Ponicipli e Cangimbi

MATTINA, ORE 7:30

Io e Gian Burrasca siamo in bagno intenti nella sua vestizione. Gli metto mutandine -“quelle coi teschietti!”-, maglietta, ghettine, pantaloni, quindi un’altra maglietta a maniche lunghe con disegni di buffi mostriciattoli.

Gian Burrasca (osservando la maglietta): …
io (seguendo il suo sguardo): che c’è tesoro?
Gian Burrasca (additando le stampe sulla stoffa): …ma questi sono i mostri Ponicipli!!!
io (esterrefatta): i che???
Gian Burrasca (contemplandosi la pancia): i Ponicipli!!!

io (incuriosita): ehm… e cosa sono?
Gian Burrasca (sorridendomi soddisfatto): sono dei mostri!!!

io (aiutandolo a indossare la felpa): aaah! …E che fanno?

Gian Burrasca (senza distogliere lo sguardo dai disegni): i Ponicipli saltano cone una rana…
io: …

Gian Burrasca (gesticolando entusiasta): …e bevono acqua…

io: !
Gian Burrasca (proseguendo con la sua descrizione): …e mangiano i bruchi e i Cangimbi…

io: !?!
Gian Burrasca (terminando la sua dissertazione, degna di Piero Angela): …e sono arancioni!!!
io: !!!

Amen!

MERCOLEDÌ 12 SETTEMBRE, ORE 13:00 CA.

È il fatidico giorno del nostro matrimonio.
La cerimonia volge ormai al termine quando Don Mario, il nostro parroco, decide di chiamare noi, i testimoni e Gian Burrasca intorno all’altare per parlare a tutti i presenti e invitarli ad accompagnarci e sostenerci nel nostro cammino di coppia.
Per introdurre l’argomento si rivolge scherzosamente a Gian Burrasca.

don (tenendo un emozionatissimo Gian Burrasca in braccio): senti ma… tu, quando fai le scale, ti fai aiutare, vero?
Gian Burrasca (osservandolo serio serio e annuendo pensieroso): …
io: …
Lui: …
congrega: …
don (sorridendo al piccolo): …e chi è che ti aiuta a salirle?
Gian Burrasca (guardando solennemente in alto, e puntando il ditino verso il crocifisso appeso al soffitto): …
io: !!!
Lui: !!!
congrega: !!!
don (fissandolo tra il basito e il commosso): …Amen…

Lesson number 1

SERA, ORE 19:30

È ora di cena e siamo tutti seduti intorno al tavolo da pranzo davanti a un buon piatto di riso col ragù. E il riso, si sa, si mangia con la forchetta…

Gian Burrasca (cercando inutilmente di infilzare i chicchi di riso con la forchetta): …
Lui (osservandolo con aria scettica): …

io (rovistando nella mia insalata alla ricerca dei pomodori): …
Gian Burrasca (portandosi alla bocca la posata intenta a perdere buona parte del suo gustoso carico): …
Lui (mostrandogli il metodo giusto per raccogliere i piccoli grani): …
io (mescolando l’erba con fiocchi di formaggio nel tentativo di darle un minimo di sapore): …
Gian Burrasca (esaminando con fare critico la piccola forchetta tra le sua mani): …
Lui (scuotendo la testa): …

io (scavando tra le foglioline per estrarre dei filamenti di carote): …SIGH!…
Gian Burrasca (mettendomi la posata sotto il naso): …mamma?
Lui (guardandolo con curiosità): ?

io (felice di poter abbandonare il mio “lauto pasto”): dimmi tesoro…

Gian Burrasca (appoggiando l’oggetto sulla mia tovaglietta e continuando a studiarlo con aria leggermente disgustata): mi dai un cucchiaio?

Lui: un cucchiaio? Per fare?
io (eclissandomi in cucina pur di allontanarmi dalla triste verzura): subito tesoro!

Gian Burrasca (rivolgendosi al padre): per mangiare!

Lui: e la forchetta?
io (tornando con una nuova posata): …

Gian Burrasca (indottrinando suo papà con fare da cattedratico): con la forchetta si punta la ciccia!!!
Lui: !!!
io: …

Affari immobiliari

POMERIGGIO, ORE 16:30

Io e Lui abbiamo deciso di cambiare ufficio. Essendo Lui impegnato per tutto il giorno, sta a me il compito di girare per agenzie immobiliari alla ricerca di uno spazio che faccia al caso nostro.
Com me, ovviamente, c’è Gian Burrasca.

io: cucciolo… oggi andiamo a vedere un possibile nuovo ufficio per mamma e papà!
Gian Burrasca (all’apice della felicità): SÌÌÌÌÌÌÌÌÌ!!! Così posso venire a lavorare anche ioooo!!!
io: …
Gian Burrasca: e dov’è?
io: beh… quello che andiamo a vedere oggi è qui vicino. Ma non so se sarà quello. Perché noi stiamo cercando un posto davvero speciale…
Gian Burrasca (sempre più entusiasta): SÌÌÌÌÌÌÌÌÌ!!! SPECIAAALEEE!!!
io: …ehm… sì cucciolo…
Gian Burrasca (guardando il cielo con occhi sognanti): e deve esserci una stanza per me…
io: …
Gian Burrasca: …tutta arancione…
io: !
Gian Burrasca: …per i giochi…
io: …
Gian Burrasca: …e per i libri…
io: !
Gian Burrasca: …e per disegnare!
io: !!!
Gian Burrasca (guardandomi intensamente): vero mamma?
io: beh… vediamo che si può fare…

Arrivati sul luogo dell’appuntamento, dopo i convenevoli di rito con l’agente immobiliare, iniziamo finalmente la visita dell’ufficio.

Gian Burrasca (trotterellando silenzioso accanto a noi): …
agente (mostrandomi la stanza più grande, con finestre su due lati e una grande vetrata per separarlo dal resto dell’ambiente): e questo è l’ufficio padronale…
io (immaginando già Lui dietro la sua scrivania): bello…
Gian Burrasca (percorrendone il perimetro con aria estasiata): :)
agente (rivolgendosi a a lui): allora… ti piace?
io: …
Gian Burrasca (annuendo all’uomo e rivolgendosi poi a me): mamma… questo è IL MIO ufficio!!!
agente: idee chiare, eh! Lui sì che è un futuro leader!!!
io: !!!

Raccomandazioni 2

SERA, ORE 20:00

Mentre Lui e Gian Burrasca sono acciambellati sul divano intenti a giocare con l’i-Pad, io mi accingo a pulire il tavolo da pranzo.

Gian Burrasca (concentratissimo nel gioco): …
io (calpestando un piccolo bullone in legno): …ahi!
Lui: …
Gian Burrasca (lanciandomi un’occhiata): …
io (guardandolo in tralice): …
Lui: …
Gian Burrasca (tornando alle sue occupazioni): …
io (inciampando in una macchinina): uff…
Lui: …
Gian Burrasca (osservandomi contrariato): …
io (restituendogli analoga occhiata): !
Lui: …
Gian Burrasca (proseguendo nelle sue faccende): …
io (urtando contro un furgoncino con rimorchio e mandando all’aria sia il carico che i passeggeri): ma che caaa…
Lui (scrutandomi con curiosità): ?
Gian Burrasca (voltandosi verso di me, visibilmente seccato): insomma mamma… stai un po’ più attenta!!!
io: !!!
Lui: …

My name is… 3

POMERIGGIO, ORE 15:30

Io, Lui, Gian Burrasca e Pippi siamo in macchina, destinazione supermercato.
I due bimbi sono dietro che parlottano. O meglio: Gian Burrasca chiacchiera senza sosta, Pippi lo ascolta pazientemente…

Gian Burrasca (additando un’insegna): cos’è quello?
Pippi: un fruttivendolo…
Lui: …
io: …
Gian Burrasca: e perché si chiama così?
Pippi: perché vende la frutta…
Lui: …
io: …
Gian Burrasca (indicando un altro negozio): e quello cone si chiama?
Pippi: tabacchino…
Lui: …
io: …
Gian Burrasca: e perché si chiama così?
Pippi: perché vende il tabacco e le sigarette…
Lui: …
io: …
Gian Burrasca (puntando un’altra vetrina): e quello?
Pippi (manifestando i primi segni di fastidio): panificio…
Lui: …
io: …
Gian Burrasca: e perché si chiama così?
Pippi (sospirando): perché vende il pane…
Lui: …
io: …
Gian Burrasca (vedendo l’ennesimo negozio): e quello lì?
Pippi (sbuffando): macelleria…
Lui: …
io: …
Gian Burrasca: e perché si chiama così?
Pippi (sperando di stroncare la sua curiosità): …e perché tu ti chiami Gian Burrasca?!?
Lui: …
io: …
Gian Burrasca (senza neppure pensarci su): perché la mia mamma mi ha chiamato così!
Pippi: !!!
Lui: fregata Pippi…
io: …

Out of order

Premessa: qualche giorno fa io, Lui e Gian Burrasca siamo usciti per fare shopping. Nulla di trascendentale: calzetti da casa in lana per me e per Lui, ghettine per il piccolo. Tornati a casa, però, Lui ha scoperto che uno dei suoi nuovi acquisti presentava dei vistosi buchi distribuiti qua e là e, non avendo voglia di tornare al negozio, ha lasciato a me l’incarico di andare a sostituirli.
Il pomeriggio del giorno successivo io e Gian Burrasca siamo andati a cambiare i calzetti difettati…

NOTTE, ORE 3:00

io: zzzzzzzzzzzzzzzzz
Gian Burrasca: BUHUAAA!!! MAMMAAA!!!
io: zzzzzzzzz… zzzzzz… zzz…
Gian Burrasca: BUHUUUAAAAAAAAA!!! MAAAAMMAAAAAAAAA!!!
io (svegliandomi bruscamente): zzz… z… ma che?
Gian Burrasca: AAAAAAAAAAAAH!!!
io (precipitandomi nella sua stanza): tesoro… che succede???
Gian Burrasca (in piedi nel lettino, disperato): MAAAMMAAA!!! Il mio naso…
io (osservandolo con occhi ancora semichiusi): cos’ha il tuo naso amore?
Gian Burrasca (tentando inutilmente di tirare su col naso chiuso dal raffreddore): …è rotto!
io (recuperando un fazzoletto): no tesoro… non è rotto… è solo tappato…
Gian Burrasca (non convinto): no! È rotto! Non funziona!
io (cercando di soffiarglielo): sì che funziona… devi solo avere un po’ di pazienza e aspettare che passi il raffreddore…
Gian Burrasca (rimettendosi giù, ancora dubbioso): aaaaaaaaah!
io (coprendolo e accarezzandogli la testina): dormi adesso… e non preoccuparti!
Gian Burrasca (rasserenandosi): va bene mamma…
io (avviandomi verso la mia stanza): buonanotte cucciolo…
Gian Burrasca (con gli occhi già chiusi): mamma?
io (fermandomi con la mano sulla maniglia): sì tesoro?
Gian Burrasca (aprendo un occhio per guardarmi): domani però andiamo a cambiarlo, va bene?
io: …

Macchina del tempo

MATTINA, ORE 8:00

Io, Lui e Gian Burrasca siamo in procinto di uscire di casa. Mentre gli sto infilando la giacca, il piccolo si ferma a guardare una foto che ritrae Lui e me al settimo mese di gravidanza in barca.

Gian Burrasca (additando la fotografia): quelli sono mamma e papà?
io (tirando su la cerniera del suo piumino): sì tesoro! E ci sei anche tu.
Gian Burrasca (osservando incuriosito l’immagine): dov’è Gian Burrasca?
io (allacciandogli la sciarpa): nella pancia della mamma.
Gian Burrasca (sgranando gli occhi): nella pancia della mamma???
io (mettendogli il cappellino): sì tesoro…
Gian Burrasca (pensieroso): …aaaaaaah!
io (sospingendolo delicatamente verso la porta): …

SERA, ORE 19:00

Siamo a tavola intenti a cenare e chiacchierare della giornata.

Gian Burrasca (tornando a guardare la fotografia): mamma?
io: dimmi tesoro…
Gian Burrasca (guardandomi leggermente preoccupato): …ma ti hanno tagliato la pancia?
io (avendo notato la direzione del suo sguardo): no amore…
Gian Burrasca (più rilassato): aaaaaaah!
io: …
Gian Burrasca (ancora non del tutto convinto): e come sono uscito?
io (lanciando un’occhiata a Lui nella vana speranza che venga in mio aiuto): beh… ehm…
Gian Burrasca (scrutandomi in attesa): …
io (sentendomi un gatto su uno specchio): …sì… insomma… sei uscito senza bisogno di tagliare!!!
Gian Burrasca (accontentandosi apparentemente di quella stentata risposta): aaaaaaah!
io (sperando di non dover iniziare a dissertare di api e fiori): …
Gian Burrasca (osservandomi serio serio): …mamma?
io (temendo il peggio): sì tesoro?
Gian Burrasca (regalandomi il più tenero dei sorrisi): …tu stasera entri nel mio pancino?
io (basita): no amore… non posso…
Gian Burrasca (mostrandomi il musetto): e perché?
io: perché non si può, amore! Intanto perché i maschietti come te non possono avere bimbi nella pancia… e poi perché io dovrei tornare indietro nel tempo, e non si può!
Gian Burrasca (abbassando lo sguardo): ah…
io (incuriosita): perché vuoi che entri nel tuo pancino?
Gian Burrasca (fissandomi intensamante): perché così domani esci dal mio pancino e sei piccola come me!
io: …

Cuore di mamma 2

MATTINA, ORE 8:30

Dopo aver lasciato Gian Burrasca all’asilo, io e Lui partiamo in macchina alla volta dell’ufficio. Ad un certo punto squilla il suo telefono: è un amico che deve parlargli di alcune questioni di lavoro. Terminata la parte seria della conversazione, iniziano le chiacchiere più ludiche.

amico: senti ma… sono vere tutte quelle cose che scrivete su vostro figlio?
Lui: certo… perché?
amico: beh… soprattutto la parte relativa alla tecnologia è… esilarante!
Lui: eheheh… sì… lo so!
amico: certo che…
Lui: …
amico: …se continua così…
Lui: ?
amico: da grande o diventerà un filosofo, perché non ne vorrà più sapere di computer e roba simile…
Lui: …
amico: …o diventerà un hacker!
Lui: AHAHAH… filosofo o hacker… bella questa!
amico: AHAHAH… sì! Proprio filosofo o hacker! AHAHAH!!!

Dopo i saluti di rito, Lui chiude la telefonata.

io (guardando avanti pensierosa): …
Lui (osservandomi di sottecchi): ?
io: …filosofo o hacker…
Lui: ?
io (guardando verso l’infinito con aria sognante): …ma perché non il futuro Steve Jobs?
Lui: !!!

Problemi di comunicazione

SERA, ORE 18:00

Dopo aver recuperato uno stanchissimo Gian Burrasca dal suo corso di musica e averlo praticamente trascinato mezzo addormentato attraverso la città, approdiamo finalmente a casa. Lo lavo, gli infilo il pigiamino, lo metto a letto. Poi mando un massaggio a Lui: “Quando torni fai piano, perché G.B. dorme”.



ORE 18:10



Gian Burrasca (spalancando la porta della sua stanza): mamma… apro un po’ la porta così sento quando arriva papà!

io: …

Visto che oramai è sveglio come un grillo, lo faccio alzare, gli infilo calzetti e felpa sul pigiama, e lo guido verso il soggiorno in cerca di qualche gioco da fare insieme.

ORE 19:00



Lui (rientrando dall’ufficio): Ciao amore!

io: ciao tesoro!
Gian Burrasca (correndogli incontro): ciao papà
!
Lui (staccandoselo dal collo): ma… non avevi detto che dormiva?

io: sì… era stanchissimo, ma appena l’ho messo a letto si è svegliato…
Gian Burrasca (continuando a saltellargli intorno): vieni a giocare papà?

Lui: mi cambio e arrivo!

io: guarda che gli ho lasciato addosso il pigiamino…
Gian Burrasca (trotterellandogli dietro): sì… ho ancora il pigiama!
Lui: ah… va bene!



ORE 19:30



Lui (intento a versare crostini di pane nella minestra di verdure del piccolo): …e mi raccomando… non si mangiano solo le palline! Si mangia la minestra con le palline!

io (cercando di forzarmi a mangiare le radici che ho nel piatto): …
Gian Burrasca (iniziando a pasticciare col cucchiaio): ma non mi piace la minestra!
Lui (provando a dargliene un boccone): ma se è buonissima!
io (asciugando delle gocce della stessa finite sulla tovaglietta): tesoro… fai attenzione! Hai addosso il pigiamino pulito!

Gian Burrasca (scegliendo con cura i crostini e scansando la verzura): va bene…



ORE 20:00



Lui (accovacciato sul tappeto con l’i-Pad davanti): allora… da cosa vuoi vestirti a carnevale?

Gian Burrasca (dopo averci riflettuto un attimo): …da Ben 10!

io (osservandolo): tesoro… ti ho già detto che il costume da Ben 10 è una specie di pigiama verde e bianco… come quello che hai addosso…
Lui (esplorando la rete): dai che ne cerchiamo un altro…

Gian Burrasca (esplodendo dall’entusiasmo): allora da ZOMBIII!!!

io: …

ORE 20:30

Lui (guardando l’orologio): cucciolino… è ora di prepararsi per la nanna!

Gian Burrasca (piantando il muso): ma io non ho sonno!

io (intenta a sistemare i piatti in lavastoviglie): ma se prima non ti reggevi neppure in piedi!

Lui (accondiscendente): dai andiamo a prepararci e poi puoi stare un altro pochino in piedi…

Gian Burrasca (ostinato): NO! Ancora un pochino!
io (provando a convincerlo): dai cucciolo… sarai velocissimo… devi solo lavare i denti, perché il pigiamino ce l’hai già addosso!
Lui (che si è già arreso): …

Gian Burrasca (irremovibile): NO!
io: …

ORE 21:00



Lui (alzandosi dal pavimento): su adesso, che è già tardi!
Gian Burrasca (trascinandosi verso il bagno): va bene…
io (assorta nella pulizia della cucina): ricordati che devi solo lavargli i denti… il pigiama ce l’ha già…

ORE 21:05

Lui (facendo capolino nel soggiorno con Gian Burrasca in mutande che gli trotterella dietro): scusa… dove hai detto che è il pigiama?

io: …