Segui quella macchina!

POMERIGGIO, ORE 16:00

Usciti dall’asilo, io e Gian Burrasca passeggiamo lungo i viali alberati che costeggiano il fiume alla volta del parco giochi. Prima di arrivarci, però, ci imbattiamo casualmente in qualcosa che di certo non può passare inosservato agli occhi del mio piccolo terremoto: l’autoscontro!!!
Premetto che è una cosa che io proprio detesto: il principio stesso per il quale qualcuno dovrebbe divertirsi ad urtare e farsi speronare da perfetti sconosciuti a bordo di bussolotti colorati e scodinzolanti mi è ostico! Ma, non essendo riuscita a far desistere il pargolo dall’intento di salire su una delle macchinine, mi sono dovuta arrendere all’idea di affrontare un’avventura che ero riuscita ad evitare per ben 39 anni…
Dopo aver scelto un mezzo, aver infilato il gettone colorato nell’apposita fessura, aver saldamente impugnato il volante, aver messo il piedino sull’acceleratore ed aver pazientemente atteso che la sottoscritta si appollaiasse in equilibrio instabile alle sue spalle, Gian Burrasca parte. E devo dire che il primo giro va benissimo, soprattutto visto che in pista ci siamo solo noi ed un suo compagno di classe con una mamma nelle stesse mie condizioni.
Ma Gian Burrasca non è ancora soddisfatto e, saltando su di un’altra automobilina, decide di ripartire. Un secondo trabiccolo, però, viene stavolta occupato da una graziosa bimbetta bionda con il serafico aspetto di una bambolina di porcellana che, appena salita a bordo, sfodera un preoccupante piglio a metà tra Michael Schumacher e Chucky – La Bambola Assassina…
Partiamo…

Gian Burrasca (divertendosi a girellare per la pista mettendo alla prova le sue nuove abilità di guidatore): …
io (dimostrando innate qualità da funambola): …

Gian Burrasca (osservando Chucky che ci insegue): ?
io (pensando preoccupata alle possibili conseguenze di uno scontro): …ehm… tesoro? Che ne diresti accelerare un po’?
Gian Burrasca (col pedale a tavoletta): …
io (notando che le distanze si accorciano): !

Gian Burrasca (lanciando occhiate allarmate alle sue spalle): !!!
io (temendo il peggio): !!!

Purtroppo tutto è inutile: dopo pochi istanti la collisione avviene, causando una mia pericolosa oscillazione verso il suolo e un sobbalzo di Gian Burrasca sul duro sedile.
La diabolica bimbetta, ignorando l’urlo del parentado al completo -mamma, papà, nonno, nonna, fratellino-, ci guarda con un’espressione di puro sadismo infantile e riparte.

Gian Burrasca (afferrando con decisione il volante, piantando il piede sull’acceleratore, calcandosi il cappello sugli occhi dallo sguardo truce e puntando un minaccioso ditino verso la bimba): …seguiamo quea bimba!!!
io: …

Cip cip!

MATTINA, ORE 8:00

Io e Lui stiamo ultimando i nostri preparativi prima di uscire di casa.
Gian Burrasca è sdraiato sul tappeto del soggiorno intento ad ascoltare canzoncine in portoghese (!!!).
Ispirato dalla melodia Tweety, il nostro canarino, gorgheggia felice.

Tweety: cip ciu cip cicicip
Gian Burrasca (infastidito): NO!
io: …
Tweety: ciu ciu ciucip
Gian Burrasca (decisamente stizzito): NOOOOOO!!!
io: ?
Tweety: cicicicip cicip cip
Gian Burrasca (sempre più irritato): NO NO NOOOOO!!!
io (affacciandomi incuriosita nel soggiorno) tesoro… che succede?
Tweety: cip ciciu cip
Gian Burrasca (guardando Tweety in tralice): io pallo con Tuitti!
io: é con lui che stai brontolando?
Tweety: cicicip
Gian Burrasca (immusonito): scì!!!
io: e perché?
Tweety: cip cip cip cicicip cip
Gian Burrasca (incrociando le braccia): fa mumoe!
io: fa rumore? Ma lui canta, poverino! Gli piace la musica che stai ascoltando!
Tweety: cippi cicippi ci
Gian Burrasca (puntando verso la bestiola un ditino accusatore): io no sento Aipad!!!
io: …

Più forte!

POMERIGGIO, ORE 15:00

L’asilo di Gian Burrasca ha chiuso con qualche ora di anticipo: alle 12:30, subito dopo aver pranzato, i turbolenti pargoletti sono stati sguinzagliati tra le amorevoli braccia dei genitori. Hanno pertanto saltato l’abituale riposino pomeridiano.
Fuori splende un sole primaverile (quasi estivo, oserei dire), per cui decido di portare Gian Burrasca al parco giochi a scatenarsi un po’… la segreta speranza è che una mezz’ora di sano movimento lo stanchi tanto da conciliargli il sonno.
Alle 15:00, dopo essere andato sull’altalena, aver giocato nella buca della sabbia, essere tornato sull’altalena, aver corso sul prato, essere risalito sull’altalena, aver volteggiato su una specie di skilift volante sospeso ad un metro da terra -con me attaccata a lui per spingerlo e sostenerlo-, aver perseverato con l’altalena, essersi cimentato con una palestra da arrampicata per bambini, essersi nuovamente issato sull’altalena, aver provato tutti gli scivoli del parco decide, nonostante sia talmente sfinito da avere ormai gli occhi semichiusi dal sonno di… andare sull’altalena!!!

io (esausta ed accaldata): ma cucciolo… non sei stanco?
Gian Burrasca (facendo ormai fatica anche a stare in piedi): NO! Io no sono stanco! Io voglio altalena!
io (anelando ad una panchina… all’ombra): ma tesoro… e le nanne? All’asilo le fai tutti i pomeriggi! Oggi niente?
Gian Burrasca (già intorpidito, ma ostinato): NO! IO NO NANNE! IO ALTALENA!!!
io (tentando disperatamente di farlo sedere nel passeggino): dai amore… facciamo una bella passeggiata e tu dormi un po’?
Gian Burrasca (divincolandosi come un pesce all’amo): NOOOOOOOOOO!!!
io (facendo un ultimo tentativo per farlo desistere): ma…
Gian Burrasca (già appeso alla catena e con un piede sulla seduta): ALTALEEENAAA!!!
io: okok… altalena…
Gian Burrasca (finalmente seduto e soddisfatto): PIÙ FOTTE PIÙ FOTTE!!!
io (ormai rassegnata): più forte…
Gian Burrasca (aggrappato al maniglione di sicurezza): ANCOA PIÙ FOTTE!!!
io (rendendomi conto che è allo stremo delle forze): ma se stai dormendo in piedi!
Gian Burrasca (con la testa che inizia a ciondolare): più fotte…
io (facendo progressivamente rallentare l’altalena): sì tesoro…
Gian Burrasca (con gli occhietti che si chiudono, ma ancora senza desistere): fotte…
io: sì cucciolo…
Gian Burrasca: …
io: ?
Gian Burrasca: …
io: …cucciolo?
Gian Burrasca: zzzzzzzzzzzzzzzzzzz
io: …

Musica!

POMERIGGIO, ORE 15:30

È l’orario di uscita dall’asilo di Gian Burrasca.
Dopo averlo salutato, abbracciato e coccolato per un po’ lo faccio sedere sulla panchetta per parlare con la maestra.

io: buongiorno! Allora… com’è andata oggi?
maestra: oh, benissimo! Abbiamo fatto tantissime cose…
Gian Burrasca: mamma? Posso musica?
io: sì tesoro… solo un attimo…
maestra: abbiamo giocato con i chiodini…
Gian Burrasca (rovistando nella mia borsa): …musica…
io (tenendolo d’occhio): i chiodini! Li usavo anche io da piccola!
maestra: abbiamo disegnato…
Gian Burrasca (impossessandosi dell’i-Phone): …
io (controllando che non lo faccia cadere): beeellooo!!!
maestra: abbiamo dipinto…
Gian Burrasca (sbloccando il telefono): …
io (facendo attenzione alla sua prossima mossa): forte… il mio piccolo artista!
maestra: poi abbiamo fatto un bel collage con la carta colorata…
Gian Burrasca (sfogliando le schermate con le app): …
io: addirittura! Ma quante cose hai fatto cucciolo?
maestra: poi abbiamo mangiato… molto poco…
Gian Burrasca (scegliendo l’app “musica”): …
io: non l’avrei mai messo in dubbio… vero topolino?
maestra: abbiamo fatto le nanne…
Gian Burrasca (scorrendo col ditino la sezione artisti): …
io: beato lui…
maestra: e quando ci siamo svegliati abbiamo fatto merenda con pane e marmellata!
Gian Burrasca (scegliendo i Propellerheads): :)
io: …me ne hai lasciato un pezzetto cucciolo?
maestra (sparendo nell’aula): ed ora siamo pronti ad andare! A domani!!!
Gian Burrasca (avvicinando l’i-Phone all’orecchio e iniziando a ballare): MUSICAAA!!!
io: …

Aifon

POMERIGGIO, ORE 18:30

Stanchi per aver trascorso il pomeriggio a correre qua e là per la casa, ballare su musiche di Propellerheads, Guano Apes, Limp Bizkit, System of a Down e Röyksopp (per rallentare un po’ il ritmo), costruire torri e castelli con i Lego e le costruzioni di legno, fare gare di automobiline, ci accovacciamo sul divano per un po’ di relax. Gian Burrasca si impossessa dell’i-Pad…

io (allungando le mani verso l’oggetto): tesoro… mi dai un attimo l’i-Pad, così controllo le e-mail?
Gian Burrasca (senza neppure rivolgermi lo sguardo): è mio Aipad!
io (non avendo voglia di baruffare): veramente sarebbe di papà… vabbè… userò l’i-Phone…
Gian Burrasca (esplorando le app): scì! Aifon!
io (prendendo l’i-Phone e puntando a colpo sicuro il dito sulle icone più in basso): ma… eppure ero convinta che le mail fossero qui…
Gian Burrasca (giocando con l’i-Pad): …
io (notando che anche altre icone sono stranamente fuori posto): ma che…
Gian Burrasca (ignorandomi imperterrito): …
io (sentendo nascere in me un sospetto): tesoro? Hai giocato col telefono della mamma?
Gian Burrasca (facendo orecchie da mercante): …
io: ragazzino? Sto parlando con te! Guardami un po’! Cosa hai combinato con il mio telefono?

Degnandomi finalmente di attenzione, il piccolo terremoto prende l’i-Phone, lo sblocca, preme due volte sul pulsante centrale in modo che le iconcine delle app inizino a vibrare, poi comincia a spostarle facendo attenzione a non premere sulla “X” di cancellazione. Dopo averne cambiato la posizione, ripreme il tasto centrale e mi riconsegna fiero il telefono.

Gian Burrasca: ecco!
io: …

Login

Sul Mac di casa Lui ha installato un programma di disegno per bambini chiamato Kid Pix. Divertente e semplice da usare, permette ai più piccoli di sbizzarrirsi con la fantasia realizzando i più svariati disegni, dai più classici, fatti con matite, pennarelli e pennelli digitali, a quelli più complessi, creati utilizzando sfondi preimpostati, timbri, personaggi animati e sottofondi musicali.
Ovviamente Gian Burrasca, nonostante la tenera età, è già un esperto del software, che adora esplorare in tutte le sue possibilità e usare in ogni applicazione (molte delle quali io stessa non riesco a trovare quando lo affianco nei suoi momenti artistici).
Finora, comunque, la mamma era indispensabile per accendere il Mac ed eseguire la procedura per arrivare fino al programma.
Finora…

POMERIGGIO, ORE 16:00

Appena rientrati a casa, e dopo aver lottato con lui per cambiarlo, lo parcheggio temporaneamente sul tappeto del soggiorno per concedermi il tempo di infilarmi una tuta, respirare, e cominciare poi una lunga sessione di giochi pomeridiani.
Ma Gian Burrasca non ha nessuna intenzione di aspettarmi e, puntando spedito verso il Mac, si arrampica sulla sedia allungandosi verso lo schermo.

Gian Burrasca: MAAAMMAAA!!! Posso disegno?
io (accendendo il Mac): va bene tesoro! Ora accendiamo il computer e, mentre aspettiamo che si avvii, la mamma va a cambiarsi. Va bene?
Gian Burrasca: va bene…
io (avviandomi verso la camera da letto): arrivo subito tesoro…
Gian Burrasca (osservando il Mac che intanto si è aperto sulla schermata iniziale di login): …
Mac: login —> Lui – Lei – Pippi
io (intenta a svestirmi): arrivo tesoro, eh!
Gian Burrasca (armeggiando col mouse): … (clic)
Mac: Pippi —> eseguo il login…
io (impegnata a infilarmi in una comoda tuta): ci sono quasi!
Gian Burrasca: … (clic – clic)
Mac: Finder – Le mie applicazioni – Documenti – Condivisa – Cestino —> Le mie applicazioni
io (affaccendata nel rimettere in ordine gli abiti): arrivoarrivoarriiivooo!
Gian Burrasca: … (clic – clic)
Mac: Kid Pix Deluxe 3X – Preferenze di sistema —> Kid Pix Deluxe 3X
io (occupata a risciacquarmi viso e mani ): …
Gian Burrasca: … (clic)
Mac: “five four three two one uno zerooo!!! Kid Pix… Kid Pix… come on let’s play with Kid Pix… WOOOW!!!”
io (ancora con la faccia sprofondata nell’asciugamani): …ma che…?
Gian Burrasca: … (clic – clic)
Mac: Enter your name here – Select your name here —> Select your name here
io (precipitandomi dal bagno con un calzetto infilato e uno no): tesoro? Tutto ok? Che combini?
Gian Burrasca: … (clic)
Mac: Pippi Calze Lunghe – Gian Burrasca —> Gian Burrasca
io (arrivando in dérapage di fronte al computer): tesoro, cosa…
Gian Burrasca: … (clic – clic)
Mac: go – quit —> go —> schermata di disegno
Gian Burrasca (pago del suo trafficare): mamma… posso disegno oa?
io: …

A me il telecomando!

POMERIGGIO, ORE 14:30

Gian Burrasca è a casa dall’asilo a causa dell’influenza. Svegliatosi nervoso ed infastidito dall’abituale pisolino pomeridiano, ozia sul divano circondato dai suoi libri.
Io sono in cucina intenta a smontare l’Alicia per preparare un caffè.

Gian Burrasca: MAAAMMAAA!!!
io: dimmi amore!
Gian Burrasca: LEGGI FAVOLA?
io: sì amore! Preparo il caffè e arrivo! Scegline una intanto…
Gian Burrasca: SCÌ!

Dopo qualche istante…

Gian Burrasca (con voce inspiegabilmente disperata): AAAAAAAAAH!!! MAAAMMAAA!!!
io (intenta a pulire l’Alicia): amore!!! Che succede???
Gian Burrasca (sempre più esasperato): MAAAMMAAA!!! SOLE!!! FASTIIIDIOOO!!!
io (impegnata a caricare l’Alicia): tesoro… spostati un po’ più in là e vedrai che il sole non arriva! Adesso vengo io a chiudere le tapparelle. Aspetta solo un attimo…
Gian Burrasca: …

Dopo qualche secondo, odo l’inconfondibile rumore degli avvolgibili che scendono lenti a chiudere le finestre. Considerando il fatto che Gian Burrasca ancora non arriva agli interruttori, faccio capolino incuriosita dalla cucina. Gian Burrasca, sempre appollaiato sul divano, brandisce il telecomando universale, quello capace di azionare qualunque strumento elettronico della casa. Quello col quale io riesco a malapena ad accendere la televisione.

Gian Burrasca (rimettendo soddisfatto il telecomando al suo posto sulla spalliera del divano): ecco… non c’è più sole!!!
io: …!!!…

Idraulica

POMERIGGIO, ORE 18:00

Appena rientrata con Gian Burrasca dalla consueta passeggiata pomeridiana che ci riporta dall’asilo a casa -con fermata obbligatoria al parco giochi-, e dopo averlo faticosamente liberato dai suoi vestiti completamente infarinati di terra e sabbia polverosa, mi accingo finalmente a lavare via da mani e viso le tracce della dura battaglia col suo cambio abiti.
Apro l’acqua, aspetto che si riscaldi, regolo la temperatura in modo da evitare sia l’ustione che il congelamento, quindi inizio a ripulirmi.
Gian Burrasca trotterella allegro fino al bagno e si pianta in mezzo alla porta osservandomi con curiosità.

io (scrutandolo con preoccupazione in attesa della sua prossima mossa): …?…
Gian Burrasca (sedendosi vicino alla porta e iniziando a guardarsi intorno): …
io (riprendo le mie lente abluzioni): …
Gian Burrasca (notando i rubinetti sul muro): …???…
io (non avendo fatto caso alla sua scoperta): …
Gian Burrasca (armeggiando con i rubinetti): …!!!…
io (constatando un insolito e repentino aumento della temperatura): ma che…???
Gian Burrasca (ostentando un’aria indifferente): …
io (ustionandomi nel vano tentativo di ripristinare la giusta temperatura): ma che diamine sta succedendo all’acqua oggi??? Perché non esce più quella fredda???
Gian Burrasca (studiando le mie reazioni con piglio da scienziato che osserva una cavia da laboratorio): è calda?
io (rendendomi finalmente conto di quale sia la causa dell’anomalia): sì… è calda!!! GIAN BURRASCA!!! Si può sapere cosa hai combinato? Hai forse chiuso il rubinetto dell’acqua fredda???
Gian Burrasca (sempre con aria noncurante): io? No… io no…
io (traslando il pargolo lontano dall’area a rischio danni): sìsì! Come no! E chi è stato allora? Il laùro?
Gian Burrasca (felice di potersi scaricare la coscienza): scì scì! LAUO!!!

Dopo aver cacciato con delicatezza il piccolo disastro fuori dal bagno, inzio a trafficare con i rubinetti. Apro il rubinetto dell’acqua fredda. Niente. Chiudo il rubinetto dell’acqua calda. Nulla. Riapro il rubinetto dell’acqua calda e provo a girare di nuovo quello della fredda. Ancora nessun risultato. Dopo qualche minuto, desolata, rinuncio. In quel momento arriva la nonna (mamma di Lui).

nonna (osservandomi rannicchiata sotto il mobile alle prese con i rubinetti): che succede?
io: non so… Gian Burrasca ha giocato con i rubinetti generali dell’acqua ed ora non riesco più a far uscire quella fredda…
nonna: mavalà!!! Avrà solo chiuso quello dell’acqua fredda!!!
io: beh… provi lei se vuole… io non sono riuscita a riaprirlo!
nonna (piegandosi e iniziando a girare i rubinetti): …allora?
io (sconsolata): …niente!

Dopo qualche vano tentativo decidiamo di lasciar perdere e aspettare il ritorno di Lui. Usciamo dal bagno per “offrirci” un meritato caffè.
Gian Burrasca, nel frattempo, si dilegua. Torna dopo qualche minuto.

Gian Burrasca (tirandomi i pantaloni): MAMMAAA!!! VENI!!!
io (temendo il peggio): Gian Burrasca… cos’altro hai combinato?
Gian Burrasca (trascinandomi verso il luogo del precedente misfatto): VENI MAMMA VENI!!!
io (seguendolo in bagno): vengo vengo…
Gian Burrasca (indicando il rubinetto del lavabo): acqua fedda!
io: no tesoro… adesso non è fredda l’acqua… è calda. SOLO calda!
Gian Burrasca (insistendo ostinato): NO! ACQUA FEDDA!
io: amore, no! Non c’è l’acqua fredda!
Gian Burrasca (impuntandosi col ditino teso verso il lavandino): ACQUA FEDDA!!!
io (aprendo l’acqua per dimostrargli l’evidenza dei fatti): adesso apriamo l’acqua, così vedrai che quella fredda non esce!

Uno scroscio di acqua fredda investe la mia mano…

Gian Burrasca (soddisfatto): vedi? Acqua fedda!!!
io: …
nonna: abbiamo appena risolto in modo definitivo il problema dell’idraulico…

P.S.: il “laùro” è un essere appartenente ad un’antica credenza popolare salentina. Si tratta di una specie di folletto che vive nei boschi o tra le mura domestiche, che può essere benigno o estrememente dispettoso. Veniva spesso utilizzato ironicamente per giustificare le birbonate dei più piccini.

Incubi

MATTINA, ORE 6:00

Gian Burrasca (con vocina da pianto): BUAAAH! SIG!!!
io (nel dormiveglia): zzzzzzzzz… ma che…
Gian Burrasca (con vocina lamentosa e indispettita): BUAAAH! NO!!!
io (rendendomi conto che sta parlando nel sonno): …
Gian Burrasca (con voce sempre più infastidita e contrariata): NO NO NO!!!
io: ???
Gian Burrasca (con tono decisamente adirato e perentorio): NONONO!!! È MIO AIPAD!!!
io: !!!

Chiaroveggenza

DOMENICA, ORE 19:00

Lui: tesoro… è pronto in tavola!
io: ok… arrivo subito!
Lui: tesoro… che ne diresti se martedì sera, visto che è San Valentino, andassimo fuori a cena solo io e te in un posto elegante e romantico?
io: MAGARI!!!
Lui: d’accordo allora!
io: …non vedo l’ora, amore!!!

outfit previsto

vestito3

dress: Kenzo
shoes: Pollini
clutch: Coccinelle

…mmmh… chissà perché ho la sensazione che non indosserò questo outfit… ma no, non vedo proprio perché non dovrei!!!

LUNEDÌ, ORE 7:30

io (in bagno, intenta a cercare di vestire Gian Burrasca): tesoro… come sei caldo! Mmmh… meglio che ti misuri la febbre, eh?
Gian Burrasca: NO, TEMMOMETO NO!!!
io: e se ti canto la canzoncina dei pirati?
Gian Burrasca: PIATI PIATI!!!
io: O…o…issa! O… o… issa!
Gian Burrasca: …issa!
termometro: 36.5
io: corre i mari il brigantino, il capitano è con l’uncino…
Gian Burrasca: …cino!
termometro: 37
io: lungo i mari è conosciuto, è il veliero più temuto!
Gian Burrasca: …muto!
termometro: 37.5
io: cento attacchi, cento imprese, assaltiam la flotta inglese…
Gian Burrasca: …ese!
termometro: 38
io: funi e vele lacerate, scoppi, grida e cannonate!
Gian Burrasca: …ate!
termometro: 38.5
io: nuova rotta, nuova preda, non c’è flotta che non ceda…
Gian Burrasca: …ceda!
termometro: 39
io: il bottino dividiamo, la canzone poi cantiaaamooo…
Gian Burrasca: …aaamooo
termometro: 39.1… bip bip bip!!!
io: !!!
Gian Burrasca: …ANCOAAA!!! ANCOA PIATI!!!

MARTEDÌ, ORE 19:00

Lui: tesoro… è pronto in tavola!
io: ok… arrivo subito!

outfit indossato

pants: OVS
pile: OVS
socks: Calzedonia

P.S.: la grigliata di carne mista preparata dal mio chef, però, era davvero insuperabile!!! ;)