Tu tuuu!!!

POMERIGGIO, ORE 16:00

Una delle mete preferite di Gian Burrasca è il parco con il trenino. Qui, oltre a sbizzarrirsi con giochi di ogni genere -dall’altalena allo scivolo, dalle strutture a molla a quelle per arrampicarsi, dalla teleferica ai tappeti elastici-, può anche girare su un piccolo treno colorato che serpeggia lento in mezzo al prato.

io (dandogli una mano a salire sul vagoncino di testa): ci sei tesoro?
Gian Burrasca (prendendo posto): e il biglietto?
io (tirandone fuori uno dalla borsa): eccolo! Mi raccomando: appena arriva l’omino dei biglietti glielo dai. Va bene?
Gian Burrasca (con il pezzetto di plastica in mano): va bene.

Il trillare di una campanella annuncia che il mezzo sta per partire. Mi siedo sulla panchina di fronte alla ferrovia e osservo Gian Burrasca, che si guarda intorno con una certa preoccupazione. Accanto a me è seduto il papà di un’altra piccola passeggera.
Con uno scossone, il treno inizia la sua marcia. Gian Burrasca, anziché rilassarsi e godersi il viaggio, appare molto nervoso, e non fa che occhieggiare qua e là in cerca di qualcosa. Quando mi passa davanti allunga la manina col biglietto.

Gian Burrasca: mamma… il biglietto!
io: tranquillo tesoro… passerà poi il signore a prenderlo…
papà: …

Ancora un giro. Gian Burrasca è sempre più in ansia…

Gian Burrasca (ripassando di fronte alla mia panchina): …mamma…
io: sì, cucciolo, ho capito. Non preoccuparti.
papà: …

Ancora un altro. Gian Burrasca sembra sia seduto sui carboni ardenti e continua ad agitarsi…

Gian Burrasca (guardandomi angosciato): …biglietto…
io: ehm…
papà: …

E un altro. Lui appare ancora più tormentato.

Gian Burrasca (allungando verso di me la manina e ormai sull’orlo di una crisi): maaammaaa… biglieeettooo…
io: …
papà: scusi signora… vuole che prenda io il biglietto del bambino? Così almeno si rasserena…
Gian Burrasca (guardandomi da lontano col braccino proteso fuori dal finestrino): :'(
io: ehm… no, grazie… non si preoccupi…
papà: …

Appena il treno passa di nuovo di fronte alla mia postazione prendo dalle mani di Gian Burrasca il pezzetto di plastica e gli mostro platealmente che lo sto dando all’omino dei biglietti. Finalmente lui sembra calmarsi.

Gian Burrasca (ripassandomi davanti, finalmente felice): TUUU TUUUUU!!! :)
papà: certo che suo figlio non rischierà mai di prendere multe, eh!
io: !!!

La luuunaaa!

SERA, ORE 11:00

Dopo una piacevole serata trascorsa sul lago in compagnia di amici, usciamo dal ristorante per rientrare in albergo.
Mentre noi ci attardiamo a parlare, Gian Burrasca fissa affascinato la luna. Notando la nostra distrazione, decide di condividere la sua contemplazione con qualcun altro.

Gian Burrasca (avvicinandosi con irruenza a un gruppo di ragazzi che sta chiacchierando fuori dal locale): AGAZZI… AGAZZI! AGAZZI!!! GUADDAAA… LA LUUUNAAA!!!

ragazzi (senza degnarlo della minima attenzione): …
Lui (osservando la scena da lontano): …
Gian Burrasca (intrufolandosi ostinato in mezzo al gruppetto): …AGAAAZZIII!!! GUAAADDAAA! LA LUUUNAAA!!!

ragazzi (continuando con i loro discorsi): …

Lui (ridendo sotto i baffi): :)))
Gian Burrasca (cambiando tattica e prendendo per mano la ragazza più carina): …GUAAADDAAA… LA LUNAAA!!!
ragazza (notando finalmente sia l’intraprendente bimbetto che… la luna): MACCHEAMOOOREEE!!! Ma lo sai che hai proprio ragione… è bellissima!

Lui (che finalmente è andato a recuperare il pargolo): …

Dopo essersi profuso in scuse e aver riportato il transfuga tra le nostre fila, Lui si fa nuovamente coinvolgere dalla conversazione.
Gian Burrasca, invece, viene attratto da una nuova scoperta: le lucine rosse di un traliccio che brillano sulle pendici di una vicina montagna.

Gian Burrasca (rincorrendo i ragazzi che ormai si sono avviati lungo la strada): AGAZZI AGAZZI AGAZZI!!! GUADDAAA… LUCI ROSSE!!!

ragazzi (incantati a guardare… le luci rosse!!!): WOW!!! Guarda che figaaataaa!!!
Lui: !!!

N.B.: per dovere di cronaca mi sembra doveroso raccontare anche il finale. Dopo la scoperta della luna, uno dei ragazzi ha avuto la malaugurata idea di chiedere a Gian Burrasca cosa fosse il giochino che aveva in mano. È iniziata così una lunga e appassionata dissertazione sul suo funzionamento, subito seguita da altre amichevoli chiacchiere e da saluti finali come a un amico di vecchia data!