ALT!!!

POMERIGGIO, ORE 14:30

Io, Lui, Pippi e Gian Burrasca siamo in macchina. A un tratto Lui si ferma. Io, persa nella consultazione di una cartina, non ci faccio neppure caso. Dopo un po’…

Gian Burrasca: …

Lui: …
Pippi: …
io (rendendomi finalmente conto che non siamo più in movimento ed emergendo dalla mappa): ma… perché siamo fermi?
Gian Burrasca (sgranando gli occhi sorpreso): ma mamma…
Lui (scuotendo la testa con aria indulgente): …
Pippi (trattenendo a stento una risata): …

io: ?

Gian Burrasca (allargando le braccia a sottolineare l’evidenza della risposta): …siamo fermi perché c’è un fermaforo!!!
Lui: !!!
Pippi: !!!

io: …

Proseguire lungo questa direzione…

SERA, ORE 22:00

Siamo in vacanza al mare. Dopo aver trascorso il pomeriggio in giro per paesini, ci apprestiamo a rincasare. Non conoscendo il posto, ci affidiamo al navigatore…

navigatore: svoltare a destra…
io: …
Lui (deviando dalla strada principale ed infilandosi in una stradina secondaria): …
navigatore: tra 400 metri, svoltare a sinistra…
io: …
Lui (cercando con lo sguardo il punto in cui girare): ?
navigatore: girare a sinistra…
io: …
Lui (infilandosi in uno stretto tratturo fiancheggiato da bassi muretti di pietra dietro i quali occhieggiano sconfinati vigneti): …
navigatore: proseguire lungo questa direzione…
io: …
Lui (continuando a guidare con la segreta speranza di non incrociare un’altra macchina… perché non passerebbe!): …
navigatore: tra 300 metri svoltare a destra…
io: …
Lui (tirando un sospiro di sollievo): …
navigatore: svoltare a destra…
io: …
Lui (tenendo la destra ad un bivio in cui due sentieri sembrano perdersi tra gli alberi): …
navigatore: proseguire lungo questa direzione…
io: …
Lui (percorrendo una stradina che sembra fatta apposta per un agguato): …
navigatore: tra 100 metri svoltare a destra…
io: …
Lui (ispezionando con sospetto l’oscurità): …
navigatore: svoltare a destra…
io: …
Lui (finendo in un viottolo sterrato): …
navigatore: proseguire lungo questa direzione…
io: …
Lui (rallentando per evitare sassi, buche, dossi, rami, pipistrelli…): …
navigatore: tra duecento metri, tenere la destra…
io (tenendomi alla maniglia della portiera): …
Lui (sobbalzando sul sedile): …
navigatore: tenere la destra…
io (sospirando): …
Lui (bloccandosi all’improvviso davanti al cancello aperto di un agriturismo): ?
navigatore (ostinato): tenere la destra!
io: tesoro… hai per caso messo il navigatore in “camporella mode”?
Lui: !!!

P.S.: per dovere di cronaca, racconto la fine di questa epica avventura. Non potendo, ovviamente, tornare indietro, siamo entrati nella proprietà e l’abbiamo attraversata per intero, fino a ritrovarci dinanzi ad un secondo cancello che riportava sulla strada principale. Alla fine, il navigatore non aveva poi tutti i torti…

Più veloce della luceee

MATTINA, ORE 11:00

Io, Lui e Gian Burrasca siamo in macchina, destinazione lago.
Mentre stiamo ancora percorrendo le strade cittadine, Gian Burrasca inizia a brontolare.

Gian Burrasca: papà?
Lui: sì tesoro?
io: …
Gian Burrasca: vai più piano!
Lui: ma… più piano di così mi fermo!
io: !
Gian Burrasca: sì… ma vai PIÙ piano, papà!
Lui: sì… va bene…
io: …

Dopo un po’, Lui accelera leggermente per superare un’altra auto.

Gian Burrasca (cantilenando): papààà-ààà… vai più piaaa-nooo!
Lui: ma… STO andando piano!
io: !
Gian Burrasca: sì… va bene… ma vai PIÙ PIANO, papà!!!
Lui (sbuffando): SÌ!
io: …

Dopo un altro po’ imbocchiamo finalmente l’arginale. Lui affronta la svolta in modo forse un po’ troppo… “sportivo”.

Gian Burrasca (seguendo l’andamento della curva con la voce): ooooo OOOOO O O O O O OOOOO ooooo!!!
Lui (impassibile): …
io (simulando l’agente Nebicher sulla macchina di Automan durante le curve ad angolo retto): …
Gian Burrasca (sbottando): insomma papà!!! Vuoi andare PIÙ PIANO?!?
Lui: !!!
io: …

Qualcuno ci segue…

POMERIGGIO, ORE 13:00

Io, Lui e Gian Burrasca siamo in macchina, direzione montagna, fermi a un semaforo rosso. Gian Burrasca osserva con interesse la coda di automobili che si è formata dietro di noi. Appena il verde scatta, ripartiamo.

Gian Burrasca (scrutando con sospetto alle sue spalle): …
io: …
Lui: …
Gian Burrasca (continuando ad agitarsi sul seggiolino per sbirciare dietro di sé): …
io (girandomi a guardarlo): ?
Lui (concentrato sulla guida): …
Gian Burrasca (protendendosi preoccupato verso il papà): papà… una macchina ci segue!
io: …
Lui (sorridendo sotto i baffi): sì tesoro… è normale… non preoccuparti.
Gian Burrasca (seguitando a sorvegliare il mezzo dal finestrino): papà… la macchina ci segue ancora!
io: …
Lui: sì… fa la nostra stessa strada… stai tranquillo!
Gian Burrasca (insistendo nel tenerla sotto controllo): …
io: …
Lui: …
Gian Burrasca (sporgendosi nuovamente verso il padre, finalmente sereno): papà?
io: ?
Lui: sì?
Gian Burrasca: l’abbiamo seminata!!!
io: !!!
Lui: !!!

Segui quella macchina!

POMERIGGIO, ORE 16:00

Usciti dall’asilo, io e Gian Burrasca passeggiamo lungo i viali alberati che costeggiano il fiume alla volta del parco giochi. Prima di arrivarci, però, ci imbattiamo casualmente in qualcosa che di certo non può passare inosservato agli occhi del mio piccolo terremoto: l’autoscontro!!!
Premetto che è una cosa che io proprio detesto: il principio stesso per il quale qualcuno dovrebbe divertirsi ad urtare e farsi speronare da perfetti sconosciuti a bordo di bussolotti colorati e scodinzolanti mi è ostico! Ma, non essendo riuscita a far desistere il pargolo dall’intento di salire su una delle macchinine, mi sono dovuta arrendere all’idea di affrontare un’avventura che ero riuscita ad evitare per ben 39 anni…
Dopo aver scelto un mezzo, aver infilato il gettone colorato nell’apposita fessura, aver saldamente impugnato il volante, aver messo il piedino sull’acceleratore ed aver pazientemente atteso che la sottoscritta si appollaiasse in equilibrio instabile alle sue spalle, Gian Burrasca parte. E devo dire che il primo giro va benissimo, soprattutto visto che in pista ci siamo solo noi ed un suo compagno di classe con una mamma nelle stesse mie condizioni.
Ma Gian Burrasca non è ancora soddisfatto e, saltando su di un’altra automobilina, decide di ripartire. Un secondo trabiccolo, però, viene stavolta occupato da una graziosa bimbetta bionda con il serafico aspetto di una bambolina di porcellana che, appena salita a bordo, sfodera un preoccupante piglio a metà tra Michael Schumacher e Chucky – La Bambola Assassina…
Partiamo…

Gian Burrasca (divertendosi a girellare per la pista mettendo alla prova le sue nuove abilità di guidatore): …
io (dimostrando innate qualità da funambola): …

Gian Burrasca (osservando Chucky che ci insegue): ?
io (pensando preoccupata alle possibili conseguenze di uno scontro): …ehm… tesoro? Che ne diresti accelerare un po’?
Gian Burrasca (col pedale a tavoletta): …
io (notando che le distanze si accorciano): !

Gian Burrasca (lanciando occhiate allarmate alle sue spalle): !!!
io (temendo il peggio): !!!

Purtroppo tutto è inutile: dopo pochi istanti la collisione avviene, causando una mia pericolosa oscillazione verso il suolo e un sobbalzo di Gian Burrasca sul duro sedile.
La diabolica bimbetta, ignorando l’urlo del parentado al completo -mamma, papà, nonno, nonna, fratellino-, ci guarda con un’espressione di puro sadismo infantile e riparte.

Gian Burrasca (afferrando con decisione il volante, piantando il piede sull’acceleratore, calcandosi il cappello sugli occhi dallo sguardo truce e puntando un minaccioso ditino verso la bimba): …seguiamo quea bimba!!!
io: …