Questione di sicurezza 2

POMERIGGIO, ORE 17:00

Dopo averlo preso dall’asilo, porto Gian Burrasca nel piccolo parco giochi che è proprio lì vicino. Dopo aver parcheggiato il passeggino, sguinzaglio il pargolo tra altalene, scivoli, dondoli, casette di legno e… buche della sabbia. Proprio mentre si sta rotolando in una di queste insieme ad altri bambini, vedo una mamma che corre atterrita a raccattare la figlioletta che si è appena unita al gruppo.

mamma (urlando ai limiti della crisi isterica): NO!!! ESCI SUBITO DI LÌ!!! È PERICOLOSISSIMO!!! CI HANNO TROVATO DELLE SIRINGHE!!!
bambina (facendosi controvoglia trascinare fuori dalla sabbia): BUHUAAAAA!!!

Molto turbata dalla scena, chiedo delucidazioni alla mamma urlante che, per fortuna, ha recuperato il suo aplomb non appena la piccola ha lasciato la sua postazione. Mi spiega che, un po’ di tempo prima, sono state trovate delle siringhe sepolte sotto la sabbia, che è stata avvertita la polizia e che, per tutta risposta, è stato detto al gruppetto di mamme di fare attenzione ai bambini perché la situazione non può, purtroppo, essere tenuta costantemente sotto controllo dalle forze dell’ordine.
Ancora più preoccupata, mi affretto verso la buca per recuperare Gian Burrasca.
Accanto a lui ci sono un paio di bimbetti con le rispettive mamme.

mamma 1 (rivolgendosi a me): guardi… stia pure tranquilla e lasci giocare il bambino…
io: ma… non è vera la storia delle siringhe?
mamma 2: oh… sì… certamente! Ma cosa vuole che sia… tutt’al più i bambini le dissotterrano con le palette e può recuperarle lei senza nessun problema!
io: !!!

P.S.: cercasi, taglia 3/4 anni, divisa da… artificiere!!!

My name is…

POMERIGGIO, ORE 18:30

Gian Burrasca è in bagno intento a lavarsi le manine. Dopo qualche minuto, vedendo che le abluzioni si sono trasformate in gioco, cerco di richiamare la sua attenzione.

io: amore… hai finito?
Gian Burrasca (chiudendo l’acqua): io non sono un “Amore”!
io (sorpresa): ah no?
Gian Burrasca (asciugandosi): no! Papà è il tuo “Amore”!
io: va bene cucciolo. E te? Come devo chiamarti?
Gian Burrasca: mi devi chiamare “Stella”!
io: va bene tesoro…
Gian Burrasca: no “Tesoro”! Il mio nome è Stella! Solo Stella!
io: …

Affari di famiglia

POMERIGGIO, ORE 18:00

Io e Gian Burrasca stiamo percorrendo i portici diretti a casa. A un certo punto passiamo davanti alle vetrine di un negozio di specialità culinarie.

Gian Burrasca (fissando con bramosia un mucchio di cioccolatini adagiati in un cestino colorato): mamma… voglio le caramelle!
io (sospingendolo con delicatezza oltre quel luogo di tentazioni): no tesoro.
Gian Burrasca (voltandosi a fissare il vetro): ma io voglio le caramelle!
io (tirandolo leggermente): ho detto di no, tesoro.
Gian Burrasca (insistendo con fermezza e con voce lievemente alterata): ma io voglio le caramelle!
io (trascinandolo via con decisione): no! In primo luogo le caramelle fanno male sia ai denti che al pancino! In secondo luogo tra poco è ora di cena, e se inizi a mangiare schifezze poi ti passa l’appetito!
Gian Burrasca (per nulla turbato dal mio tono autoritario): MA IO VOGLIO LE CARAMELLE!!!
io (proseguendo inflessibile e impassibile): …non si può avere sempre tutto nella vita!
Gian Burrasca (sempre più insistente e risoluto): MA IO VOGLIO LE CA-RA-ME-LLE!!!
io (vedendo passare proprio di fronte a me una signora con una spettacolare Alma GM Monogram Vernis di LV): e io voglio una borsa di Vuitton!!!
Gian Burrasca (guardandomi in tralice): NO!!! TU NON VUOI UNA BORSA DI UITTON!!!
io (fissandolo con fermezza): Sì invece! Io voglio una borsa di Vuitton!!!
Gian Burrasca (riflettendo serio serio per qualche minuto ): …
io (osservandolo di sottecchi): …
Gian Burrasca: mamma?
io: dimmi tesoro…
Gian Burrasca: facciamo così… io ti compero una borsa di Uitton…
io: ???
Gian Burrasca: …ma tu intanto mi comperi le caramelle?
io: !!!

Questione di sicurezza

POMERIGGIO, ORE 14:00

Siamo in partenza.
Dopo aver sistemato la casa, preparato i bagagli, lavato, vestito e rifocillato Gian Burrasca, mi appresto finalmente ad infilarmi sotto la doccia per approntarmi e… godermi il serafico oblio che l’acqua bollente sulla schiena reca con sé.
Parcheggio il piccolo sul divano davanti ad un cartone animato -giusto per evitare che demolisca la casa mentre sono impegnata nelle mie abluzioni- e mando un messaggio a Lui che è in ufficio: “Vieni per le 2.30”. Decido poi di bloccare la porta d’ingresso: Gian Burrasca ha infatti la pessima abitudine di aprire appena sente squillare il campanello, perché associa quel rumore all’arrivo dei nonni.
Finalmente tranquilla, mi chiudo in bagno.
Dopo un po’ sento armeggiare nell’ingresso…

Lui: YUHUUU!!!
io (pensando “Oh… Lui è arrivato!”): …
Gian Burrasca: …
Lui: YUHUUUHUUU!!! TESOOOROOO!!!
io (pensando “Mmmh… starà chiamando Gian Burrasca.”): …
Gian Burrasca: …
Lui: TEEESOOOROOO!!! C’È NESSUUUNOOO?
io (pensando: “Strano che non sia ancora entrato in bagno a salutarmi…”): …
Gian Burrasca (urlando dal divano): CIAO PAPÀ!!!
Lui: TESORO? VIENI QUI DA PAPÀ?
io (pensando: “Mah… non capisco cosa ci faccia ancora lì nell’ingresso…”): …
Gian Burrasca (senza spostarsi dalla sua postazione): ARRIVO!
Lui: TEEESOOOROOOOOOO!!!
io: …
Gian Burrasca (impassibile): AAARRIIIVOOO!!!
Lui: CUUUCCIOLOOO! VIENI QUIIIIIII!!!
io: ?
Gian Burrasca (imperturbabile): SÌ!!! ARRIVO!!!
Lui: DAI CUCCIOLO!!!
io: ???
Gian Burrasca (correndo finalmente nell’ingrresso): ARRIVO!!!

Sempre immobile sotto l’acqua, sento un farfugliare concitato.
Poi vedo socchiudersi la porta e spuntare il faccino roseo di Gian Burrasca dallo spiraglio.

io: cosa c’è amore?
Gian Burrasca: papà dice se puoi aprirgli, perché è chiuso fuori di casa…
io: !!!io (schizzando fuori dalla doccia per togliere il blocco dalla porta): …scusa tesoro!!!
Lui (entrando finalmente in casa): ma non potevi semplicemente chiudere a chiave?
io (riconquistando il caldo del bagno): ma con le chiavi nella serratura non saresti comunque riuscito ad entrare!
Lui: …toglierle dopo aver chiuso no, eh?
io (rientrando in doccia): …
Lui: ?
io (riaprendo l’acqua): ho forse la faccia di una che si ricorderebbe di togliere le chiavi???
Lui: !!!

Tu tuuu!!!

POMERIGGIO, ORE 16:00

Una delle mete preferite di Gian Burrasca è il parco con il trenino. Qui, oltre a sbizzarrirsi con giochi di ogni genere -dall’altalena allo scivolo, dalle strutture a molla a quelle per arrampicarsi, dalla teleferica ai tappeti elastici-, può anche girare su un piccolo treno colorato che serpeggia lento in mezzo al prato.

io (dandogli una mano a salire sul vagoncino di testa): ci sei tesoro?
Gian Burrasca (prendendo posto): e il biglietto?
io (tirandone fuori uno dalla borsa): eccolo! Mi raccomando: appena arriva l’omino dei biglietti glielo dai. Va bene?
Gian Burrasca (con il pezzetto di plastica in mano): va bene.

Il trillare di una campanella annuncia che il mezzo sta per partire. Mi siedo sulla panchina di fronte alla ferrovia e osservo Gian Burrasca, che si guarda intorno con una certa preoccupazione. Accanto a me è seduto il papà di un’altra piccola passeggera.
Con uno scossone, il treno inizia la sua marcia. Gian Burrasca, anziché rilassarsi e godersi il viaggio, appare molto nervoso, e non fa che occhieggiare qua e là in cerca di qualcosa. Quando mi passa davanti allunga la manina col biglietto.

Gian Burrasca: mamma… il biglietto!
io: tranquillo tesoro… passerà poi il signore a prenderlo…
papà: …

Ancora un giro. Gian Burrasca è sempre più in ansia…

Gian Burrasca (ripassando di fronte alla mia panchina): …mamma…
io: sì, cucciolo, ho capito. Non preoccuparti.
papà: …

Ancora un altro. Gian Burrasca sembra sia seduto sui carboni ardenti e continua ad agitarsi…

Gian Burrasca (guardandomi angosciato): …biglietto…
io: ehm…
papà: …

E un altro. Lui appare ancora più tormentato.

Gian Burrasca (allungando verso di me la manina e ormai sull’orlo di una crisi): maaammaaa… biglieeettooo…
io: …
papà: scusi signora… vuole che prenda io il biglietto del bambino? Così almeno si rasserena…
Gian Burrasca (guardandomi da lontano col braccino proteso fuori dal finestrino): :'(
io: ehm… no, grazie… non si preoccupi…
papà: …

Appena il treno passa di nuovo di fronte alla mia postazione prendo dalle mani di Gian Burrasca il pezzetto di plastica e gli mostro platealmente che lo sto dando all’omino dei biglietti. Finalmente lui sembra calmarsi.

Gian Burrasca (ripassandomi davanti, finalmente felice): TUUU TUUUUU!!! :)
papà: certo che suo figlio non rischierà mai di prendere multe, eh!
io: !!!

Abito da sposa cercasi 4

GIORNO 4, ORE 18:00

Dopo un lungo pomeriggio trascorso ai giochi con Gian Burrasca, sono sulla via di casa. Lungo la strada passo davanti all’unico negozio di abiti da sposa presente in città.
Guardo l’orologio: ho ancora un’oretta a disposizione. Guardo Gian Burrasca: dopo tutto il movimento fatto durante la giornata è stanchissimo, quindi tranquillo e arrendevole. Decido di entrare.
Lascio il passeggino nell’ingresso e inizio a inerpicarmi su per 3 piani di scale a chiocciola costellati di vestiti di ogni genere e un numero incredibile di… orsacchiotti di pezza (???). Gian Burrasca mi segue e, per fortuna, è più interessato a studiare quello strano posto con buffi abiti attaccati alle pareti che ad allungarsi verso i pupazzi. Giungo finalmente in una piccola stanza che ha più l’aspetto di una grande cabina armadio che di un atelier. All’interno vi sono due signore che stanno chiacchierando.

io: buonasera!
signora 1: buonasera.
signora 2: buonasera.
io: ehm… mi sposo in settembre e sto cercando un abito da sposa. Ma non del tipo classico… Pensavo piuttosto a qualcosa che potesse essere riutilizzato… magari corto…
signora 1: sì… beh… abbiamo sicuramente qualcosa che fa al caso suo. Ha detto che si sposa in settembre, quindi c’è tempo. Le lascio il biglietto da visita, così mi telefona all’inizio di luglio e prende un appuntamento. Tanto in questo periodo non abbiamo spose…
signora 2: …
io (guardandomi intorno): ma… non potrebbe farmi vedere qualcosa intanto?
signora 1: no. Deve prendere un appuntamento.
signora 2: …
io (osservando il biglietto da visita): va bene… e non potrei prenderlo direttamente adesso?
signora 1: no. Mi deve chiamare.
signora 2: …
io: … Va bene…
signora 1: e… dove si sposa?
signora 2: …
io: proprio qui vicino, nella Cappella di Santa Caterina…
signora 1: AAAAAH!!! Allora la sposa don Mario!!!
signora 2: …
io: sì! Esatto!
signora 1: eh… beh… dovevo immaginarlo…
signora 2: …
io: ?
signora 1 (ammiccando verso Gian Burrasca che è intento ad analizzare il meccanismo di chiusura della porta a vetri): lui è abituato ai matrimoni… “strani”!!!
signora 2: …
io: !!!
signora 1: …
signora 2: …
io: …
signora 1: beh… allora mi chiami per fissare una prova. E si ricordi, mi raccomando, di portare il reggiseno che indosserà il giorno del matrimonio! Arrivederla.
signora 2: arrivederla.
io: arrivederla…

Esco tenendo Gian Burrasca per mano.
-14!!!

Questione di ruoli

POMERIGGIO, ORE 18:00

Io, Lui e Gian Burrasca siamo in macchina.
A un tratto vengo colta da un “attacco d’amore”.

io (guardando Lui teneramente): che bello che è il mio fidanzato!
Lui: :)
Gian Burrasca: …
io (avvinghiandomi al suo braccio): che dolce che è il mio fidanzato!!!
Lui: :)))
Gian Burrasca: …
io (accarezzandolo amorevolmente): che tesoro che è IL MIO FIDANZATO!!!
Lui: :D
Gian Burrasca (allungandosi dal seggiolino fino ad agganciarsi con le mani al poggiatesta di Lui): NO!!!
io: ?
Lui: ?
Gian Burrasca (lanciandomi un’occhiata di rimprovero): è IL MIO fidanzato!!!
io: !!!
Lui: …

Wrom wrom!!!

POMERIGGIO, ORE 18:00

Io e Gian Burrasca torniamo finalmente a casa dopo una lunghissima passeggiata ed una sosta ai giochi per la sua quotidiana dondolata sull’altalena.
Lui porta orgogliosamente in mano la scatola con la macchinina radiocomandata che gli ho appena regalato. La appoggia sul pavimento dell’ingresso, si toglie le scarpe, si lascia cambiare e lavare, poi corre sul tappeto del soggiorno col suo nuovo trofeo.

Gian Burrasca (allungando la scatola verso di me): mamma? Mi api la scatola peffavoe?
io (portando la spesa in cucina): arrivo!
Gian Burrasca (con tono impaziente) maaammaaa! Mi apiii?
io (iniziando a svuotare le buste): arriiivooo!
Gian Burrasca (sempre più perentorio): MAAAMMAAA!!! VIEEENIII!!!
io (rimandando a dopo la sistemazione delle vettovaglie per evitare che inizi la cantilena): sì… arrivo!

Vado in soggiorno, apro la scatola e mi rendo conto che la macchinina è avvitata al supporto di cartone. Mi armo di cacciavite e cerco di staccare le due viti. Al primo tentativo queste iniziano a girare a vuoto insieme alle rondelle alla quali sono attaccate; al secondo, tenendo fisse le rondelle, non accennano a spostarsi. Dopo un po’ mi arrendo.

io (restituendo a Gian Burrasca la macchinina sempre unita alla base in cartone): amore… la mamma non riesce a svitarla. Chiediamo a papà appena torna. Ok?
Gian Burrasca (prendendo il tutto e iniziando a osservarlo): …occhei…

Metto a posto il cacciavite per evitare che il pargolo faccia danni, torno in cucina, distribuisco la spesa tra frigorifero e dispensa, quindi decido di riprovare a forzare le viti.
Quando torno in soggiorno trovo Gian Burrasca con la macchinina tra le mani. Le due viti giacciono sul tappeto insieme al pezzo di cartone.

Gian Burrasca: mamma? Non sevviva il cacciavite! Bastavano le mani! Guadda? WOOOM WOOOM!!!
io: …

Riprendo il mano il giocattolo e inserisco le batterie, sia nel mezzo che nel radiocomando, tampinata da Gian Burrasca che mi istruisce su come fare.
Alla fine impugno una specie di pistola con una grande ruota su un lato, e provo la macchinina. Il grilletto guida lo spostamento avanti e indietro; non riesco però a capire come si faccia a farla girare…

io (rigirandomi l’attrezzo tra le mani alla ricerca di tasti, pulsanti o quant’altro): non capisco… eppure la signora del negozio mi aveva detto che poteva anche girare…
Gian Burrasca (guardandomi): …
io (lasciando il radiocomando tra le mani del piccolo): boh… magari si è sbagliata. Intanto giocaci, poi leggerò le istruzioni…
Gian Burrasca (afferrandolo e iniziando a studiarlo): …
io: ?
Gian Burrasca (premendo il grilletto e girarando a destra e a sinistra la ruota laterale per far cambiare direzione all’automobilina): GUADDA MAMMA!!! GIA!!! WOOOM WOOOM!!!
io: !!!

Cuore di mamma

SERA, ORE 21:00

Io, Lui e Gian Burrasca siamo seduti sul tappeto nella sua cameretta intenti a giocare con i cubetti di legno.
A un tratto…

Gian Burrasca (fermandosi di colpo e fissando incantato la finestra): …
io (osservando incuriosita il vetro): ?
Lui (seguendo lo sguardo del piccolo): ?
Gian Burrasca (sempre più affascinato): GUADDA!!!
io (cercando di capire cosa l’abbia ipnotizzato): ???
Lui: ???
Gian Burrasca (alzandosi dal pavimento, spostando la lavagna con la panchetta sotto il davanzale ed arrampicandovisi): GUADDAAA!!! CHE BELLO!!!
io: ???
Lui: ???
Gian Burrasca (indicando con gesto istrionico il tramonto sulle montagne di fronte a lui): GUADDA CHE BELLOOO!!! TUTTO AANCIONE!!!
io (guardandolo commossa): aaah… il mio piccolo artista… il mio poeta!!!
Lui: …

Shhh!

POMERIGGIO, ORE 14:00

Giornata di immersioni con amici.
Dopo essere usciti dall’acqua e aver indossato nuovamente abiti civili, andiamo tutti quanti verso il ristorante per rifocillarci.
Subito dopo pranzo un’amica esce in giardino per fumare. Gian Burrasca, che fino ad allora ha giocato con lei, le trotterella dietro. Da lontano li osservo e, pur senza sentire, vedo che lei gli sta parlando.
A un tratto…

Gian Burrasca (con vocina decisa e squillante): ma la smetti di chiacchieae sempe?
amica: !!!
io: …