Amore a prima nota

SERA, ORE 20:00

Finito di cenare, io, Lui e Gian Burrasca ci attardiamo intorno alla tavola. Lui accende la TV per ascoltare un po’ di notizie, ma lo schermo, anziché l’immagine di qualche incravattato giornalista, restituisce quella di un gruppo di musicisti all’opera.

Gian Burrasca (osservandoli attentamente): …
Lui (puntando il telecomando per cambiare canale): …
io (studiando Gian Burrasca che è rimasto con il bicchiere a mezz’aria): …

Gian Burrasca (ipnotizzato dall’immagine): …
Lui (alzandosi per far sì che l’aggeggio funzioni): …
io (liberando il piccolo dal bicchiere): …
Gian Burrasca (girandosi estasiato verso di me): …io ADORO i musicisti!!!

Lui: !!!
io: !!!

Schroeder

MATTINA, ORE 10:00

Gian Burrasca è a casa dall’asilo a causa della varicella. Non potendo portarlo fuori, ne approfitto per portarmi avanti con un po’ di incombenze casalinghe: stiro.
Il piccolo è seduto sul divano con l’i-Pad in mano aperto su un’App che simula la tastiera di un pianoforte.

Gian Burrasca (sfiorando un po’ di tasti e producendo una melodia che mi ricorda vagamente delle composizioni di Luigi Nono): …
io: …
Gian Burrasca (iniziando a gorgheggiare): la lala lalala LLLLLAAAAAAAAA!
io: …
Gian Burrasca (continuando a suonare e canticchiare): lalala LALA la la la lalalalala LAAAAAAAAAAAA!!!
io: …
Gian Burrasca (fermandosi dopo qualche minuto e guardandomi con aria soddisfatta): mamma?
io: sì tesoro?
Gian Burrasca: io ho composto una musica!!!
io: …

Enchanted

POMERIGGIO, ORE 17:00

Ogni tanto io e Gian Burrasca, all’uscita dall’asilo, andiamo in pasticceria: lui beve un succo di frutta o mangia una fetta di torta, io sorbisco l’ennesimo caffè della giornata.
Oggi siamo capitati in una pasticceria che si trova di fronte al Conservatorio.
Quando usciamo, l’aria è pervasa da una musica straordinaria.

Gian Burrasca (bloccandosi improvvisamente, rapito, in mezzo al marciapiede): …
io (inciampando su di lui): !!!
Gian Burrasca (guardandosi attorno incantato): …
io (osservandone l’espressione estasiata): …
Gian Burrasca (iniziando a sondare l’aria come un piccolo segugio): …
io (sempre più incuriosita): ?
Gian Burrasca (voltandosi verso di me e guardandomi con occhi scintillanti di gioia): mamma…
io: sì?
Gian Burrasca: …questa musica…
io: …
Gian Burrasca: …è meravigliosa!!!
io: !!!

Gangnam Style

POMERIGGIO, ORE 16:00

Sono all’asilo per riprendere Gian Burrasca.
Lui mi corre incontro al grido “Ciao mamma!!! Mi dai il tuo telefono?”
Glielo lascio dicendogli di fare attenzione, perché vedo che la maestra mi fa cenno di avvicinarmi.

Gian Burrasca (afferrando l’oggetto con bramosia): grazie mamma!
maestra: senti… devi spiegarmi una cosa…
io: sì… dimmi…
Gian Burrasca (sbloccando l’i-Phone): …
maestra: ma… che musica ascolta lui?
io: bah… varie cose… dipende dal momento… perché?
Gian Burrasca (cliccando su Safari): …
maestra: perché oggi avevo messo della musica per far ballare i bambini…
io: …
Gian Burrasca (scorrendo tra le icone di YouTube): …
maestra: …tutti hanno cominciato a ballare, ma dopo qualche istante lui si è bloccato al centro della sala…
io: ?
Gian Burrasca (scegliendone una): …
maestra: …e mi ha detto “Ma questa non è la musica giusta! Io voglio ballare il rock ‘n’ roll!!!
io: !!!
Gian Burrasca (cliccandoci sopra felice col ditino): :)
maestra: …ma cosa intende lui per rock ‘n’ roll?
io: …beh… a dire il vero… non saprei…
Gian Burrasca (facendo partire “Gangnam Style”): OPPAGAGGAMTAIL!!! SEXILEEEIDIII!!!
maestra: !!!
io: …

Saturday night fever

Raccontato dalla maestra.

MATTINA, ORE 10:00

Nella classe di Gian Burrasca all’asilo è l’ora delle attività manuali.
Tutti i bimbi sono silenziosamente raccolti intorno ai tavoli, intenti a incollare pezzetti di carta colorata su dei fogli bianchi per creare dei collage.
A un tratto, la quiete viene interrotta dalla vocina squillante di Gian Burrasca…

Gian Burrasca (rivolgendosi alla maestra): senti ma…
maestra: …
Gian Burrasca: …perché non mettiamo un po’ di musica…
maestra: ?
Gian Burrasca (completando con entusiasmo la frase): così balliamo il rock ‘n’ roll?
maestra: !!!

La chitarra (del rock ‘n’ roll)

MARTEDÌ, ORE 18:00

Vista la passione di Gian Burrasca per la musica, decido di iscriverlo ad un corso di avviamento alla stessa.
Il suo entusiasmo è da subito palese…

io: tesoro… oggi pomeriggio andiamo alla prima lezione di musica… sei contento?
Gian Burrasca (illuminandosi d’immenso): SÌÌÌÌÌÌÌÌÌ!!! E… posso suonare?
io: beh… penso di sì. Ti faranno usare alcuni strumenti.
Gian Burrasca (ormai all’apice della gioia): WOOOW!!! E… posso suonare la chitarra del rock ‘n’ roll?
io: ehm… beh… non saprei…
Gian Burrasca (ignorando la mia risposta): W O O O O O W!!! Posso suonare la chitarra del rock ‘n’ roll!!!
io: …

Durante la lezione Gian Burrasca suona di tutto -tamburelli, campanelli, nacchere, ovetti e bottiglie facenti funzione di maracas, vari strumenti a percussione-, insegna alla maestra come si usano le bacchette zigrinate -“batti e striscia, non solo batti!”-, canta, balla, salta qua e là come un piccolo canguro impazzito.
Per tutto il tempo, però, fissa con bramosia la chitarra dell’insegnante. Alla fine le si avvicina e le pone la fatidica domanda:

Gian Burrasca (sfoderando la sua espressione più irresistibile): maestra… posso suonare la chitarra del rock ‘n’ roll?
maestra: beh… finché parlo con la mamma…

Dopo un paio di minuti la situazione è ormai diventata quasi ingestibile: tutti i bambini presenti si sono ammassati intorno allo strumento per “saggiarne” le possibilità sonore.
Recupero quindi il pargolo e lo trascino fuori.
Appena usciamo dal centro in cui il corso è organizzato Gian Burrasca punta dritto verso l’Istituto Musicale, davanti al quale mi ero fermata all’andata.

Gian Burrasca (aggrappandosi alla maniglia del portone d’ingresso): adesso andiamo qui, così posso suonare la chitarra del rock ‘n’ roll!!!
io: …

All’interno, dopo aver chiesto informazioni, con Gian Burrasca aggrappato alla mia gamba insistente nella sua richiesta al pari di un disco rotto, riesco finalmente a raggiungere un maestro di musica con cui parlare in merito ai famosi corsi di musica per bambini che lì vengono organizzati.
L’atmosfera solenne del luogo sembra mettere soggezione a Gian Burrasca che, mentre io aspetto il mio turno, ammutolisce e si rifugia dietro di me.

Gian Burrasca (attaccato al mio cappotto): mamma… gli chiedi se posso suonare la chitarra del rock ‘n’ roll?
io (tentando delicatamente di staccarmelo di dosso): ma tesoro… perché non chiedi tu?
Gian Burrasca (spingendomi avanti e nascondendo il faccino dentro la stoffa): no…chiedi tu… perché io sono timido…
io: !!!

Dopo aver chiesto ragguagli sui corsi ed aver raccattato il pargolo che aveva superato l’imbarazzo non appena entrato nella sala musica, esco, diretta finalmente a casa.
Gian Burrasca ostenta un muso lungo.

io: che c’è tesoro?
Gian Burrasca (guardando per terra corrucciato): oggi non ho suonato la chitarra del rock ‘n’ roll!
io: ma se hai suonato la chitarra della maestra…
Gian Burrasca (sempre più imbronciato): no! io voglio imparare a suonare la chitarra del rock ‘n’ roll!!!
io: ma tesoro… tutti e due i maestri hanno detto che sei troppo piccolo per la chitarra…
Gian Burrasca (battendo i piedini con furia): IO NON SONO PICCOLO!!! IO SONO GRANDE!!!
io (tentando di calmarlo): ma cucciolo… i maestri hanno detto che devi avere almeno 7 anni per suonare la chitarra. Tu ne hai 3… devi aspettare ancora qualche anno…
Gian Burrasca (ormai sulla soglia del pianto): IO NON HO 3 ANNI!!! IO HO 7 ANNI!!!
io: …
Gian Burrasca (esasperato): IO VOGLIO SUONARE LA CHITARRA DEL ROCK ‘N’ ROLL!!!
io (in un ultimo, vano tentativo di rasserenarlo): tesoro… se vuoi puoi suonare la chitarra che abbiamo a casa… quella piccola…
Gian Burrasca (congelandomi con lo sguardo): NO!!! QUELLA CHITARRA È… È… È…
io: ?
Gian Burrasca: RIDICOLA!!!

io: !!!