Premessa: la nostra casa è piena di libri di favole di ogni genere, io stessa le scrivo, Lui le legge, insieme le rappresentiamo per la gioia dei bambini. Soprattutto di Gian Burrasca.
E le favole, per loro stessa natura, parlano di esseri magici e straordinari, tanto irreali, quanto affascinanti.
MATTINA, ORE 8:15
Io e Gian Burrasca siamo appena arrivati all’asilo. Mentre sono intenta a spogliarlo, lui adocchia un piccolo dinosauro di plastica appoggiato su una delle panche e se ne impossessa. Mentre sta ancora analizzando l’oggetto, sopraggiunge il piccolo proprietario.
bimbo (tendendo la manina): quello è mio sai?
Gian Burrasca (poggiandovi sopra la bestiola): …
bimbo (mostrandogliela con orgoglio): bello, vero?
Gian Burrasca (annuendo con veemenza): mmm mmm!
bimbo (rigirandosela tra le mani): è un dinosauro!
Gian Burrasca (guardandola con un certo scetticismo): …drago!
bimbo (osservando interdetto Gian Burrasca): no… dinosauro!
Gian Burrasca (insistendo con convinzione): no… è un drago!
bimbo (indispettito): no! È un dinosauro! DI-NO-SA-U-RO!!!
Gian Burrasca (ostinato): DRA-GO!
bimbo (rivolgendosi a me): …ma… non capisce?
io (accarezzando la testina di Gian Burrasca): ehm… no… è solo che lui guarda le cose da un punto di vista… alternativo!