …
io: ?

Gian Burrasca: mamma?
io: sì tesoro?
Gian Burrasca: però domani me li metti i guanti…

io: va bene tesoro…
Gian Burrasca: …perché io ho freddo…

io: …
Gian Burrasca: …perché sono delicato!!!
io: !!!

Preoccupazioni

MERCOLEDÌ 12 SETTEMBRE, ORE 12:45 CA.

È il momento dell’omelia.
Don Mario tira fuori da un ripiano nascosto sotto l’altare una rosa. Spiega che gli è stata data in dono, e che si tratta di un esemplare molto particolare, in quanto è stata sottoposta ad un particolare trattamento che le permetterà di non appassire mai.
Lui osserva il tutto con curiosità.
Don Mario, pur riconoscendone l’indubbia bellezza, ne parla come di una cosa “congelata”, “imbalsamata”, finta perché non soggetta ad alcun tipo di cambiamento, ivi compreso lo stesso appassimento.
Lui appare impensierito.
Don Mario spiega che qualunque cosa ha un valore tanto maggiore, quanto più è viva e passibile di metamorfosi.
Lui inizia a manifestare segni di nervosismo.
Don Mario fa comparire un piccolo vaso con una piantina di rose rosse.
Lui palesa una crescente apprensione.
Don Mario spiega come il matrimonio sia come una piccola pianta: deve essere accudito, curato, riempito di attenzioni perché possa crescere, sbocciare, fiorire rigoglioso…
Lui è ormai visibilmente preoccupato.
Don Mario spiega di aver deciso di regalarci quella piantina di rose rosse come segno benaugurale per la nuova vita che adesso sta iniziando per noi…
Prendiamo il vasetto.
Lui è nel panico.

ORE 20:30

io (ripensando alla sua faccia): amore… mi spieghi perché eri così angosciato durante l’omelia?
Lui: pensavo alla pianta di rose…
io: ?
Lui: che dovrebbe rappresentare il nostro matrimonio…
io: quindi…?
Lui: …non riuscivo a non pensare anche al tuo inguaribile e infallibile pollice nero!!!
io: !!!

Raccomandazioni 2

SERA, ORE 20:00

Mentre Lui e Gian Burrasca sono acciambellati sul divano intenti a giocare con l’i-Pad, io mi accingo a pulire il tavolo da pranzo.

Gian Burrasca (concentratissimo nel gioco): …
io (calpestando un piccolo bullone in legno): …ahi!
Lui: …
Gian Burrasca (lanciandomi un’occhiata): …
io (guardandolo in tralice): …
Lui: …
Gian Burrasca (tornando alle sue occupazioni): …
io (inciampando in una macchinina): uff…
Lui: …
Gian Burrasca (osservandomi contrariato): …
io (restituendogli analoga occhiata): !
Lui: …
Gian Burrasca (proseguendo nelle sue faccende): …
io (urtando contro un furgoncino con rimorchio e mandando all’aria sia il carico che i passeggeri): ma che caaa…
Lui (scrutandomi con curiosità): ?
Gian Burrasca (voltandosi verso di me, visibilmente seccato): insomma mamma… stai un po’ più attenta!!!
io: !!!
Lui: …

Medicina alternativa

SERA, ORE 20:00

Io, Lui e Gian Burrasca siamo in macchina, di rientro dalla piscina.
Osservando l’espressione sofferente di Lui, mi rendo conto che deve esserci qualcosa che non va.

io (accarezzandogli il viso): tesoro… cosa c’è?
Lui (facendo una smorfia): non mi sento molto bene…
Gian Burrasca (ascoltando attentamente): …
io (continuando a guardarlo): testa? Stomaco?
Lui (massaggiandosi la pancia): stomaco…
Gian Burrasca (sporgendosi dal suo seggiolino): papà è malato?
io: no tesoro… non è malato… ma non si sente tanto bene…
Lui: …
Gian Burrasca: papà… devi cercare di dormire un po’ di più…
io: …
Lui: ehm… va bene tesoro…
Gian Burrasca: hai capito papà? Devi dormire tanto, così quando ti svegli non sei più malato!
io: …
Lui: d’accordo tesoro… dormirò tanto…
Gian Burrasca: bravo! Così guarisci presto!
io: !
Lui: e per dormire mi presti Coglietto?
Gian Burrasca (riflettendoci prima qualche secondo): …sì…
io: …
Lui: grazie!
Gian Burrasca (con voce un po’ preoccupata): però non perdermi Coglietto, mi raccomando!
io: !
Lui: va bene…
Gian Burrasca (rasserenato dalla risposta): …va bene…
io: …
Lui: …
Gian Burrasca (con fare concitato): allora ti do Coglietto, così ti protegge e… e…

io: ?
Lui: ?
Gian Burrasca: …e manda via i lupi!
io: !
Lui: !
Gian Burrasca (finalmente trionfante): così quando ti svegli sei guarito!!!
io: !!!
Lui: !!!

Questione di sicurezza 2

POMERIGGIO, ORE 17:00

Dopo averlo preso dall’asilo, porto Gian Burrasca nel piccolo parco giochi che è proprio lì vicino. Dopo aver parcheggiato il passeggino, sguinzaglio il pargolo tra altalene, scivoli, dondoli, casette di legno e… buche della sabbia. Proprio mentre si sta rotolando in una di queste insieme ad altri bambini, vedo una mamma che corre atterrita a raccattare la figlioletta che si è appena unita al gruppo.

mamma (urlando ai limiti della crisi isterica): NO!!! ESCI SUBITO DI LÌ!!! È PERICOLOSISSIMO!!! CI HANNO TROVATO DELLE SIRINGHE!!!
bambina (facendosi controvoglia trascinare fuori dalla sabbia): BUHUAAAAA!!!

Molto turbata dalla scena, chiedo delucidazioni alla mamma urlante che, per fortuna, ha recuperato il suo aplomb non appena la piccola ha lasciato la sua postazione. Mi spiega che, un po’ di tempo prima, sono state trovate delle siringhe sepolte sotto la sabbia, che è stata avvertita la polizia e che, per tutta risposta, è stato detto al gruppetto di mamme di fare attenzione ai bambini perché la situazione non può, purtroppo, essere tenuta costantemente sotto controllo dalle forze dell’ordine.
Ancora più preoccupata, mi affretto verso la buca per recuperare Gian Burrasca.
Accanto a lui ci sono un paio di bimbetti con le rispettive mamme.

mamma 1 (rivolgendosi a me): guardi… stia pure tranquilla e lasci giocare il bambino…
io: ma… non è vera la storia delle siringhe?
mamma 2: oh… sì… certamente! Ma cosa vuole che sia… tutt’al più i bambini le dissotterrano con le palette e può recuperarle lei senza nessun problema!
io: !!!

P.S.: cercasi, taglia 3/4 anni, divisa da… artificiere!!!