Delicatessen

MATTINA, ORE 8:30

Sto accompagnando Gian Burrasca all’asilo. Siamo a piedi e il freddo intenso e pungente fa rabbrividire entrambi nonostante la stratificazione di vestiti nei quali siamo avvolti. Gian Burrasca, come sempre, ha cappello e sciarpa, ma non i guanti, che si ostina a togliersi poco dopo averli infilati.

Gian Burrasca (bloccandosi e iniziando a esplorare i suoi pantaloni): …
io (osservandolo incuriosita): cosa fai tesoro?
Gian Burrasca (trovando finalmente la tasca e infilandoci la manina): ho freddo!
io: ti avevo detto di metterti i guanti! Tieni la mano nella tasca, così starai più caldo…

Gian Burrasca (sorridendomi e riprendendo a camminare): va bene mamma. E l’altra me la tieni tu, così me la scaldi! Va bene mamma?

io: certo tesoro!
Gian Burrasca (riflettendo tra sé e sé): …
io: ?

Gian Burrasca: mamma?
io: sì tesoro?
Gian Burrasca: però domani me li metti i guanti…

io: va bene tesoro…
Gian Burrasca: …perché io ho freddo…

io: …
Gian Burrasca: …perché sono delicato!!!
io: !!!

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