La chitarra (del rock ‘n’ roll)

MARTEDÌ, ORE 18:00

Vista la passione di Gian Burrasca per la musica, decido di iscriverlo ad un corso di avviamento alla stessa.
Il suo entusiasmo è da subito palese…

io: tesoro… oggi pomeriggio andiamo alla prima lezione di musica… sei contento?
Gian Burrasca (illuminandosi d’immenso): SÌÌÌÌÌÌÌÌÌ!!! E… posso suonare?
io: beh… penso di sì. Ti faranno usare alcuni strumenti.
Gian Burrasca (ormai all’apice della gioia): WOOOW!!! E… posso suonare la chitarra del rock ‘n’ roll?
io: ehm… beh… non saprei…
Gian Burrasca (ignorando la mia risposta): W O O O O O W!!! Posso suonare la chitarra del rock ‘n’ roll!!!
io: …

Durante la lezione Gian Burrasca suona di tutto -tamburelli, campanelli, nacchere, ovetti e bottiglie facenti funzione di maracas, vari strumenti a percussione-, insegna alla maestra come si usano le bacchette zigrinate -“batti e striscia, non solo batti!”-, canta, balla, salta qua e là come un piccolo canguro impazzito.
Per tutto il tempo, però, fissa con bramosia la chitarra dell’insegnante. Alla fine le si avvicina e le pone la fatidica domanda:

Gian Burrasca (sfoderando la sua espressione più irresistibile): maestra… posso suonare la chitarra del rock ‘n’ roll?
maestra: beh… finché parlo con la mamma…

Dopo un paio di minuti la situazione è ormai diventata quasi ingestibile: tutti i bambini presenti si sono ammassati intorno allo strumento per “saggiarne” le possibilità sonore.
Recupero quindi il pargolo e lo trascino fuori.
Appena usciamo dal centro in cui il corso è organizzato Gian Burrasca punta dritto verso l’Istituto Musicale, davanti al quale mi ero fermata all’andata.

Gian Burrasca (aggrappandosi alla maniglia del portone d’ingresso): adesso andiamo qui, così posso suonare la chitarra del rock ‘n’ roll!!!
io: …

All’interno, dopo aver chiesto informazioni, con Gian Burrasca aggrappato alla mia gamba insistente nella sua richiesta al pari di un disco rotto, riesco finalmente a raggiungere un maestro di musica con cui parlare in merito ai famosi corsi di musica per bambini che lì vengono organizzati.
L’atmosfera solenne del luogo sembra mettere soggezione a Gian Burrasca che, mentre io aspetto il mio turno, ammutolisce e si rifugia dietro di me.

Gian Burrasca (attaccato al mio cappotto): mamma… gli chiedi se posso suonare la chitarra del rock ‘n’ roll?
io (tentando delicatamente di staccarmelo di dosso): ma tesoro… perché non chiedi tu?
Gian Burrasca (spingendomi avanti e nascondendo il faccino dentro la stoffa): no…chiedi tu… perché io sono timido…
io: !!!

Dopo aver chiesto ragguagli sui corsi ed aver raccattato il pargolo che aveva superato l’imbarazzo non appena entrato nella sala musica, esco, diretta finalmente a casa.
Gian Burrasca ostenta un muso lungo.

io: che c’è tesoro?
Gian Burrasca (guardando per terra corrucciato): oggi non ho suonato la chitarra del rock ‘n’ roll!
io: ma se hai suonato la chitarra della maestra…
Gian Burrasca (sempre più imbronciato): no! io voglio imparare a suonare la chitarra del rock ‘n’ roll!!!
io: ma tesoro… tutti e due i maestri hanno detto che sei troppo piccolo per la chitarra…
Gian Burrasca (battendo i piedini con furia): IO NON SONO PICCOLO!!! IO SONO GRANDE!!!
io (tentando di calmarlo): ma cucciolo… i maestri hanno detto che devi avere almeno 7 anni per suonare la chitarra. Tu ne hai 3… devi aspettare ancora qualche anno…
Gian Burrasca (ormai sulla soglia del pianto): IO NON HO 3 ANNI!!! IO HO 7 ANNI!!!
io: …
Gian Burrasca (esasperato): IO VOGLIO SUONARE LA CHITARRA DEL ROCK ‘N’ ROLL!!!
io (in un ultimo, vano tentativo di rasserenarlo): tesoro… se vuoi puoi suonare la chitarra che abbiamo a casa… quella piccola…
Gian Burrasca (congelandomi con lo sguardo): NO!!! QUELLA CHITARRA È… È… È…
io: ?
Gian Burrasca: RIDICOLA!!!

io: !!!

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