Questione di “ruoli”

MATTINA, ORE 7:00

Dopo aver sbrigato le solite incombenze del mattino, vado a svegliare Gian Burrasca.

io (aprendo le sarrande e spegnendo le lucine della notte): tesoro… è ora di alzarsi.
Gian Burrasca (muovendosi appena, ancora mezzo addormentato): …
io (prendendolo in braccio): su amore… vieni dalla mamma… andiamo a preparere il latte.
Gian Burrasca (facendosi tirare su in modalità “sacco di patate”): ma perché mi hai svegliato? È ancora notte!
io (avviandomi lungo il corridoio): no cucciolo… non è notte… è giorno. Solo che in questo periodo il sole sorge più tardi.
Gian Burrasca (abbandonandosi mollemente sulla mia spalla): aaaaah! Ho capito!

Passando davanti alla nostra camera da letto, mi accorgo che il piccolo lancia un’occhiata risentita verso il buio, nel quale suo papà si gode l’ultima mezz’ora di sonno.

Gian Burrasca (bisbigliando nel mio orecchio): mamma?
io: sì tesoro?
Gian Burrasca (puntando il ditino verso la stanza): ma perché papà può dormire sempre così tanto?
io: !!!

 

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