SERA, ORE 21:30
Gian Burrasca ha snobbato il riposino pomeridiano preferendogli una lunga passeggiata in città e un paio d’ore di giochi sfrenati.
Avendo sfasato i suoi ritmi, all’ora di cena ha rischiato di addormentarsi con la testa nel piatto, ma si è risvegliato al solo sentir bisbigliare che forse era il caso di portarlo subito a letto.
Ora è allo stremo delle forze e, dopo aver sorbito il suo latte caldo, si avvia stancamente verso la sua stanza.
Gian Burrasca (attraversando silenziosamente il soggiorno): …
Lui (osservandolo con tenerezza): …
Gian Burrasca (arenandosi nell’entrata appoggiato ad una parete): …
Lui (seguendolo): ?
Gian Burrasca (allargando le braccine e allungandole supplichevoli verso il papà, gli occhi quasi chiusi): papà…
Lui: ?
Gian Burrasca: …io non mi reggio più in piedi…
Lui: …