Idraulica

POMERIGGIO, ORE 18:00

Appena rientrata con Gian Burrasca dalla consueta passeggiata pomeridiana che ci riporta dall’asilo a casa -con fermata obbligatoria al parco giochi-, e dopo averlo faticosamente liberato dai suoi vestiti completamente infarinati di terra e sabbia polverosa, mi accingo finalmente a lavare via da mani e viso le tracce della dura battaglia col suo cambio abiti.
Apro l’acqua, aspetto che si riscaldi, regolo la temperatura in modo da evitare sia l’ustione che il congelamento, quindi inizio a ripulirmi.
Gian Burrasca trotterella allegro fino al bagno e si pianta in mezzo alla porta osservandomi con curiosità.

io (scrutandolo con preoccupazione in attesa della sua prossima mossa): …?…
Gian Burrasca (sedendosi vicino alla porta e iniziando a guardarsi intorno): …
io (riprendo le mie lente abluzioni): …
Gian Burrasca (notando i rubinetti sul muro): …???…
io (non avendo fatto caso alla sua scoperta): …
Gian Burrasca (armeggiando con i rubinetti): …!!!…
io (constatando un insolito e repentino aumento della temperatura): ma che…???
Gian Burrasca (ostentando un’aria indifferente): …
io (ustionandomi nel vano tentativo di ripristinare la giusta temperatura): ma che diamine sta succedendo all’acqua oggi??? Perché non esce più quella fredda???
Gian Burrasca (studiando le mie reazioni con piglio da scienziato che osserva una cavia da laboratorio): è calda?
io (rendendomi finalmente conto di quale sia la causa dell’anomalia): sì… è calda!!! GIAN BURRASCA!!! Si può sapere cosa hai combinato? Hai forse chiuso il rubinetto dell’acqua fredda???
Gian Burrasca (sempre con aria noncurante): io? No… io no…
io (traslando il pargolo lontano dall’area a rischio danni): sìsì! Come no! E chi è stato allora? Il laùro?
Gian Burrasca (felice di potersi scaricare la coscienza): scì scì! LAUO!!!

Dopo aver cacciato con delicatezza il piccolo disastro fuori dal bagno, inzio a trafficare con i rubinetti. Apro il rubinetto dell’acqua fredda. Niente. Chiudo il rubinetto dell’acqua calda. Nulla. Riapro il rubinetto dell’acqua calda e provo a girare di nuovo quello della fredda. Ancora nessun risultato. Dopo qualche minuto, desolata, rinuncio. In quel momento arriva la nonna (mamma di Lui).

nonna (osservandomi rannicchiata sotto il mobile alle prese con i rubinetti): che succede?
io: non so… Gian Burrasca ha giocato con i rubinetti generali dell’acqua ed ora non riesco più a far uscire quella fredda…
nonna: mavalà!!! Avrà solo chiuso quello dell’acqua fredda!!!
io: beh… provi lei se vuole… io non sono riuscita a riaprirlo!
nonna (piegandosi e iniziando a girare i rubinetti): …allora?
io (sconsolata): …niente!

Dopo qualche vano tentativo decidiamo di lasciar perdere e aspettare il ritorno di Lui. Usciamo dal bagno per “offrirci” un meritato caffè.
Gian Burrasca, nel frattempo, si dilegua. Torna dopo qualche minuto.

Gian Burrasca (tirandomi i pantaloni): MAMMAAA!!! VENI!!!
io (temendo il peggio): Gian Burrasca… cos’altro hai combinato?
Gian Burrasca (trascinandomi verso il luogo del precedente misfatto): VENI MAMMA VENI!!!
io (seguendolo in bagno): vengo vengo…
Gian Burrasca (indicando il rubinetto del lavabo): acqua fedda!
io: no tesoro… adesso non è fredda l’acqua… è calda. SOLO calda!
Gian Burrasca (insistendo ostinato): NO! ACQUA FEDDA!
io: amore, no! Non c’è l’acqua fredda!
Gian Burrasca (impuntandosi col ditino teso verso il lavandino): ACQUA FEDDA!!!
io (aprendo l’acqua per dimostrargli l’evidenza dei fatti): adesso apriamo l’acqua, così vedrai che quella fredda non esce!

Uno scroscio di acqua fredda investe la mia mano…

Gian Burrasca (soddisfatto): vedi? Acqua fedda!!!
io: …
nonna: abbiamo appena risolto in modo definitivo il problema dell’idraulico…

P.S.: il “laùro” è un essere appartenente ad un’antica credenza popolare salentina. Si tratta di una specie di folletto che vive nei boschi o tra le mura domestiche, che può essere benigno o estrememente dispettoso. Veniva spesso utilizzato ironicamente per giustificare le birbonate dei più piccini.