Forza dell’abitudine

POMERIGGIO, ORE 17:30

Io e Lui abbiamo portato Pippi e Gian Burrasca al museo per vedere una mostra. Visto che il biglietto d’ingresso comprendeva la visita all’intero museo, abbiamo trascorso il pomeriggio a gironzolare tra le varie sale, tra quadri di arte contemporanea e sculture postmoderne, oggetti di design di ispirazione antroposofica e modelli di architettura risalenti al periodo fascista.
Alla fine io e Lui ci areniamo, come al solito, nel fornitissimo book shop, alla ricerca di qualche libro particolare per noi e per i bimbi. Pippi esplora la l’angolo gadget. Gian Burrasca scopre una piccola area gioco riservata ai più piccini e vi si parcheggia.
Dopo qualche minuto la silenziosa serenità di quel luogo viene scossa da una vocetta vivace e tonante che sembra provenire dal retro degli scaffali espositivi.

io (correndo verso l’origine del frastuono): !!!

vocetta (continuando ad urlare): WROOOM WROOOM!!!
io (adocchiando il pargolo che, spalmato sul tappeto, brandisce un paio di macchinine): …

vocetta: ADESSO FREEENAAA!!! WROOM WROOM!!! ED ECCO CHE SI FERMA AL TRAGUARDOOO!!!
io (apostrofando il piccolo con tono irritato): tesoro… TESORO!!! La smetti di urlare?!?
vocetta (ignorandomi): MAAAAAAAMMM!!! MAAAM!!!
io (cercando inutilmente di richiamare l’attenzione del bimbo): INSOMMA!!! BASTA!!!

vocetta (senza degnarmi neppure di uno sguardo): WROOOOOOOM!!! PEEE PEEE!!!

io (decisamente indispettita dal suo comportamento): GIAN BURRASCA!!! Vieni subito qui!!!

vocetta (facendo sempre orecchie da mercante): GIRAAA!!! SCONTROOO!!! MAAAAAAAAAM!!!

Non sortendo alcun risultato con i rimproveri, decido di andare a recuperare personalmente il bricconcello. Scavalco una sediolina, scanso il tavolo, cerco di spostare gentilmente un bimbetto che, silenzioso e incuriosito, mi sta esaminando da quando sono arrivata.

io (mettendo delicatamente le mani sulle spalle del piccolo spettatore e guardandolo benevola): …
bimbetto (osservandomi perplesso): …
io (rendendomi conto che quello che io sto cercando di allontanare è Gian Burrasca): !!!
bimbetto-Gian Burrasca (fissandomi con aria di compatimento): …
io (spostando lo sguardo da lui al bimbo sul tappeto e notando che sono completamente diversi… anche nell’abbigliamento): …

Gian Burrasca (continuando a scrutarmi con un certo, giustificabilissimo, sdegno): …

io (notando con la coda dell’occhio che, seduta al tavolo, c’è una mamma che mi osserva con espressione allibita): ehm…
Gian Burrasca (distogliendo l’attenzione da me e tornando al suo silenzioso gioco): …

io (accarezzandogli la testina e sorridendo imbarazzata all’altra mamma): sa com’è… la forza dell’abitudine!!!
mamma: !!!
Gian Burrasca: …

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