Questione di ruoli 4

MATTINA, ORE 11:00

Io e Gian Burrasca siamo stesi sul tappeto a giocare con le macchinine.

Gian Burrasca (facendo scontrare due automobiline): WROOOOOMMM MAAAAAM CRASH!!!
io (facendo correre sul tappeto un piccolo mezzo di soccorso): NI-NO NI-NO NI-NO! Soccorso in arrivooo! Portiamo le macchinine dal meccanico!
Gian Burrasca (capovolgendo le auto): sì! Questa macchinina è rotta… bisogna curala! Portiamola dal dottore!!!
io (trasformandomi in un mecca-medico e armandomi di cacciavite e chiave inglese): eccomi! La guarisco subito!
Gian Burrasca (osservandomi mentre armeggio intorno al suo giocattolo): …
io (intenta a simulare un’azione a metà tra l’operazione chirurgica e la riparazione meccanica): …
Gian Burrasca (guardandomi attentamente negli occhi): …tu sei la mia mamma?
io: …certo cucciolo!
Gian Burrasca (continuando a fissarmi con espressione seria): …ma sei anche la mia amica?
io (presa in contropiede): …ehm… beh… certo! Sono anche la tua amica!
Gian Burrasca (riflettendo qualche secondo tra sé e sé): …mamma?
io: dimmi amore…
Gian Burrasca (gettandomi le breccia al collo): …TU SEI LA MIA MIGLIORE AMICA!!!
io: :)))

Grandi verità

MATTINA, ORE 8:00

Per Gian Burrasca inizia l’asilo estivo.
Dopo averlo accompagnato nella sua classe, mi avvio verso l’uscita e, con mia grande sorpresa, incontro la mamma di un suo ex compagno. Dopo i canonici convenevoli, ci mettiamo a chiacchierare e, mentre parliamo, mi accorgo di un “rigonfiamento sospetto” della sua pancia. Per lo più sono una persona che tende a farsi amabilmente i casi suoi ma, dal momento che l’avevo sentita parlare dell’argomento con una mamma, all’epoca incinta, mi arrischio a fare la fatidica domanda.

io: ma… sei incinta?
lei: …perché? Mi vedi ingrassata?
io (insospettita dalla risposta): ehm… no… cioè… solo la pancia. È che su una persona alta e magra come te si nota subito…
lei (sorridendomi): mmmh… sì… beh… sono solo ingrassata…
io (sperando ancora che stia scherzando): …
lei (toccandosi la pancia): ma mi sono messa a dieta, eh!
io (lasciando che le mie ultime speranze di non aver fatto una gaffe terribile crollino inesorabilmente): …
lei: …e mi sono anche iscritta in palestra!
io (col desiderio di scomparire seduta stante): …
lei (fissandomi intensamente): …
io: ehm…
lei: …
io: beh…
lei: …
io: è meglio che vada… altrimenti farò tardi in ufficio!
lei: sì…
io: beh… ciao allora…
lei: ciao…

Mi catapulto fuori ormai consumata dall’imbarazzo e mi infilo in macchina tentando di mimetizzarmi col sedile. Lui mi osserva con aria perplessa.

Lui: beh?
io: ho fatto una gaffe terribile…
Lui: cioè?
io: ho chiesto a una tipa che conoscevo se fosse incinta…
Lui: e?
io: mi ha detto che era solo ingrassata…
Lui: …
io: signur che figura!!!
Lui: …
io: …
Lui: …
io: BEH? DÌ QUALCOSA ALMENO!!!
Lui (guardandomi come un maestro Jedi in procinto di rivelare un grande dogma): ricordati sempre una cosa…
io: ?
Lui (chiudendo gli occhi): il silenzio…
io: …
Lui: …È D’ORO!!!
io: !!!

Medicina alternativa

SERA, ORE 20:00

Io, Lui e Gian Burrasca siamo in macchina, di rientro dalla piscina.
Osservando l’espressione sofferente di Lui, mi rendo conto che deve esserci qualcosa che non va.

io (accarezzandogli il viso): tesoro… cosa c’è?
Lui (facendo una smorfia): non mi sento molto bene…
Gian Burrasca (ascoltando attentamente): …
io (continuando a guardarlo): testa? Stomaco?
Lui (massaggiandosi la pancia): stomaco…
Gian Burrasca (sporgendosi dal suo seggiolino): papà è malato?
io: no tesoro… non è malato… ma non si sente tanto bene…
Lui: …
Gian Burrasca: papà… devi cercare di dormire un po’ di più…
io: …
Lui: ehm… va bene tesoro…
Gian Burrasca: hai capito papà? Devi dormire tanto, così quando ti svegli non sei più malato!
io: …
Lui: d’accordo tesoro… dormirò tanto…
Gian Burrasca: bravo! Così guarisci presto!
io: !
Lui: e per dormire mi presti Coglietto?
Gian Burrasca (riflettendoci prima qualche secondo): …sì…
io: …
Lui: grazie!
Gian Burrasca (con voce un po’ preoccupata): però non perdermi Coglietto, mi raccomando!
io: !
Lui: va bene…
Gian Burrasca (rasserenato dalla risposta): …va bene…
io: …
Lui: …
Gian Burrasca (con fare concitato): allora ti do Coglietto, così ti protegge e… e…

io: ?
Lui: ?
Gian Burrasca: …e manda via i lupi!
io: !
Lui: !
Gian Burrasca (finalmente trionfante): così quando ti svegli sei guarito!!!
io: !!!
Lui: !!!

Einstein

MATTINA, ORE 7:15

Dopo aver terminato di bere il suo latte, Gian Burrasca scende pesantemente dal divano e, traballando, si accascia su un pouf.

Gian Burrasca (sdraiato, le gambe penzoloni, le braccia allargate, gli occhi chiusi e l’espressione prostrata): mamma… non mi reggio in piedi…
io (sospettando un espediente per rimandare il momento delle quotidiane abluzioni): come mai tesoro?
Gian Burrasca (ostentando uno sforzo quasi sovrumano nel sollevare la testina di qualche millimetro): perché ho la testa…
io (incuriosita dall’affermazione): intendi dire che hai la testa che ti fa male?
Gian Burrasca (guardandomi con rimprovero per la mia inaccettabile incapacità di capirlo): no! Perché ho la testa!
io (osservandolo con aria interrogativa): non capisco tesoro…
Gian Burrasca (sospirando rumorosamente): ho la testa pesante!
io (accarezzandogliela): ehm… pesante?
Gian Burrasca (ormai rassegnato): sì mamma… perché ho tanta testa!
io (cercando di staccarlo dal pouf): nel senso che hai la testa grande?
Gian Burrasca (alzandosi faticosamente): no mamma… ho la testa tanto piena!
io (sospingendolo verso il bagno): piena? Piena di pensieri?
Gian Burrasca (trascinandosi lungo il tappeto): mannooo mamma!
io (seguendolo lentamente): piena… di cervello?
Gian Burrasca (regalandomi il benevolo sorriso che si concede di solito a chi, duro di comprendonio, è finalmente arrivato alla giusta ccìonclusione): sì mamma! Piena di cervello!!!
io: …

Free time

POMERIGGIO, ORE 16:30

All’uscita dall’asilo io e Gian Burrasca ci dirigiamo verso il parco giochi. Avvistati i suoi amichetti, il piccolo mi pianta in asso in mezzo al prato e corre a scatenarsi con tutti gli altri.
Mi dirigo quindi verso un gruppetto di mamme di mia conoscenza che stanno chiacchierando animatamente.

mamma 1: pensa… lo scorso anno ho spedito mio marito a fare la coda per iscrivere il bambino ai corsi di avviamento alla musica dell’Istituto Musicale. È arrivato lì alle 3:00 del mattino, ma c’era già una coda assurda. Così ho deciso di mandarlo da un insegnante privato. Ci va il martedì e il giovedì. Il lunedì e il mercoledì invece ha calcio, e il mercoledì anche ginnastica.
io: …
mamma 2: anche io ho provato con l’Istituto Musicale. Mia figlia è stata presa, ma nella sede periferica, e quindi ho dovuto rinunciare. Così l’ho iscritta ad un corso di danza creativa. La maestra ha detto che la tiene in prova per un mese per vedere se è abbastanza motivata per continuare. In caso, comunque, le resterebbe il corso di pittura fisica.
io: … ? …
mamma 3: non parlatemene! Con la musica ho avuto anche io lo stesso problema. Ma adesso ho sentito di un altro gruppo che fa corsi simili. Sto già prendendo informazioni. Intanto l’ho iscritto a nuoto e a football, anche se per quello è ancora piccolo e non esiste una squadra di bambini della sua età. Gli tocca giocare con quelli più grandi.
io: … ! …
mamma 4: la mia per la musica ha il suo insegnante privato. Poi ha danza classica, pattinaggio artistico e sci nel week end. Ma voi avete iscritto i vostri al corso di tedesco avanzato della scuola?
io: … !!! …
mamma 1: io sì, ovviamente!
mamma 2: anche io! E adesso aspetto quello di inglese.
mamma 3: per forza!
io: …
mamma 1 (rivolgendosi a me): e il tuo? Cosa fa?
io (lanciando un’occhiata a Gian Burrasca che, con la paletta, sta scavando una buca in una pozzanghera di fango): ehm… beh… il mio gioca!
mamma 2 (guardandomi con espressione allucinata): ma come??? Non gli fai fare nulla???
io (guardando teneramente Gian Burrasca che ha spostato la sua attenzione su una pianta rampicante e ne sta studiando l’andamento): ma ha solo 3 anni!
mamma 3: il mio ha iniziato proprio a quell’età! DEVI iniziare!
io (osservando Gian Burrasca che sta cercando di bilanciare un dondolo buttando sassi e terra sulle estremità): beh… lui fa una cosa fondamentale…
mamma 4: cioè?
io (contemplando Gian Burrasca che sta battendo un rametto su diverse superfici studiando il diverso suono che esse producono): lui… esperisce il mondo!
mamma 1: …
mamma 2: …
mamma 3: …
mamma 4: …

Questione di sicurezza

POMERIGGIO, ORE 14:00

Siamo in partenza.
Dopo aver sistemato la casa, preparato i bagagli, lavato, vestito e rifocillato Gian Burrasca, mi appresto finalmente ad infilarmi sotto la doccia per approntarmi e… godermi il serafico oblio che l’acqua bollente sulla schiena reca con sé.
Parcheggio il piccolo sul divano davanti ad un cartone animato -giusto per evitare che demolisca la casa mentre sono impegnata nelle mie abluzioni- e mando un messaggio a Lui che è in ufficio: “Vieni per le 2.30”. Decido poi di bloccare la porta d’ingresso: Gian Burrasca ha infatti la pessima abitudine di aprire appena sente squillare il campanello, perché associa quel rumore all’arrivo dei nonni.
Finalmente tranquilla, mi chiudo in bagno.
Dopo un po’ sento armeggiare nell’ingresso…

Lui: YUHUUU!!!
io (pensando “Oh… Lui è arrivato!”): …
Gian Burrasca: …
Lui: YUHUUUHUUU!!! TESOOOROOO!!!
io (pensando “Mmmh… starà chiamando Gian Burrasca.”): …
Gian Burrasca: …
Lui: TEEESOOOROOO!!! C’È NESSUUUNOOO?
io (pensando: “Strano che non sia ancora entrato in bagno a salutarmi…”): …
Gian Burrasca (urlando dal divano): CIAO PAPÀ!!!
Lui: TESORO? VIENI QUI DA PAPÀ?
io (pensando: “Mah… non capisco cosa ci faccia ancora lì nell’ingresso…”): …
Gian Burrasca (senza spostarsi dalla sua postazione): ARRIVO!
Lui: TEEESOOOROOOOOOO!!!
io: …
Gian Burrasca (impassibile): AAARRIIIVOOO!!!
Lui: CUUUCCIOLOOO! VIENI QUIIIIIII!!!
io: ?
Gian Burrasca (imperturbabile): SÌ!!! ARRIVO!!!
Lui: DAI CUCCIOLO!!!
io: ???
Gian Burrasca (correndo finalmente nell’ingrresso): ARRIVO!!!

Sempre immobile sotto l’acqua, sento un farfugliare concitato.
Poi vedo socchiudersi la porta e spuntare il faccino roseo di Gian Burrasca dallo spiraglio.

io: cosa c’è amore?
Gian Burrasca: papà dice se puoi aprirgli, perché è chiuso fuori di casa…
io: !!!io (schizzando fuori dalla doccia per togliere il blocco dalla porta): …scusa tesoro!!!
Lui (entrando finalmente in casa): ma non potevi semplicemente chiudere a chiave?
io (riconquistando il caldo del bagno): ma con le chiavi nella serratura non saresti comunque riuscito ad entrare!
Lui: …toglierle dopo aver chiuso no, eh?
io (rientrando in doccia): …
Lui: ?
io (riaprendo l’acqua): ho forse la faccia di una che si ricorderebbe di togliere le chiavi???
Lui: !!!