Coccole

NOTTE, ORE 3:00

Gian Burrasca: zzzzzzzzzzzz
io: zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz

Gian Burrasca: zzzzzzzzz… zzz… z…
io: zzzzzzzzzzzzzz

Gian Burrasca: MAMMA!

io (scattando seduta sul tetto come un pupazzetto a molla): …‘rivo…
Gian Burrasca: MAAAMMAAAAAAAAA!!!

io (strisciando verso la camera del piccolo con la stessa energia di un lombrico): …eccomi…
Gian Burrasca (ancora steso nel lettino e con gli occhi chiusi): mamma?
io (aggrappandomi al suo lettino come un naufrago a un salvagente): …dimmi tesoro…
Gian Burrasca (senza neppure aprire gli occhi): …mi dai un bacio?

io (scivolando verso di lui): :x
Gian Burrasca (immobile): grazie…

io (restando in attesa): …

Gian Burrasca: …
io: … ? …

Gian Burrasca (percependo la mia presenza): buonanotte…

io: !!!

Out of order

Premessa: qualche giorno fa io, Lui e Gian Burrasca siamo usciti per fare shopping. Nulla di trascendentale: calzetti da casa in lana per me e per Lui, ghettine per il piccolo. Tornati a casa, però, Lui ha scoperto che uno dei suoi nuovi acquisti presentava dei vistosi buchi distribuiti qua e là e, non avendo voglia di tornare al negozio, ha lasciato a me l’incarico di andare a sostituirli.
Il pomeriggio del giorno successivo io e Gian Burrasca siamo andati a cambiare i calzetti difettati…

NOTTE, ORE 3:00

io: zzzzzzzzzzzzzzzzz
Gian Burrasca: BUHUAAA!!! MAMMAAA!!!
io: zzzzzzzzz… zzzzzz… zzz…
Gian Burrasca: BUHUUUAAAAAAAAA!!! MAAAAMMAAAAAAAAA!!!
io (svegliandomi bruscamente): zzz… z… ma che?
Gian Burrasca: AAAAAAAAAAAAH!!!
io (precipitandomi nella sua stanza): tesoro… che succede???
Gian Burrasca (in piedi nel lettino, disperato): MAAAMMAAA!!! Il mio naso…
io (osservandolo con occhi ancora semichiusi): cos’ha il tuo naso amore?
Gian Burrasca (tentando inutilmente di tirare su col naso chiuso dal raffreddore): …è rotto!
io (recuperando un fazzoletto): no tesoro… non è rotto… è solo tappato…
Gian Burrasca (non convinto): no! È rotto! Non funziona!
io (cercando di soffiarglielo): sì che funziona… devi solo avere un po’ di pazienza e aspettare che passi il raffreddore…
Gian Burrasca (rimettendosi giù, ancora dubbioso): aaaaaaaaah!
io (coprendolo e accarezzandogli la testina): dormi adesso… e non preoccuparti!
Gian Burrasca (rasserenandosi): va bene mamma…
io (avviandomi verso la mia stanza): buonanotte cucciolo…
Gian Burrasca (con gli occhi già chiusi): mamma?
io (fermandomi con la mano sulla maniglia): sì tesoro?
Gian Burrasca (aprendo un occhio per guardarmi): domani però andiamo a cambiarlo, va bene?
io: …

Problemi di comunicazione

SERA, ORE 18:00

Dopo aver recuperato uno stanchissimo Gian Burrasca dal suo corso di musica e averlo praticamente trascinato mezzo addormentato attraverso la città, approdiamo finalmente a casa. Lo lavo, gli infilo il pigiamino, lo metto a letto. Poi mando un massaggio a Lui: “Quando torni fai piano, perché G.B. dorme”.



ORE 18:10



Gian Burrasca (spalancando la porta della sua stanza): mamma… apro un po’ la porta così sento quando arriva papà!

io: …

Visto che oramai è sveglio come un grillo, lo faccio alzare, gli infilo calzetti e felpa sul pigiama, e lo guido verso il soggiorno in cerca di qualche gioco da fare insieme.

ORE 19:00



Lui (rientrando dall’ufficio): Ciao amore!

io: ciao tesoro!
Gian Burrasca (correndogli incontro): ciao papà
!
Lui (staccandoselo dal collo): ma… non avevi detto che dormiva?

io: sì… era stanchissimo, ma appena l’ho messo a letto si è svegliato…
Gian Burrasca (continuando a saltellargli intorno): vieni a giocare papà?

Lui: mi cambio e arrivo!

io: guarda che gli ho lasciato addosso il pigiamino…
Gian Burrasca (trotterellandogli dietro): sì… ho ancora il pigiama!
Lui: ah… va bene!



ORE 19:30



Lui (intento a versare crostini di pane nella minestra di verdure del piccolo): …e mi raccomando… non si mangiano solo le palline! Si mangia la minestra con le palline!

io (cercando di forzarmi a mangiare le radici che ho nel piatto): …
Gian Burrasca (iniziando a pasticciare col cucchiaio): ma non mi piace la minestra!
Lui (provando a dargliene un boccone): ma se è buonissima!
io (asciugando delle gocce della stessa finite sulla tovaglietta): tesoro… fai attenzione! Hai addosso il pigiamino pulito!

Gian Burrasca (scegliendo con cura i crostini e scansando la verzura): va bene…



ORE 20:00



Lui (accovacciato sul tappeto con l’i-Pad davanti): allora… da cosa vuoi vestirti a carnevale?

Gian Burrasca (dopo averci riflettuto un attimo): …da Ben 10!

io (osservandolo): tesoro… ti ho già detto che il costume da Ben 10 è una specie di pigiama verde e bianco… come quello che hai addosso…
Lui (esplorando la rete): dai che ne cerchiamo un altro…

Gian Burrasca (esplodendo dall’entusiasmo): allora da ZOMBIII!!!

io: …

ORE 20:30

Lui (guardando l’orologio): cucciolino… è ora di prepararsi per la nanna!

Gian Burrasca (piantando il muso): ma io non ho sonno!

io (intenta a sistemare i piatti in lavastoviglie): ma se prima non ti reggevi neppure in piedi!

Lui (accondiscendente): dai andiamo a prepararci e poi puoi stare un altro pochino in piedi…

Gian Burrasca (ostinato): NO! Ancora un pochino!
io (provando a convincerlo): dai cucciolo… sarai velocissimo… devi solo lavare i denti, perché il pigiamino ce l’hai già addosso!
Lui (che si è già arreso): …

Gian Burrasca (irremovibile): NO!
io: …

ORE 21:00



Lui (alzandosi dal pavimento): su adesso, che è già tardi!
Gian Burrasca (trascinandosi verso il bagno): va bene…
io (assorta nella pulizia della cucina): ricordati che devi solo lavargli i denti… il pigiama ce l’ha già…

ORE 21:05

Lui (facendo capolino nel soggiorno con Gian Burrasca in mutande che gli trotterella dietro): scusa… dove hai detto che è il pigiama?

io: …

Reggimenti

SERA, ORE 21:30

Gian Burrasca ha snobbato il riposino pomeridiano preferendogli una lunga passeggiata in città e un paio d’ore di giochi sfrenati.
Avendo sfasato i suoi ritmi, all’ora di cena ha rischiato di addormentarsi con la testa nel piatto, ma si è risvegliato al solo sentir bisbigliare che forse era il caso di portarlo subito a letto.
Ora è allo stremo delle forze e, dopo aver sorbito il suo latte caldo, si avvia stancamente verso la sua stanza.

Gian Burrasca (attraversando silenziosamente il soggiorno): …
Lui (osservandolo con tenerezza): …
Gian Burrasca (arenandosi nell’entrata appoggiato ad una parete): …
Lui (seguendolo): ?
Gian Burrasca (allargando le braccine e allungandole supplichevoli verso il papà, gli occhi quasi chiusi): papà…
Lui: ?
Gian Burrasca: …io non mi reggio più in piedi…
Lui: …

Posso?

SERA, ORE 9:00

Siamo sempre in montagna ed è nuovamente giunta per Gian Burrasca l’ora di dormire.
Inizia la quotidiana battaglia…

Gian Burrasca (ciondolando sulla sua poltrona preferita con una macchinina in mano): mamma… posso le macchinine?
io (parcheggiando le suddette in una cesta): no tesoro… è ora di andare a nanna.
Gian Burrasca (continuando a tergiversare): mamma… posso il gioco delle scimmie?
io (mettendo l’oggetto in questione sotto chiave in una credenza): no tesoro… ti ho detto che è il momento di andare a letto.
Gian Burrasca (perdendosi a fissare lo schermo della televisione… spenta): mamma… posso un cartone?
io (facendo sparire il telecomando): no. È tardi!
Gian Burrasca (sporgendosi oltre la spalliera per osservarmi): mamma… posso l’Aipad?
io: non c’è l’i-Pad. E anche se ci fosse non te lo darei, perché è ora di dormire!
Gian Burrasca (guardandomi con occhi supplichevoli): mamma… posso il telefono?
io (infilandomi l’i-Phone in una tasca): NO!
Gian Burrasca (traendo un sospiro affranto e sconsolato): oooooh!!! Che tristezza!!!
io: !!!

L’erba voglio

SERA, ORE 21:00

Siamo in montagna, e per Gian Burrasca è arrivato il momento di andare a nanna.
Come sempre, il piccolo non ne ha alcuna intenzione.

Gian Burrasca (abbandonato sulla poltrona di fronte alla televisione… spenta): mamma… io voglio un cartone!
io (cercando, con delicata fermezza, di farlo alzare): no tesoro… adesso è troppo tardi.
Lui (osservando la scena seduto sul divano): …
Gian Burrasca (restando ostinatamente ancorato a un bracciolo): ma io voglio un cartone!!!
io (tentando inutilmente di scrostarlo dal velluto): domani tesoro. Non insistere!
Lui (continuando a guardare il siparietto): …
Gian Burrasca (avvinghiandosi a un cuscino): ma mamma! Io voglio un cartone!!!
io (lanciando il guanciale sul divano dopo averglielo sottratto): cosa ti dice sempre la mamma? L’erba voglio non esiste neppure nel giardino del re!
Lui (scansando il cuscino): …
Gian Burrasca (facendo appello alle sue ultime forze): MA IO HO DETTO CHE VOGLIO UN CARTONE!!!
io (soppesandolo con lo sguardo): …
Lui: …
Gian Burrasca (sostenendo con risolutezza la mia occhiata): …
io (sorridendo): e la mamma cos’è che vuole?
Lui: ???
Gian Burrasca (dopo averci riflettuto qualche istante): una borsa di Uitton!!!
io: :)))
Lui: !!!

Terremoto

NOTTE, ORE 3:30

io: zzzzzzzzzzz
Gian Burrasca (urlando dalla sua camera): MAAAMMAAA!!!
io: zzz… zz… z… …
Gian Burrasca (con voce ancora più disperata): MAAAAAMMAAAAA!!!
io (arrancando intontita e dolorante fuori dal letto): non gridare… arrivo…
Gian Burrasca (con tono sempre più tragico): MAMMAMAMMAMAAAMMAAA!!!
io (precipitandomi nella sua stanza): tesoro… che c’è?
Gian Burrasca: MAMMAMAMMAMAM… io voglio l’acqua…
io: …

Mi trascino fino alla cucina, riempio il suo bicchiere d’acqua, glielo porto, aspetto che beva.

Gian Burrasca (finalmente soddisfatto): grazie mamma!
io: …

Gli auguro la buonanotte, gli accendo la musica, striscio nuovamente verso il letto.

ORE 4:00

La terra si muove…
Io schizzo seduta sul letto che vibra vistosamente sotto di me, Lui si sveglia di soprassalto e, dopo essersi reso conto di quanto sta accadendo, corre in camera di Gian Burrasca.

Gian Burrasca (con vocina serena e serafica): chi è che muove il letto di Gian Burrasca?
Lui: …
io: !!!

Buio

SERA, ORE 21:00

Acciambellata sul divano, sono intenta a dare il latte a Gian Burrasca.
Lui entra in soggiorno, spegne tutte le luci nel tentativo di conciliare il sonno del pargolo, poi si siede sulla poltrona di fronte a noi.

Gian Burrasca (bevendo dal biberon): squich squich squich (tipico rumore da biberon)
io: …
Lui: …
Gian Burrasca (guardandosi intorno): squich squich
io: …
Lui: …
Gian Burrasca (puntandomi gli occhi addosso): squich
io: ?
Lui: ?
Gian Burrasca (sputando il biberon): io no vedo più un tubo!!!
io: !!!
Lui: …