MATTINA, ORE 8:00
Io e Gian Burrasca ci stiamo preparando a uscire per raggiungere l’asilo. Lo infagotto in piumino, sciarpa e cappello, mi metto il cappotto, mi avvolgo nella sciarpa, quindi mi infilo un basco.
Gian Burrasca (guardandomi sorpreso): ?
io (indossando i guanti): che c’è tesoro?
Gian Burrasca (indicando incuriosito la mia testa): ma quello è un cappello da pittore!
io (sorridendogli benevola): no tesoro… è un basco!
Gian Burrasca (continuando ad additarmi): no! È un cappello da pittore!
io (sospingendolo fuori dalla porta): sì amore… lo usano anche i pittori. Ma è solo un tipo di cappello!
Prendiamo l’ascensore… Gian Burrasca seguita a scrutarmi dubbioso.
Usciamo dal portone… lui persevera a fissarmi con una certa diffidenza.
Procediamo lungo la stradina d’accesso… il piccolo mi soppesa con lo sguardo.
Quando raggiungiamo le scale che conducono alla strada, si pianta sul primo gradino puntando il ditino verso il mio cappello.
Gian Burrasca: tu non puoi mettere quel cappello!
io: e perché?
Gian Burrasca: perché tu non sei un pittore!
io: ?
Gian Burrasca: tu sei una mamma!!!
io: …