Sophie

Aneddoto di… beh… ormai un paio di anni fa…

POMERIGGIO, ORE 16:00

Come ogni giorno, io e Gian Burrasca siamo al parco giochi a godere del sole primaverile. Tra le mani lui ha il suo flauto, la grande passione dell’ultimo periodo, che a fatica lo convinco a lasciare a me prima di salire su uno dei suoi giochi preferiti: l’altalena.
Dopo qualche minuto di spinte, incitamenti -“PIÙ FOTTE MAMMA, PIÙ FOTTE!!!-, risate e gridolini di gioia, il seggiolino accanto viene occupato da una bella bimbetta bionda e con gli occhioni azzurri, poco più grande di Gian Burrasca, che è al parco col nonno.

bimba (avvicinandosi con infantile leggiadria all’altalena): …
nonno (mettendola sul seggiolino): reggiti forte, Sophie…
Gian Burrasca (ammutolendo improvvisamente e iniziando a fissare la bimba): …
io (seguendo il suo sguardo): ?
bimba (senza degnare Gian Burrasca della minima attenzione): …
nonno (iniziando a spingere l’altalena): brava Sophie! Andiamo forte forte, va bene?
Gian Burrasca (senza distogliere lo sguardo dalla piccola): …
io: …
bimba (sorridendo felice): …
nonno (spingendo con più forza): vola Sophie, vola!!!
Gian Burrasca (assumendo la tipica espressione adorante -e vagamente ebete- degli uomini innamorati): … :) …
io: !
bimba (che neppure si è accorta della sua esistenza): …
nonno: sempre più in alto, Sophieee!!!
Gian Burrasca (tentando disperatamente di muoversi all’unisono con lei): …Sofì…
io (coadiuvandolo, da brava sensale): …
bimba (infastidita dall’eccessiva velocità): BHUAAAAAAAAA!!!
nonno (accorrendo in soccorso): tutto bene Sophie? Vuoi scendere?
Gian Burrasca (agitandosi preoccupato sull’altalena): …Sofì?
io: …
bimba (annuendo grata): bhuaaa… sigh!
nonno (estraendo la piccola dal seggiolino e riportandola finalmente coi piedini per terra): ecco Sophie! Andiamo via allora?
Gian Burrasca (cercando a sua volta di fermarsi): …Sofì!
io (bloccando l’altalena): vuoi scendere cucciolo?
bimba (incamminandosi sul prato): …
nonno (tenendola per mano): …
Gian Burrasca (restando aggrappato alla catena e seguendo i due con lo sguardo): …Sofì…
io: …
Gian Burrasca (girandosi verso di me): mamma?
io: sì cucciolo?
Gian Burrasca (girandosi a guardare il prato davanti a sé): dov’è Sofì?
io: non lo so tesoro… sarà tornata a casa col nonno.
Gian Burrasca (mettendosi in piedi sul seggiolino nel tentativo di scendere): mamma?
io (aiutandolo prima che si spalmi sul selciato): dimmi tesoro…
Gian Burrasca (riappropriandosi del flauto e incamminandosi sull’erba): …dobbiamo tovalla…
io (inseguendolo): perché?
Gian Burrasca (procedendo spavaldo): io devo suonae pe lei!!!
io: !!!

Proseguire lungo questa direzione…

SERA, ORE 22:00

Siamo in vacanza al mare. Dopo aver trascorso il pomeriggio in giro per paesini, ci apprestiamo a rincasare. Non conoscendo il posto, ci affidiamo al navigatore…

navigatore: svoltare a destra…
io: …
Lui (deviando dalla strada principale ed infilandosi in una stradina secondaria): …
navigatore: tra 400 metri, svoltare a sinistra…
io: …
Lui (cercando con lo sguardo il punto in cui girare): ?
navigatore: girare a sinistra…
io: …
Lui (infilandosi in uno stretto tratturo fiancheggiato da bassi muretti di pietra dietro i quali occhieggiano sconfinati vigneti): …
navigatore: proseguire lungo questa direzione…
io: …
Lui (continuando a guidare con la segreta speranza di non incrociare un’altra macchina… perché non passerebbe!): …
navigatore: tra 300 metri svoltare a destra…
io: …
Lui (tirando un sospiro di sollievo): …
navigatore: svoltare a destra…
io: …
Lui (tenendo la destra ad un bivio in cui due sentieri sembrano perdersi tra gli alberi): …
navigatore: proseguire lungo questa direzione…
io: …
Lui (percorrendo una stradina che sembra fatta apposta per un agguato): …
navigatore: tra 100 metri svoltare a destra…
io: …
Lui (ispezionando con sospetto l’oscurità): …
navigatore: svoltare a destra…
io: …
Lui (finendo in un viottolo sterrato): …
navigatore: proseguire lungo questa direzione…
io: …
Lui (rallentando per evitare sassi, buche, dossi, rami, pipistrelli…): …
navigatore: tra duecento metri, tenere la destra…
io (tenendomi alla maniglia della portiera): …
Lui (sobbalzando sul sedile): …
navigatore: tenere la destra…
io (sospirando): …
Lui (bloccandosi all’improvviso davanti al cancello aperto di un agriturismo): ?
navigatore (ostinato): tenere la destra!
io: tesoro… hai per caso messo il navigatore in “camporella mode”?
Lui: !!!

P.S.: per dovere di cronaca, racconto la fine di questa epica avventura. Non potendo, ovviamente, tornare indietro, siamo entrati nella proprietà e l’abbiamo attraversata per intero, fino a ritrovarci dinanzi ad un secondo cancello che riportava sulla strada principale. Alla fine, il navigatore non aveva poi tutti i torti…

Schroeder

MATTINA, ORE 10:00

Gian Burrasca è a casa dall’asilo a causa della varicella. Non potendo portarlo fuori, ne approfitto per portarmi avanti con un po’ di incombenze casalinghe: stiro.
Il piccolo è seduto sul divano con l’i-Pad in mano aperto su un’App che simula la tastiera di un pianoforte.

Gian Burrasca (sfiorando un po’ di tasti e producendo una melodia che mi ricorda vagamente delle composizioni di Luigi Nono): …
io: …
Gian Burrasca (iniziando a gorgheggiare): la lala lalala LLLLLAAAAAAAAA!
io: …
Gian Burrasca (continuando a suonare e canticchiare): lalala LALA la la la lalalalala LAAAAAAAAAAAA!!!
io: …
Gian Burrasca (fermandosi dopo qualche minuto e guardandomi con aria soddisfatta): mamma?
io: sì tesoro?
Gian Burrasca: io ho composto una musica!!!
io: …

Enchanted

POMERIGGIO, ORE 17:00

Ogni tanto io e Gian Burrasca, all’uscita dall’asilo, andiamo in pasticceria: lui beve un succo di frutta o mangia una fetta di torta, io sorbisco l’ennesimo caffè della giornata.
Oggi siamo capitati in una pasticceria che si trova di fronte al Conservatorio.
Quando usciamo, l’aria è pervasa da una musica straordinaria.

Gian Burrasca (bloccandosi improvvisamente, rapito, in mezzo al marciapiede): …
io (inciampando su di lui): !!!
Gian Burrasca (guardandosi attorno incantato): …
io (osservandone l’espressione estasiata): …
Gian Burrasca (iniziando a sondare l’aria come un piccolo segugio): …
io (sempre più incuriosita): ?
Gian Burrasca (voltandosi verso di me e guardandomi con occhi scintillanti di gioia): mamma…
io: sì?
Gian Burrasca: …questa musica…
io: …
Gian Burrasca: …è meravigliosa!!!
io: !!!

Più veloce della luceee

MATTINA, ORE 11:00

Io, Lui e Gian Burrasca siamo in macchina, destinazione lago.
Mentre stiamo ancora percorrendo le strade cittadine, Gian Burrasca inizia a brontolare.

Gian Burrasca: papà?
Lui: sì tesoro?
io: …
Gian Burrasca: vai più piano!
Lui: ma… più piano di così mi fermo!
io: !
Gian Burrasca: sì… ma vai PIÙ piano, papà!
Lui: sì… va bene…
io: …

Dopo un po’, Lui accelera leggermente per superare un’altra auto.

Gian Burrasca (cantilenando): papààà-ààà… vai più piaaa-nooo!
Lui: ma… STO andando piano!
io: !
Gian Burrasca: sì… va bene… ma vai PIÙ PIANO, papà!!!
Lui (sbuffando): SÌ!
io: …

Dopo un altro po’ imbocchiamo finalmente l’arginale. Lui affronta la svolta in modo forse un po’ troppo… “sportivo”.

Gian Burrasca (seguendo l’andamento della curva con la voce): ooooo OOOOO O O O O O OOOOO ooooo!!!
Lui (impassibile): …
io (simulando l’agente Nebicher sulla macchina di Automan durante le curve ad angolo retto): …
Gian Burrasca (sbottando): insomma papà!!! Vuoi andare PIÙ PIANO?!?
Lui: !!!
io: …

Priorità

MATTINA, ORE 10:00

Io sono impegnata nelle canoniche grandi pulizie del week end.
Lui è intento a lavorare al computer.
Gian Burrasca è concentrato a giocare col Didò.
Mentre mi dirigo verso la cucina, mi fermo vicino a lui per abbracciarlo e dargli un bacio.

Gian Burrasca (sfuggendo alla mia presa e guardandomi con aria di rimprovero): ma mamma!!!
io: ?
Gian Burrasca (tornando serio serio alla sua occupazione): sto lavorando!
io: …
Gian Burrasca: non ho tempo adesso!
io: …
Gian Burrasca: te li dio dopo i bacini!
io: !!!

Grandi verità

MATTINA, ORE 8:00

Per Gian Burrasca inizia l’asilo estivo.
Dopo averlo accompagnato nella sua classe, mi avvio verso l’uscita e, con mia grande sorpresa, incontro la mamma di un suo ex compagno. Dopo i canonici convenevoli, ci mettiamo a chiacchierare e, mentre parliamo, mi accorgo di un “rigonfiamento sospetto” della sua pancia. Per lo più sono una persona che tende a farsi amabilmente i casi suoi ma, dal momento che l’avevo sentita parlare dell’argomento con una mamma, all’epoca incinta, mi arrischio a fare la fatidica domanda.

io: ma… sei incinta?
lei: …perché? Mi vedi ingrassata?
io (insospettita dalla risposta): ehm… no… cioè… solo la pancia. È che su una persona alta e magra come te si nota subito…
lei (sorridendomi): mmmh… sì… beh… sono solo ingrassata…
io (sperando ancora che stia scherzando): …
lei (toccandosi la pancia): ma mi sono messa a dieta, eh!
io (lasciando che le mie ultime speranze di non aver fatto una gaffe terribile crollino inesorabilmente): …
lei: …e mi sono anche iscritta in palestra!
io (col desiderio di scomparire seduta stante): …
lei (fissandomi intensamente): …
io: ehm…
lei: …
io: beh…
lei: …
io: è meglio che vada… altrimenti farò tardi in ufficio!
lei: sì…
io: beh… ciao allora…
lei: ciao…

Mi catapulto fuori ormai consumata dall’imbarazzo e mi infilo in macchina tentando di mimetizzarmi col sedile. Lui mi osserva con aria perplessa.

Lui: beh?
io: ho fatto una gaffe terribile…
Lui: cioè?
io: ho chiesto a una tipa che conoscevo se fosse incinta…
Lui: e?
io: mi ha detto che era solo ingrassata…
Lui: …
io: signur che figura!!!
Lui: …
io: …
Lui: …
io: BEH? DÌ QUALCOSA ALMENO!!!
Lui (guardandomi come un maestro Jedi in procinto di rivelare un grande dogma): ricordati sempre una cosa…
io: ?
Lui (chiudendo gli occhi): il silenzio…
io: …
Lui: …È D’ORO!!!
io: !!!

Chiara

POMERIGGIO, ORE 18:00

Gian Burrasca è in montagna con i nonni e ha subito fatto amicizia con una bimbetta della sua età di nome Chiara. Il pomeriggio scorre in fretta, tra giochi di ogni genere, sotto gli occhi attenti e premurosi dei nonni.
Per Chiara, però, è arrivato il momento di rientrare a casa per lavarsi e mangiare.

Gian Burrasca (correndo incontro alla bimba): Chiara… aspetta!
Chiara: …
nonni: ?
Gian Burrasca (raggiungendola e guardandola con occhi sognanti): ciao Chiara…
Chiara: …
nonni: …
Gian Burrasca (prendendo le manine di lei tra le sue e sorridendole con trasporto): …ah… che bella giornata!
Chiara: …
nonni: !!!

Gangnam Style

POMERIGGIO, ORE 16:00

Sono all’asilo per riprendere Gian Burrasca.
Lui mi corre incontro al grido “Ciao mamma!!! Mi dai il tuo telefono?”
Glielo lascio dicendogli di fare attenzione, perché vedo che la maestra mi fa cenno di avvicinarmi.

Gian Burrasca (afferrando l’oggetto con bramosia): grazie mamma!
maestra: senti… devi spiegarmi una cosa…
io: sì… dimmi…
Gian Burrasca (sbloccando l’i-Phone): …
maestra: ma… che musica ascolta lui?
io: bah… varie cose… dipende dal momento… perché?
Gian Burrasca (cliccando su Safari): …
maestra: perché oggi avevo messo della musica per far ballare i bambini…
io: …
Gian Burrasca (scorrendo tra le icone di YouTube): …
maestra: …tutti hanno cominciato a ballare, ma dopo qualche istante lui si è bloccato al centro della sala…
io: ?
Gian Burrasca (scegliendone una): …
maestra: …e mi ha detto “Ma questa non è la musica giusta! Io voglio ballare il rock ‘n’ roll!!!
io: !!!
Gian Burrasca (cliccandoci sopra felice col ditino): :)
maestra: …ma cosa intende lui per rock ‘n’ roll?
io: …beh… a dire il vero… non saprei…
Gian Burrasca (facendo partire “Gangnam Style”): OPPAGAGGAMTAIL!!! SEXILEEEIDIII!!!
maestra: !!!
io: …

Saturday night fever

Raccontato dalla maestra.

MATTINA, ORE 10:00

Nella classe di Gian Burrasca all’asilo è l’ora delle attività manuali.
Tutti i bimbi sono silenziosamente raccolti intorno ai tavoli, intenti a incollare pezzetti di carta colorata su dei fogli bianchi per creare dei collage.
A un tratto, la quiete viene interrotta dalla vocina squillante di Gian Burrasca…

Gian Burrasca (rivolgendosi alla maestra): senti ma…
maestra: …
Gian Burrasca: …perché non mettiamo un po’ di musica…
maestra: ?
Gian Burrasca (completando con entusiasmo la frase): così balliamo il rock ‘n’ roll?
maestra: !!!