SERA, ORE 19:30
È ora di cena e siamo tutti seduti intorno al tavolo da pranzo davanti a un buon piatto di riso col ragù. E il riso, si sa, si mangia con la forchetta…
Gian Burrasca (cercando inutilmente di infilzare i chicchi di riso con la forchetta): …
Lui (osservandolo con aria scettica): …
io (rovistando nella mia insalata alla ricerca dei pomodori): …
Gian Burrasca (portandosi alla bocca la posata intenta a perdere buona parte del suo gustoso carico): …
Lui (mostrandogli il metodo giusto per raccogliere i piccoli grani): …
io (mescolando l’erba con fiocchi di formaggio nel tentativo di darle un minimo di sapore): …
Gian Burrasca (esaminando con fare critico la piccola forchetta tra le sua mani): …
Lui (scuotendo la testa): …
io (scavando tra le foglioline per estrarre dei filamenti di carote): …SIGH!…
Gian Burrasca (mettendomi la posata sotto il naso): …mamma?
Lui (guardandolo con curiosità): ?
io (felice di poter abbandonare il mio “lauto pasto”): dimmi tesoro…
Gian Burrasca (appoggiando l’oggetto sulla mia tovaglietta e continuando a studiarlo con aria leggermente disgustata): mi dai un cucchiaio?
Lui: un cucchiaio? Per fare?
io (eclissandomi in cucina pur di allontanarmi dalla triste verzura): subito tesoro!
Gian Burrasca (rivolgendosi al padre): per mangiare!
Lui: e la forchetta?
io (tornando con una nuova posata): …
Gian Burrasca (indottrinando suo papà con fare da cattedratico): con la forchetta si punta la ciccia!!!
Lui: !!!
io: …