Pinocchio

MATTINA, ORE 7:30

Dopo aver approntato Gian Burrasca, lo spedisco in soggiorno per finire di prepararmi prima di uscire di casa.

Gian Burrasca (trotterellandomi dietro): mamma?

io (rispondendogli con la testa affondata nell’armadio): dimmi tesoro…
Gian Burrasca (piantandosi dietro di me): …posso cartoni?

io (evitando a stento di inciampare su di lui): no tesoro…

Gian Burrasca (senza demordere): …ma mamma…

io (cercando di tagliare corto e di non perdermi in prolisse discussioni): …non ci sono cartoni a quest’ora…

Gian Burrasca (guardandomi pensieroso): …
io (proseguendo nei miei preparativi): …
Gian Burrasca (fissandomi con aria di rimprovero): mamma?

io (saltellando mentre mi infilo i pantaloni): sì amore?
Gian Burrasca (scuotendomi davanti un ditino accusatore): …non devi dire bugie…

io: ???

Gian Burrasca (continuando con la sua ramanzina): …o ti cresce il naso lungo lungo cone quello di Pinocchio!!!

io: !!!

Forza dell’abitudine

POMERIGGIO, ORE 17:30

Io e Lui abbiamo portato Pippi e Gian Burrasca al museo per vedere una mostra. Visto che il biglietto d’ingresso comprendeva la visita all’intero museo, abbiamo trascorso il pomeriggio a gironzolare tra le varie sale, tra quadri di arte contemporanea e sculture postmoderne, oggetti di design di ispirazione antroposofica e modelli di architettura risalenti al periodo fascista.
Alla fine io e Lui ci areniamo, come al solito, nel fornitissimo book shop, alla ricerca di qualche libro particolare per noi e per i bimbi. Pippi esplora la l’angolo gadget. Gian Burrasca scopre una piccola area gioco riservata ai più piccini e vi si parcheggia.
Dopo qualche minuto la silenziosa serenità di quel luogo viene scossa da una vocetta vivace e tonante che sembra provenire dal retro degli scaffali espositivi.

io (correndo verso l’origine del frastuono): !!!

vocetta (continuando ad urlare): WROOOM WROOOM!!!
io (adocchiando il pargolo che, spalmato sul tappeto, brandisce un paio di macchinine): …

vocetta: ADESSO FREEENAAA!!! WROOM WROOM!!! ED ECCO CHE SI FERMA AL TRAGUARDOOO!!!
io (apostrofando il piccolo con tono irritato): tesoro… TESORO!!! La smetti di urlare?!?
vocetta (ignorandomi): MAAAAAAAMMM!!! MAAAM!!!
io (cercando inutilmente di richiamare l’attenzione del bimbo): INSOMMA!!! BASTA!!!

vocetta (senza degnarmi neppure di uno sguardo): WROOOOOOOM!!! PEEE PEEE!!!

io (decisamente indispettita dal suo comportamento): GIAN BURRASCA!!! Vieni subito qui!!!

vocetta (facendo sempre orecchie da mercante): GIRAAA!!! SCONTROOO!!! MAAAAAAAAAM!!!

Non sortendo alcun risultato con i rimproveri, decido di andare a recuperare personalmente il bricconcello. Scavalco una sediolina, scanso il tavolo, cerco di spostare gentilmente un bimbetto che, silenzioso e incuriosito, mi sta esaminando da quando sono arrivata.

io (mettendo delicatamente le mani sulle spalle del piccolo spettatore e guardandolo benevola): …
bimbetto (osservandomi perplesso): …
io (rendendomi conto che quello che io sto cercando di allontanare è Gian Burrasca): !!!
bimbetto-Gian Burrasca (fissandomi con aria di compatimento): …
io (spostando lo sguardo da lui al bimbo sul tappeto e notando che sono completamente diversi… anche nell’abbigliamento): …

Gian Burrasca (continuando a scrutarmi con un certo, giustificabilissimo, sdegno): …

io (notando con la coda dell’occhio che, seduta al tavolo, c’è una mamma che mi osserva con espressione allibita): ehm…
Gian Burrasca (distogliendo l’attenzione da me e tornando al suo silenzioso gioco): …

io (accarezzandogli la testina e sorridendo imbarazzata all’altra mamma): sa com’è… la forza dell’abitudine!!!
mamma: !!!
Gian Burrasca: …

Macchina del tempo

MATTINA, ORE 8:00

Io, Lui e Gian Burrasca siamo in procinto di uscire di casa. Mentre gli sto infilando la giacca, il piccolo si ferma a guardare una foto che ritrae Lui e me al settimo mese di gravidanza in barca.

Gian Burrasca (additando la fotografia): quelli sono mamma e papà?
io (tirando su la cerniera del suo piumino): sì tesoro! E ci sei anche tu.
Gian Burrasca (osservando incuriosito l’immagine): dov’è Gian Burrasca?
io (allacciandogli la sciarpa): nella pancia della mamma.
Gian Burrasca (sgranando gli occhi): nella pancia della mamma???
io (mettendogli il cappellino): sì tesoro…
Gian Burrasca (pensieroso): …aaaaaaah!
io (sospingendolo delicatamente verso la porta): …

SERA, ORE 19:00

Siamo a tavola intenti a cenare e chiacchierare della giornata.

Gian Burrasca (tornando a guardare la fotografia): mamma?
io: dimmi tesoro…
Gian Burrasca (guardandomi leggermente preoccupato): …ma ti hanno tagliato la pancia?
io (avendo notato la direzione del suo sguardo): no amore…
Gian Burrasca (più rilassato): aaaaaaah!
io: …
Gian Burrasca (ancora non del tutto convinto): e come sono uscito?
io (lanciando un’occhiata a Lui nella vana speranza che venga in mio aiuto): beh… ehm…
Gian Burrasca (scrutandomi in attesa): …
io (sentendomi un gatto su uno specchio): …sì… insomma… sei uscito senza bisogno di tagliare!!!
Gian Burrasca (accontentandosi apparentemente di quella stentata risposta): aaaaaaah!
io (sperando di non dover iniziare a dissertare di api e fiori): …
Gian Burrasca (osservandomi serio serio): …mamma?
io (temendo il peggio): sì tesoro?
Gian Burrasca (regalandomi il più tenero dei sorrisi): …tu stasera entri nel mio pancino?
io (basita): no amore… non posso…
Gian Burrasca (mostrandomi il musetto): e perché?
io: perché non si può, amore! Intanto perché i maschietti come te non possono avere bimbi nella pancia… e poi perché io dovrei tornare indietro nel tempo, e non si può!
Gian Burrasca (abbassando lo sguardo): ah…
io (incuriosita): perché vuoi che entri nel tuo pancino?
Gian Burrasca (fissandomi intensamante): perché così domani esci dal mio pancino e sei piccola come me!
io: …

Questione di ruoli 4

MATTINA, ORE 11:00

Io e Gian Burrasca siamo stesi sul tappeto a giocare con le macchinine.

Gian Burrasca (facendo scontrare due automobiline): WROOOOOMMM MAAAAAM CRASH!!!
io (facendo correre sul tappeto un piccolo mezzo di soccorso): NI-NO NI-NO NI-NO! Soccorso in arrivooo! Portiamo le macchinine dal meccanico!
Gian Burrasca (capovolgendo le auto): sì! Questa macchinina è rotta… bisogna curala! Portiamola dal dottore!!!
io (trasformandomi in un mecca-medico e armandomi di cacciavite e chiave inglese): eccomi! La guarisco subito!
Gian Burrasca (osservandomi mentre armeggio intorno al suo giocattolo): …
io (intenta a simulare un’azione a metà tra l’operazione chirurgica e la riparazione meccanica): …
Gian Burrasca (guardandomi attentamente negli occhi): …tu sei la mia mamma?
io: …certo cucciolo!
Gian Burrasca (continuando a fissarmi con espressione seria): …ma sei anche la mia amica?
io (presa in contropiede): …ehm… beh… certo! Sono anche la tua amica!
Gian Burrasca (riflettendo qualche secondo tra sé e sé): …mamma?
io: dimmi amore…
Gian Burrasca (gettandomi le breccia al collo): …TU SEI LA MIA MIGLIORE AMICA!!!
io: :)))

Medicina alternativa

SERA, ORE 20:00

Io, Lui e Gian Burrasca siamo in macchina, di rientro dalla piscina.
Osservando l’espressione sofferente di Lui, mi rendo conto che deve esserci qualcosa che non va.

io (accarezzandogli il viso): tesoro… cosa c’è?
Lui (facendo una smorfia): non mi sento molto bene…
Gian Burrasca (ascoltando attentamente): …
io (continuando a guardarlo): testa? Stomaco?
Lui (massaggiandosi la pancia): stomaco…
Gian Burrasca (sporgendosi dal suo seggiolino): papà è malato?
io: no tesoro… non è malato… ma non si sente tanto bene…
Lui: …
Gian Burrasca: papà… devi cercare di dormire un po’ di più…
io: …
Lui: ehm… va bene tesoro…
Gian Burrasca: hai capito papà? Devi dormire tanto, così quando ti svegli non sei più malato!
io: …
Lui: d’accordo tesoro… dormirò tanto…
Gian Burrasca: bravo! Così guarisci presto!
io: !
Lui: e per dormire mi presti Coglietto?
Gian Burrasca (riflettendoci prima qualche secondo): …sì…
io: …
Lui: grazie!
Gian Burrasca (con voce un po’ preoccupata): però non perdermi Coglietto, mi raccomando!
io: !
Lui: va bene…
Gian Burrasca (rasserenato dalla risposta): …va bene…
io: …
Lui: …
Gian Burrasca (con fare concitato): allora ti do Coglietto, così ti protegge e… e…

io: ?
Lui: ?
Gian Burrasca: …e manda via i lupi!
io: !
Lui: !
Gian Burrasca (finalmente trionfante): così quando ti svegli sei guarito!!!
io: !!!
Lui: !!!

Free time

POMERIGGIO, ORE 16:30

All’uscita dall’asilo io e Gian Burrasca ci dirigiamo verso il parco giochi. Avvistati i suoi amichetti, il piccolo mi pianta in asso in mezzo al prato e corre a scatenarsi con tutti gli altri.
Mi dirigo quindi verso un gruppetto di mamme di mia conoscenza che stanno chiacchierando animatamente.

mamma 1: pensa… lo scorso anno ho spedito mio marito a fare la coda per iscrivere il bambino ai corsi di avviamento alla musica dell’Istituto Musicale. È arrivato lì alle 3:00 del mattino, ma c’era già una coda assurda. Così ho deciso di mandarlo da un insegnante privato. Ci va il martedì e il giovedì. Il lunedì e il mercoledì invece ha calcio, e il mercoledì anche ginnastica.
io: …
mamma 2: anche io ho provato con l’Istituto Musicale. Mia figlia è stata presa, ma nella sede periferica, e quindi ho dovuto rinunciare. Così l’ho iscritta ad un corso di danza creativa. La maestra ha detto che la tiene in prova per un mese per vedere se è abbastanza motivata per continuare. In caso, comunque, le resterebbe il corso di pittura fisica.
io: … ? …
mamma 3: non parlatemene! Con la musica ho avuto anche io lo stesso problema. Ma adesso ho sentito di un altro gruppo che fa corsi simili. Sto già prendendo informazioni. Intanto l’ho iscritto a nuoto e a football, anche se per quello è ancora piccolo e non esiste una squadra di bambini della sua età. Gli tocca giocare con quelli più grandi.
io: … ! …
mamma 4: la mia per la musica ha il suo insegnante privato. Poi ha danza classica, pattinaggio artistico e sci nel week end. Ma voi avete iscritto i vostri al corso di tedesco avanzato della scuola?
io: … !!! …
mamma 1: io sì, ovviamente!
mamma 2: anche io! E adesso aspetto quello di inglese.
mamma 3: per forza!
io: …
mamma 1 (rivolgendosi a me): e il tuo? Cosa fa?
io (lanciando un’occhiata a Gian Burrasca che, con la paletta, sta scavando una buca in una pozzanghera di fango): ehm… beh… il mio gioca!
mamma 2 (guardandomi con espressione allucinata): ma come??? Non gli fai fare nulla???
io (guardando teneramente Gian Burrasca che ha spostato la sua attenzione su una pianta rampicante e ne sta studiando l’andamento): ma ha solo 3 anni!
mamma 3: il mio ha iniziato proprio a quell’età! DEVI iniziare!
io (osservando Gian Burrasca che sta cercando di bilanciare un dondolo buttando sassi e terra sulle estremità): beh… lui fa una cosa fondamentale…
mamma 4: cioè?
io (contemplando Gian Burrasca che sta battendo un rametto su diverse superfici studiando il diverso suono che esse producono): lui… esperisce il mondo!
mamma 1: …
mamma 2: …
mamma 3: …
mamma 4: …

Questione di ruoli 3

MATTINA, ORE 8:00

Io e Gian Burrasca ci stiamo preparando a uscire per raggiungere l’asilo. Lo infagotto in piumino, sciarpa e cappello, mi metto il cappotto, mi avvolgo nella sciarpa, quindi mi infilo un basco.

Gian Burrasca (guardandomi sorpreso): ?
io (indossando i guanti): che c’è tesoro?
Gian Burrasca (indicando incuriosito la mia testa): ma quello è un cappello da pittore!
io (sorridendogli benevola): no tesoro… è un basco!
Gian Burrasca (continuando ad additarmi): no! È un cappello da pittore!
io (sospingendolo fuori dalla porta): sì amore… lo usano anche i pittori. Ma è solo un tipo di cappello!

Prendiamo l’ascensore… Gian Burrasca seguita a scrutarmi dubbioso.
Usciamo dal portone… lui persevera a fissarmi con una certa diffidenza.
Procediamo lungo la stradina d’accesso… il piccolo mi soppesa con lo sguardo.
Quando raggiungiamo le scale che conducono alla strada, si pianta sul primo gradino puntando il ditino verso il mio cappello.

Gian Burrasca: tu non puoi mettere quel cappello!
io: e perché?
Gian Burrasca: perché tu non sei un pittore!
io: ?
Gian Burrasca: tu sei una mamma!!!
io: …

Questione di ruoli 2

MATTINA, ORE 7:30

Gian Burrasca sta finendo di prepararsi per andare all’asilo. Al momento di lavarsi i denti, però, inizia a piagnucolare.

Gian Burrasca (aprendo i rubinetti… delle lacrime): BHUAAAAAAAAA!!!
io (cercando di mantenere la calma nonostante la fretta): dai tesoro… smetti di piagnottare e vieni a lavarti.
Gian Burrasca (sempre più lagnoso): BHUAAAAAAAAA!!! AAAH!!!
io (tentando di infilargli lo spazzolino in bocca): dai cucciolo… lo sai che bisogna lavare i dentini!
Gian Burrasca (continuando a gemere): BHUAAAAAAAAA!!! BHUAAAAAAAAA!!!
io (piuttosto spazientita): ma si può sapere cos’hai da mugolare?
Gian Burrasca (ostinandosi nella sua lamentazione): MA… IO… IO… BHUAAAAAAAAA!!!
io (ormai ai limiti dell’insofferenza): allora? Mi spieghi?
Gian Burrasca (rasentando la disperazione): MA… MA… MA… MA IO… BHUAAAAAAAAA!!!
io (cercando di sdrammatizzare la situazione facendogli il verso): allora frigno anch’io… BHUAAAAAAAAA!!!
Gian Burrasca (interdetto, ma mantenendo l’atteggiamento angosciato): …AAAAAAAAAH!
io (ostinata): BHUAAAAAAAAA!!!
Gian Burrasca (indispettito): …
io: …
Gian Burrasca (guardandomi con aria di rimprovero): ma… tu non puoi frignare!!!
io: e perché?
Gian Burrasca: perché tu sei una mamma!!!
io: e allora?
Gian Burrasca: le mamme non possono frignare!!!
io: …

Affari di famiglia

POMERIGGIO, ORE 18:00

Io e Gian Burrasca stiamo percorrendo i portici diretti a casa. A un certo punto passiamo davanti alle vetrine di un negozio di specialità culinarie.

Gian Burrasca (fissando con bramosia un mucchio di cioccolatini adagiati in un cestino colorato): mamma… voglio le caramelle!
io (sospingendolo con delicatezza oltre quel luogo di tentazioni): no tesoro.
Gian Burrasca (voltandosi a fissare il vetro): ma io voglio le caramelle!
io (tirandolo leggermente): ho detto di no, tesoro.
Gian Burrasca (insistendo con fermezza e con voce lievemente alterata): ma io voglio le caramelle!
io (trascinandolo via con decisione): no! In primo luogo le caramelle fanno male sia ai denti che al pancino! In secondo luogo tra poco è ora di cena, e se inizi a mangiare schifezze poi ti passa l’appetito!
Gian Burrasca (per nulla turbato dal mio tono autoritario): MA IO VOGLIO LE CARAMELLE!!!
io (proseguendo inflessibile e impassibile): …non si può avere sempre tutto nella vita!
Gian Burrasca (sempre più insistente e risoluto): MA IO VOGLIO LE CA-RA-ME-LLE!!!
io (vedendo passare proprio di fronte a me una signora con una spettacolare Alma GM Monogram Vernis di LV): e io voglio una borsa di Vuitton!!!
Gian Burrasca (guardandomi in tralice): NO!!! TU NON VUOI UNA BORSA DI UITTON!!!
io (fissandolo con fermezza): Sì invece! Io voglio una borsa di Vuitton!!!
Gian Burrasca (riflettendo serio serio per qualche minuto ): …
io (osservandolo di sottecchi): …
Gian Burrasca: mamma?
io: dimmi tesoro…
Gian Burrasca: facciamo così… io ti compero una borsa di Uitton…
io: ???
Gian Burrasca: …ma tu intanto mi comperi le caramelle?
io: !!!

Questione di ruoli

POMERIGGIO, ORE 18:00

Io, Lui e Gian Burrasca siamo in macchina.
A un tratto vengo colta da un “attacco d’amore”.

io (guardando Lui teneramente): che bello che è il mio fidanzato!
Lui: :)
Gian Burrasca: …
io (avvinghiandomi al suo braccio): che dolce che è il mio fidanzato!!!
Lui: :)))
Gian Burrasca: …
io (accarezzandolo amorevolmente): che tesoro che è IL MIO FIDANZATO!!!
Lui: :D
Gian Burrasca (allungandosi dal seggiolino fino ad agganciarsi con le mani al poggiatesta di Lui): NO!!!
io: ?
Lui: ?
Gian Burrasca (lanciandomi un’occhiata di rimprovero): è IL MIO fidanzato!!!
io: !!!
Lui: …